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Il settore immobiliare e i finanziamenti ad esso correlati hanno manifestato segnali inequivocabili di vitalità nei primi sei mesi del 2024, testimoniando un incremento del 15% nelle richieste di mutui rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, come emerge dagli studi condotti da Facile.it e Mutui.it. Nonostante questa crescita, i numeri stanno ancora faticando a eguagliare i picchi che erano stati raggiunti prima della crisi economica recente.

Nel dettaglio, l’importo medio richiesto per un mutuo ha visto un’escalation del 3%, posizionandosi a 133.389 euro nel 2024, un lieve aumento rispetto al 2023. Analogamente, il valore medio dell’immobile oggetto di finanziamento è cresciuto, attestandosi a 207.614 euro. Questi dati non solo evidenziano una maggiore capacità di investimento da parte dei richiedenti, ma riflettono anche l’intensificarsi della fiducia nel mercato immobiliare.

Contrastando questa tendenza positiva, il panorama delle erogazioni mostra ancora qualche segno di debolezza, con una contrazione del 13% nei flussi finanziati nel primo trimestre del 2024, secondo quanto riferito da Assofin. Questa dicotomia tra domanda e offerta effettiva di finanziamenti pone alcune questioni cruciali sulle dinamiche di mercato che stanno influenzando il settore dei mutui.

I tassi fissi, nel loro ruolo di barometro dell’affidabilità e stabilità economica, hanno offerto condizioni favorevoli nei primi mesi del 2024. Secondo le simulazioni di Facile.it, l’offerta migliore per un mutuo medio da 126.000 euro su 25 anni segna un tasso annuo nominale (Tan) del 2,86%, con una rata mensile di 588 euro. Per gli immobili con classificazione energetica A o B, i cosiddetti mutui green, il Tan si posiziona addirittura al 2,72%, con rata di 579 euro.

Tuttavia, il discorso si complica quando si passa ai tassi variabili. Nonostante una riduzione degli indici di riferimento, influenzata dai recenti tagli della Banca Centrale Europea, i tassi applicati ai mutui a tasso variabile rimangono sostenuti. Le migliori condizioni reperibili si attestano su un Tan del 4,34% e una rata di 682 euro per un mutuo medio. Le previsioni derivanti dai futures sugli euribor indicano una possibile ulteriore riduzione di questi indici entro fine anno, sebbene l’impatto sulle rate variabili debba ancora manifestarsi in termini significativi di risparmio per i mutuatari.

La ricomposizione di questi elementi lascia intravedere un orizzonte dicotomico per il settore dei mutui. Da un lato, la ripresa della domanda è un indizio incoraggiante che potrebbe preludere a una progressiva stabilizzazione. Dall’altro, le condizioni legate ai tassi variabili rappresentano ancora una variabile critica, capace di influenzare decisamente la sostenibilità degli impegni finanziari assunti dai consumatori.

Per il futuro prossimo, tutti gli occhi saranno puntati sull’evoluzione dei tassi e sulla capacità del mercato di convergere verso un equilibrio più solido e inclusivo, capace di supportare tanto gli investimenti privati quanto la crescita economica più in generale. La dinamica tra domanda in crescita e l’offerta reale di finanziamenti sarà decisiva nel modellare il panorama dei mutui nel resto del 2024.

 

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