(LaPresse) “Noi di Confartigianato vogliamo essere quelli che non lasciano solamente alla magistratura e alle forze di polizia il compito di opporsi alla criminalità e alle infiltrazioni. Vogliamo dare il nostro contributo perché oggi è un dovere di tutti i cittadini, delle organizzazioni e delle associazioni d’impresa per un’integrazione più forte con le Istituzioni contro questa piaga”. Lo ha detto a LaPresse il presidente di Confartigianato, Marco Granelli, commentando la firma del ‘Protocollo per la legalità e la sicurezza delle Imprese’, che la confederazione ha siglato oggi a Napoli insieme al Prefetto Michele di Bari e al Procuratore Nicola Gratteri. “Noi non siamo solo attori economici ma anche degli attori sociali, che si mettono a disposizione collaborando, sensibilizzando su quelli che sono i pericoli e dando una mano a quelle persone che stanno per cadere nell’illegalità”, ha proseguito Granelli, evidenziando che sono soprattutto i “percorsi imprenditoriali” le situazioni più a rischio. “La vita degli imprenditori non è tutta rose e fiori, capitano dei momenti in cui oggi i fallimenti di certe attività portano le persone a cedere alla strada dell’illegalità”, ha aggiunto.
Lavoro e illegalità sono legate in un paradossale doppio filo: “Oggi c’è il tema della disoccupazione ma nel 2023 le piccole imprese – cioè quelle fino a cinquanta addetti – hanno avuto difficoltà a trovare quasi 2 milioni di lavoratori sui 3,4 richiesti”, ribadisce il presidente, che poi conclude:
“Oggi l’artigiano deve seguire quella che noi chiamiamo l’intelligenza artigiana, quella su cui noi costruiamo la nostra attività e il nostro futuro – afferma Granelli, che poi ricorda – ha detto bene il Santo padre, quando ci ha ricevuti in udienza, quando ci ha detto ‘le macchine replicano, le persone inventano’”.
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