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L’inizio del mese di luglio non segna solo l’arrivo ufficiale della bella stagione, rappresenta anche il momento giusto per decidere di approfittare dei bonus casa 2024 prima del loro termine. Secondo quanto previsto ad oggi, infatti, molte agevolazioni scadono a fine anno. In attesa di un eventuale intervento da parte del governo, che potrebbe decidere di rimodulare i benefici fiscali anche alla luce della direttiva sulle case green (che è stata approvata dal Parlamento europeo lo scorso 12 marzo, ha ottenuto il via libera da parte dell’Ecofin lo scorso 12 aprile ed è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Ue lo scorso 8 maggio), vediamo quali sono le date da segnare in agenda e quali sconti sono prossimi alla conclusione.

Bonus ristrutturazione casa, quando scade

Il bonus ristrutturazione per la casa scade il 31 dicembre 2024. La detrazione è rivolta ai contribuenti soggetti all’Irpef, residenti o meno nel territorio dello Stato, che sostengono le spese di ristrutturazione. L’agevolazione riguarda i proprietari degli immobili oggetto dell’intervento; i titolari di diritti reali/personali di godimento sugli immobili; gli inquilini; il familiare convivente con il possessore o il detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (coniuge, componente dell’unione civile, parenti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado); il convivente more uxorio (per le spese sostenute a partire dal 1° gennaio 2016).

Il beneficio fiscale, che deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo, permette ai contribuenti di detrarre dall’Irpef il 50% delle spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024, con un limite massimo di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Per gli interventi di ristrutturazione realizzati su immobili residenziali adibiti promiscuamente all’esercizio di un’attività commerciale, dell’arte o della professione, la detrazione spetta nella misura ridotta della metà. 
Per le spese legate a interventi antisismici sono previste detrazioni più elevate, che possono arrivare fino all’85%. Anche in questo caso, le detrazioni devono essere usufruite fino al 31 dicembre 2024. 

Scadenza ecobonus 65% e 50%

L’ecobonus al 65% e 50% scade il 31 dicembre 2024. L’agevolazione fiscale per gli interventi che aumentano il livello di efficienza energetica degli edifici consiste in una detrazione dall’Irpef o dall’Ires la cui entità varia a seconda che l’intervento riguardi la singola unità immobiliare o gli edifici condominiali e dell’anno in cui lo stesso è stato effettuato. La detrazione deve essere ripartita in dieci rate annuali di pari importo.

Per poter usufruire dell’ecobonus, gli interventi devono essere eseguiti su unità immobiliari e su edifici (o su parti di edifici) esistenti, censiti o per i quali è stato chiesto l’accatastamento, di qualunque categoria catastale, anche se rurali, compresi quelli strumentali per l’attività d’impresa o professionale, merce o patrimoniali.

Come sottolineato dall’Agenzia delle Entrate, per la maggior parte degli interventi la detrazione è pari al 65%, per altri spetta nella misura del 50%. 

In questa seconda categoria rientrano:

  • l’acquisto e posa in opera di finestre comprensive di infissi;
  • l’acquisto e posa in opera di schermature solari;
  • l’acquisto e posa in opera di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili;
  • la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione con efficienza almeno pari alla classe A o con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili (spetta, invece, la maggiore detrazione del 65% se le caldaie, oltre a essere almeno in classe A, sono anche dotate di sistemi di termoregolazione evoluti).

L’ecobonus spetta a tutti i contribuenti residenti e non residenti, titolari di qualsiasi tipologia di reddito:

  • le persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni;
  • i contribuenti titolari di reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali);
  • le società semplici;
  • le associazioni tra professionisti;
  • gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale.

Il beneficio, inoltre, spetta a chi possiede o detiene, in base a un titolo idoneo, l’immobile oggetto di intervento:

  • il proprietario o il nudo proprietario;
  • il titolare di un diritto reale di godimento, quale usufrutto, uso, abitazione o superficie;
  • l’inquilino o il comodatario dell’immobile;
  • i soci di cooperative a proprietà divisa e indivisa;
  • gli imprenditori individuali, per gli immobili che non rientrano fra i beni strumentali o i beni merce;
  • coloro che producono redditi in forma associata (società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice e soggetti equiparati, imprese familiari), alle stesse condizioni previste per gli imprenditori individuali;
  • i familiari conviventi, vale a dire il coniuge (a cui è equiparata la parte dell’unione civile), i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado;
  • il convivente di fatto;
  • il coniuge separato assegnatario dell’immobile intestato all’altro coniuge;
  • il promissario acquirente.

Bonus mobili, qual è la scadenza

Può beneficiare del bonus mobili ed elettrodomestici chi acquista entro il 31 dicembre 2024 mobili ed elettrodomestici nuovi (di classe non inferiore alla classe A per i forni, alla classe E per le lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie, alla classe F per i frigoriferi e i congelatori) e ha realizzato interventi di ristrutturazione edilizia a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei beni.

Il bonus mobili ed elettrodomestici è una detrazione Irpef per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici, destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione. La detrazione deve essere calcolata su un importo massimo di 5.000 euro per il 2024, comprensivo delle eventuali spese di trasporto e montaggio, e deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Il pagamento deve essere effettuato con bonifico o carta di debito o credito.

Bonus verde, quando scade

Il bonus verde scade nel 2024. Si tratta di una detrazione Irpef del 36% sulle spese sostenute per la sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi; per la realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili. Se legate all’esecuzione di questi interventi, anche le spese di progettazione e manutenzione danno diritto all’agevolazione. 

Il bonus verde deve essere ripartito in dieci quote annuali di pari importo e deve essere calcolato su un importo massimo di 5.000 euro per unità immobiliare a uso abitativo. La detrazione massima è dunque di 1.800 euro (36% di 5.000) per immobile. Il pagamento delle spese deve avvenire attraverso strumenti che ne consentano la tracciabilità.

L’agevolazione spetta ai contribuenti che possiedono o detengono, sulla base di un titolo idoneo, l’immobile sul quale sono effettuati gli interventi e che hanno sostenuto le relative spese. Anche i familiari conviventi di chi possiede o detiene l’immobile possono accedere al bonus verde, se ne sostengono le spese e le fatture e i bonifici sono intestati a questi soggetti.

Superbonus 70 per cento, ecco la scadenza

Il superbonus al 70 per cento riguarda le spese sostenute nel 2024. L’agevolazione fiscale disciplinata dall’articolo 119 del decreto-legge n. 34/2020 (decreto Rilancio) è stata più volte modificata nel tempo. La detrazione iniziale era del 110%, si è poi passati a una detrazione del 90%, che quest’anno è scesa al 70%.

Sismabonus, la scadenza nel 2024

Il sisma bonus, per le spese sostenute dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2024, offre la possibilità di beneficiare di una detrazione del 50%, che deve essere calcolata su un ammontare massimo di 96.000 euro per unità immobiliare (per ciascun anno) e che deve essere ripartita in cinque quote annuali di pari importo. 

Come spiegato dall’Agenzia delle Entrate, la detrazione è più elevata (70 o 80%) quando dalla realizzazione degli interventi si ottiene una riduzione del rischio sismico di 1 o 2 classi e quando i lavori sono stati realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali (80 o 85%). 

Il sisma bonus, grazie al quale i contribuenti che eseguono interventi per l’adozione di misure antisismiche sugli edifici possono detrarre una parte delle spese sostenute dalle imposte sui redditi, può essere richiesto per le somme spese nel corso dell’anno e può essere ceduto se relativo a interventi effettuati su parti comuni di edifici condominiali. 

Le percentuali di detrazione fruibili con il sisma bonus 2024 dipendono dalla tipologia di intervento e di immobile interessato (se unità immobiliari o parti comuni di edifici condominiali): 

  • 50% con miglioramento dell’unità immobiliare senza cambio di classe di rischio sismico;
  • 70% con riduzione di una classe di rischio;
  • 80% con riduzione di due classi di rischio;
  • 75% con riduzione di una classe di rischio per lavori su parti condominiali;
  • 85% con riduzione di due classi di rischio per lavori su parti condominiali.

 

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