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Prosegue in prima Commissione l’esame della legge di assestamento. La maratona è iniziata martedì, con la presentazione della manovra da parte del presidente Maurizio Fugatti che ha illustrato come verrà usato il miliardo di euro disponibile sul bilancio 2024. Ieri è iniziata invece la fase delle audizioni con le osservazioni delle parti sociali, imprese e sindacati.
Camera di Commercio
Per Alberto Olivo e Massimo Pavanelli della Camera di Commercio «la manovra corrisponde a linee e indirizzi condivisibili». Qualche critica alla burocrazia, «su questo occorre intervenire politicamente», mentre c’è pieno appoggio «sugli interventi per sostenere il mantenimento degli insediamenti a livello periferico che vanno anche sostenuti con servizi e reti commerciali, che possono diventare fonti di occupazione, socialità e di turismo».
Imprenditori
Il presidente Andrea Basso ha evidenziato come positivi «i provvedimenti di agevolazione fiscale per le famiglie in materia di Irpef, di investimenti pubblici di stimolo alla crescita economica, di semplificazione di contratti pubblici e appalti». In qualità di presidente di Ance (costruttori) ha invece espresso «forte contrarietà alla deroga sul prezzario».
Albergatori ed artigiani
Gianni Battaiola (Albergatori): «Se si vuole fare qualche passo avanti e crescere rispetto a quella che è l’offerta che viene richiesta a livello internazionale un qualche intervento nel senso di un turismo di qualità va fatto». E Andrea De Zordo (Artigiani) ha sottolineato che «il contributo per le attività commerciali in zone disagiate dovrebbe essere ampliato anche alle attività artigianali».
Confindustria e Cooperazione
Per Confindustria invece, ha parlato Alessandro Santini, sottolineando che «se le imprese creano valore aggiunto creano ricchezza per il territorio e ciò provoca più servizi e benessere per la comunità», chiedendo di puntare di più su «digitalizzazione, sostenibilità, innovazione tecnologica, internazionaliz-zazione e formazione del personale delle imprese». Mentre per Fedecoop è intervenuto il presidente Roberto Simoni, che ha espresso «soddisfazione per la sensibilità confermata con le agevolazioni contributive sui punti vendita piccoli del consumo, per la conferma delle esenzioni Irap per le cooperative sociali».
Artigiani e commercianti
E Massimo Piffer (Confcommercio) ha ricordato tra i temi «che vale la pena di affrontare» in riferimento al terziario quello della «connessione con il mondo richiesta dalla globalizzazione che va coniugata con un’orografia del territorio non semplice», spiegando come «le piccole imprese stanno vivendo un momento difficile legato al potere d’acquisto». Mentre Mauro Paissan (Confesercenti) ha ribadito invece la «sostanziale e piena condivisione delle linee alla base della manovra» sottolineando però «la necessità di capire come aiutare il settore che è particolarmente in crisi».
Le categorie agricole
Diego Coller (Confagricoltura) ha osservato che «bisogna provare a mettere insieme agricoltura e turismo in una sinergia che porti a promuovere il territorio Trentino e i suoi prodotti», mentre Gianluca Barbacovi ha voluto precisare che «la categoria non è contro il turismo, ma che è molto suscettibile al consumo di suolo e vanno tutelate le aree agricole». Per Paolo Calovi (Confederazione italiana agricoltori) «i territori di montagna e le loro produzioni ed economie vanno valorizzati». Giacomo Broch (Federazione provinciale allevatori) è tornato sulla questione alberghi: «Non si può prevedere di togliere terreni se non a fronte di forti compensazioni».
Sindacati
Posizioni diverse tra i sindacati confederali. La Cgil boccia la manovra su tutta la linea, la Cisl vede il lato positivo mentre la Uil vede sia le luci «ma anche le troppe ombre». Andrea Grosselli (Cgil) «c’è una programmazione sbagliato dire che la Giunta non ha una visione perché da questa manovra esce chiaramente una visione sbagliata, fondata su un’idea di Trentino passatista, in cui turismo, agricoltura e piccole imprese sono gli unici settori di riferimento, senza uno sguardo a quanto accade a livello europeo e internazionale, dove invece emerge chiaro che occorre puntare sull’industria, che nel programma di governo non è nemmeno citata». E critica gli interventi a pioggia sull’Irpef: «Un pannicello caldo, poco efficace e fatto a scapito delle famiglie più deboli». Per la Cisl invece «molti aspetti positivi, a fronte di alcune proposte correttive». Il segretario Michele Bezzi spiega però che serve «una rivisitazione della disciplina dell’Assegno Unico Provinciale. Siamo disponibili ad affrontare la tematica senza pregiudizio nell’interesse della collettività». Ma alla Cisl «spiace constatare che non vi sia alcun accenno ad interventi a favore dell’integrazione di lavoratori stranieri». E così Walter Alotti della UIl: L’ingente liquidità (più di 1 miliardo di euro) a disposizione della giunta Fugatti e il pressing operato dalle organizzazioni sindacali ha permesso qualche passo avanti rispetto ad alcune richieste storiche degli ultimi anni anche se su molte altre, che restano inevase, la giunta sembra ascoltare solo le categorie economiche». E la critica più severa: « Il giudizio negativo sull’imponente manovra riguarda la persistente volontà di erogare incentivi, agevolazioni e contributi alle categorie economiche ed in particolare al settore del turismo e dell’agricoltura, con l’idea di innescare dopo l’investimento pubblico anche quello privato delle imprese. Imprese purtroppo ancora in gran parte sotto dimensionate e non indirizzate verso piani strutturati di politiche industriali capaci di aumentarne dimensioni, innovazione e produttività».

 

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