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«La sconfitta di Avellino dimostra che senza coesione il Pd qui non tornerà più protagonista, anche avendone i numeri. Per vincere servono unità e solidarietà». Questo il messaggio che Enzo De Luca, già senatore, consigliere e assessore regionale del Pd, ma anche l’ultimo segretario provinciale della Democrazia Cristiana prima della trasformazione in Partito Popolare Italiano, lancia al suo partito, alla vigilia della Direzione provinciale di martedì 9 luglio. Il Presidente dell’Osservatorio regionale sui Rifiuti in Campania interviene al termine della cinquantesima Settimana sociale dei cattolici. Lo fa con una riflessione sulla situazione politica italiana ad Avellino, alla luce dei risultati elettorali alle europee e alle amministrative maturati a giugno, ma soprattutto guardando alla prospettiva delle prossime regionali previste all’inizio del 2026. Si sofferma sull’attuale momento che sta attraversando il Pd irpino per chiedere la responsabilità di tutti. Per Enzo De Luca «ad Avellino si è persa l’occasione preziosa di dare ai cittadini una amministrazione realmente in grado di aprire una fase nuova, dopo anni difficili, che hanno lasciato inquietudine e incertezza». L’elettorato ha guardato con speranza al Pd, sostiene, ma spiega perchè nel Capoluogo non è bastato. «Il buon risultato del Partito Democratico in Irpinia, ottimo in particolare a Montoro, peraltro in un quadro favorevole con la forte avanzata registrata alle europee in Irpinia, in Campania e in Italia, non deve farci sottovalutare che ad Avellino è stata mancata una vittoria assolutamente alla portata, per non dire doverosa», premette Enzo De Luca, che chiede maggiore attenzione al contesto.
L’ANALISI. «Al di là degli approfondimenti che pur andrebbero fatti circa i flussi elettorali e la dispersione del consenso raccolto dalle liste, mi pare prioritaria una valutazione politica del partito su una campagna elettorale che è risultata alla prova dei fatti insufficiente. Non abbiamo saputo trasmettere alla pubblica opinione l’importanza e il significato della svolta proposta, che in questa precisa fase storica si impone nell’interesse dei cittadini, al di là delle logiche di appartenenza», osserva. «Certo, molto si è detto sui temi programmatici, ma non altrettanto efficacemente abbiamo saputo rappresentare quanto oggi contino battersi per i valori contro i mali che  minacciano la democrazia», argomenta, citando le parole del Papa Francesco, pronunciate a Trieste ieri, in chiusura della Settimana Sociale dei Cattolici in Italia. «Contro quwlki che definisce lo scetticismo democratico e il fascino del populismo, il Pontefice ci ricorda che la ‘democrazia è e resta l’antidoto esclusivo alla tentazione di salvarsi da soli’, esprimendo le stesse preoccupazioni esternate dal Capo dello Stato», continua De Luca. «Abbiamo affrontato quella di Avellino come una qualunque campagna elettorale, trascurando la portata storica in gioco nell’attuale contesto sociale e culturale peculiare della città e generale nell’Italia di oggi». Nel merito: «Non toccava a noi celebrare processi a qualcuno o a qualcosa, questo no, ma al Pd spettava assumere la propria responsabilità di portare nella istituzione comunale i valori della legalità nella trasparenza, della capacità di scegliere nella partecipazione, della sobrietà e della operosità come cifra di una amministrazione finalizzata solo al bene comune, capace di aprire spazi di protagonismo per i giovani, le famiglie, il territorio, qualificando qui ed ora una ‘democrazia ad alta intensità’, per dirla con Sergio Mattarella, una democrazia in grado di favorire l’impegno popolare, il contributo attivo dei cittadini». All’interno della alleanza e dello stesso partito nato da sensibilità diverse, Enzo De Luca rivendica nella coerenza delle scelte il proprio retaggio culturale di cattolico democratico. «Il protagonismo dei cattolici, accanto a quello degli altri portatori di culture costitutive del Pd, è essenziale per costruire nella nostra città e in Campania, nel Mezzogiorno e nel Paese, una democrazia autentica, evitando ‘l’errore di confondere il parteggiare con il partecipare’, come Mattarella ha sottolineato nel suo intervento a Trieste, in sintonia con l’appello della Chiesa». In definitiva, «dobbiamo rammaricarci di non aver saputo spiegare alla gente che intorno ad Antonio Gengaro e al progetto di rilancio e cambiamento di Avellino proposto dalla coalizione c’era spazio per aggregare una comunità schierata per i diritti, per la democrazia e la legalità. Avremmo potuto iniziare un cammino di condivisione della responsabilità – con famiglie e imprese, associazioni e istituzioni oltre – cito ancora Mattarella – ‘la democrazia della maggioranza’, esercitata unilateralmente come una delega in bianco».
L’APPELLO. Conclusa la tornata elettorale, occorre rioartire dai problemi che restano, rimarca Enzo De Luca. «L’opportunità non è sfumata del tutto, se sapremo correggere l’errore dentro il Partito Democratico, supportando in Campania il Presidente Vincenzo De Luca e il consigliere Maurizio Petracca, in Irpinia il Presidente della Provincia Rizieri Buonopane e i tanti Sindaci espressione dei nostri valori. Il Pd ha il dovere di agire per difendere i diritti, la partecipazione, ma anche le giuste riforme mirate a garantire sviluppo sostenibile ed equo, correggendo ciò che non funziona. Nel primo caso vanno aiutati gli sforzi di chi, come le Acli, ieri mattina con altri sottoscrittori ha depositato alla Corte di Cassazione il quesito referendario totalmente abrogativo della legge Calderoli sull’Autonomia Differenziata delle Regioni a statuto ordinario, approvato lo scorso 19 giugno. Nel secondo caso, bisogna moltiplicare gli sforzi per contribuire a riorganizzare il ciclo integrato delle acque e dei rifiuti, disinquinare l’ecosistema a cominciare dall’aria, intervenire per sbloccare la depurazione industriale, come i grandi investimenti infrastrutturali per lo sviluppo produttivo della Valle Ufita». Per Enzo De Luca «solo con la massima coesione intorno ai suoi riferimenti istituzionali, per i Democratici sarà possibile recuperare la credibilità e l’utilità della politica tra la gente». Allo stesso Pd resta, pertanto, un passaggio da compiere. «Facendo mie ancora una volta le parole di Mattarella pronunciate alla cerimonia di apertura della 50esima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, rammento a me stesso che ‘per definizione, democrazia è esercizio dal basso legato alla vita di comunità, democrazia è camminare insieme’, come la funzione dei partiti fissata dall’articolo 49 della Costituzione stabilisce. Questo ci impone il dovere di celebrare tutti i congressi collegati a quello regionale, per favorire partecipazione e rinnovamento». Per De Luca, quindi, «è tempo di restituire agli iscritti il compito e la responsabilità di mettersi in cammino al fianco dei nostri riferimenti istituzionali, contribuendo ad ampliare la comunità dei Democratici al lavoro per il futuro del territorio, anche e soprattutto nell’interesse delle nuove generazioni».

Ciriaco De Mita accanto a Sergio Mattarella

DE MITA. Il rinnovato impegno politico di Enzo De Luca, mirato a rilanciare una democrazia della partecipazione, passa anche per una iniziativa ora in preparazione «in memoria di chi ha dedicato la sua vita nella Democrazia Cristiana e nel Parlamento a questo obiettivo nel solco moroteo», come spiega. «Sto preparando un convegno sull’opera di Ciriaco De Mita, che nella fase storica più difficile per l’Italia, dopo l’assassinio di Aldo Moro, avviò un percorso dentro e fuori il Parlamento e il partito per superare la frammentazione correntizia, puntando a collegare le istituzioni della Repubblica con la società civile, puntando sulle riforme, ma valendosi della lungimiranza quotidiana che ogni giorno il gruppo dirigente politico è chiamato ad esercitare. La sua lezione può e deve ispirare l’agire politico dei cattolici anche e soprattutto oggi».


TAGS:
Aldo Moro, Antonio Gengaro, Avellino, Comune di Avellino, Democrazia Cristiana, Elly Schlein, Enzo De Luca, Partito Democratico, Pd Avellino, Provincia di Avellino, Regione Campania, Rizieri Buonopane, Sergio Mattarella, Vincenzo De Luca

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

«La sconfitta di Avellino dimostra al Pd che senza coesione non tornerà protagonista»

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