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Quella del seggiolaio è un’attività ancora presente e apprezzata a Sagron Mis, nell’Agordino. Il Festival di Sagron Mis, dal 26 al 28 luglio, è l’occasione per scoprire il patrimonio culturale legato all’attività di questi artigiani. Ne parlerà anche Mauro Corona mentre Alessandro Gogna condurrà i turisti sul nuovissimo sentiero “Intrecci nel tempo”

Comune di Sagron Mis header logo I seggiolai di Sagron Mis per un turismo che lascia al centro il territorio
Stemma del Comune di Sagron Mis con la seggiola
In apertura: Sagron Mis

C’è turismo e turismo

Il turismo è la piaga d’Europa, la sua trappola, la sua decadenza. Non esagera certo il Financial Times nell’esprimere queste amare verità. Per fortuna non esiste solo il turismo in elicottero, quello abituale e quello proposto a Cogne rimasta isolata per il maltempo e ora frastornata da un via vai continuo di velivoli.

Ci sono piccoli borghi dove il turista viene sedotto da antiche tradizioni che quasi per miracolo oggi rivivono. Uno di questo è Sagron Mis nell’Agordino. Miracolo? La tradizione dei seggiolai della località (raffigurata anche nello stemma del Comune) viene considerata patrimonio storico e culturale e simbolo della laboriosità e dell’ingegnosità di questo piccolo paese che s’inserisce tra il Parco Naturale Paneveggio – Pale di San Martino e il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi.

Negli anni quella dei seggiolai è diventata un’arte riconosciuta per la sua eccellenza anche al di fuori dei suoi confini. Non per niente c’è ancora chi ricorda a Milano, e fra questi chi scrive, la presenza di seggiolai ambulanti ai quali si affidavano al mattino le sedie di casa più traballanti o nelle quali l’impagliatura in stile viennese aveva esalato gli ultimi respiri. Quando era ora di cena le sedie erano bell’e riparate e riconsegnate in perfetta salute ai clienti.

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Seggiolaio a Sagron Mis (ph Roberto Depellegrin)

Oggi promuovere la tradizione dei seggiolai, valorizzarla e sensibilizzare le nuove generazioni dell’importanza di preservarla attraverso la pratica del lavoro manuale è diventata una delle attrazioni del Festival di Sagron Mis che si svolge per la sua terza edizione dal 26 al 28 luglio.

In programma ci sono laboratori in piazza per apprendere l’antica lavorazione e impagliatura delle sedie, concerti di violino e un’escursione guidata sul territorio. No, per fortuna non c’è stato bisogno di elicotteri per portare l’Amministrazione comunale a intraprendere un articolato e partecipato processo di valorizzazione del territorio. Il tutto per garantire uno sviluppo socioeconomico sostenibile attraverso la promozione di un turismo specializzato, costruito attorno alle peculiarità uniche e irripetibili di questi luoghi.

Come l’artigianato possa riflettere la storia, la cultura e l’identità delle comunità alpine e molti altri temi legati alla loro fragile esistenza saranno l’argomento di cui parlerà Mauro Corona domenica 28 luglio presso la tensostruttura sul piazzale VVF di Mis.

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Mis visto da Sagron

Il seggiolaio di Sagron Mis custode della cultura

Il seggiolaio era una figura centrale nella comunità di Sagron Mis. Non era solo un artigiano, ma anche un uomo di cultura che tramandava le tecniche e i segreti del mestiere ai più giovani. Molto spesso il suo lavoro aveva un carattere ambulante e stagionale fino al centro Italia e all’estero. Talora l’intera famiglia partecipava al processo produttivo.

Le tecniche di lavorazione si tramandavano di generazione in generazione. Le sedie erano interamente fatte a mano, utilizzando principalmente legno di frassino, noce e ciliegio per la loro resistenza e duttilità. Con l’industrializzazione del XX Secolo, la produzione artigianale delle sedie subì un repentino calo. La tradizione non è però scomparsa del tutto.

Ci sono ancora artigiani che mantengono viva questa antica arte, spesso dedicandosi a produzioni di nicchia su misura. A Sagron Mis sono nate iniziative volte a preservare, promuovere e rinnovare la tradizione dei seggiolai con mostre, laboratori didattici e la creazione di musei locali dedicati all’arte della lavorazione del legno.

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Le Pale di San Martino, versante sud, viste dalla piazza di Sagron Mis

I segreti dei seggiolai di Sagron Mis

Sedici erano i pezzi che i seggiolai ambulanti incastravano tra loro per dare vita a una sedia impagliata. È il numero minimo sotto il quale la sedia non si regge in piedi. Il Laboratorio Sagron Mis, associazione di promozione sociale, ha avuto una bella idea: avviare un corso per imparare a creare una sedia e impagliarla con le tecniche collaudate, ma quasi perse, degli emigranti stagionali, gli artigiani che dopo il periodo dello sfalcio erano obbligati a trovare un’occupazione invernale.

E a proposito di tecnologia, per impagliare una “cariega” si usa la “paja”, un’erba palustre essicata. Ne serve circa un chilo. Oggigiorno, la difficoltà maggiore è il reperimento della “paja”. La migliore è quella che cresce lungo i fiumi di pianura. Reperire la materia prima, il legno, è più facile. Si impiegano essenze locai come frassino, acero, faggio, ciliegio e noce. 

Come in ogni lavoro artigianale ci sono piccoli segreti: i scalin, gli elementi che “fanno il giro alla carega” devono essere ancora verdi perché quando si seccano i pezzi si incastrano alla perfezione. Un tempo perlomeno si faceva così perché non c’erano i collanti. Oggi è tollerato che si usi alle volte un po’ di vinavil. 

Piz di Sagron Gruppo del Cimonega Parco nazionale Dolomiti Bellunesi scaled 830x623 1 I seggiolai di Sagron Mis per un turismo che lascia al centro il territorioPiz di Sagron Gruppo del Cimonega Parco nazionale Dolomiti Bellunesi scaled 830x623 1 I seggiolai di Sagron Mis per un turismo che lascia al centro il territorio
Piz di_Sagron, Gruppo del Cimonega, Parco nazionale Dolomiti Bellunesi

A piedi per conoscere il territorio di Sagron Mis

Il festival di Sagron Mis sarà, per concludere, anche un’occasione per scoprire in compagnia dello storico Alessandro Gogna il Sentiero Interpretativo “Intrecci nel tempo” . Si tratta di un itinerario ad anello che, partendo da una struttura ricettiva, si addentra tra boschi di faggi e abeti, seguendo in parte vecchi sentieri e comode strade forestali. Sarà Gogna a guidare la mattina del 28 luglio lungo quest’itinerario un’escursione di gruppo a partecipazione gratuita per conoscere le eccellenze del territorio.

L’itinerario si sviluppa per sette chilometri e consente di andare a scoprire quest’area ai piedi del Gruppo del Cimonega che per secoli è stato una sorta di giacimento da cui estrarre minerali. È da escludere, come appare logico, il sorvolo ormai abituale in località “griffate” di elicotteri affollati di turisti che mettono in subbuglio l’atmosfera in stile “Apocalypse Now”.

Roberto Serafin

Info Festival di Sagron Mis:

Il Festival si svolge per volontà ed iniziativa dell’Amministrazione Comunale di Sagron Mis (TN) in collaborazione con l’APT di San Martino di Castrozza e Primiero e con il contributo della locale Pro Loco in un contesto intimo di cultori della montagna che condividono l’apprezzamento per l’attrattiva di Sagron Mis e dintorni. La partecipazione a tutte le iniziative del Festival è gratuita. Per ulteriori informazioni sulla programmazione, gli orari e i punti di ritrovo consultare il sito dell’APT

 

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