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Prosegue a fari spenti la diplomazia silenziosa fra Russia e Ucraina. Dopo il maxi scambio di 180 prigionieri, 90 per parte, dello scorso 25 giugno, grazie alla mediazione degli Emirati Arabi, si è sbloccata la situazione di altre 10 persone, tutte ucraine. L’annuncio è arrivato direttamente da Volodymyr Zelensky, che ha parlato di “10 connazionali liberati dalla prigionia russa” e ringraziato il Vaticano per il presumibile ruolo giocato con Mosca in fase di negoziazione. Nella lista dei rilasciati dal Cremlino figurano anche due sacerdoti greco-cattolici: Ivan Levytskyi e Bohdan Heleta, padri della congregazione del Santissimo Redentore.

Mosca rilascia 10 prigionieri ucraini

Siamo riusciti a liberare altri 10 nostri connazionali dalla prigionia russa, nonostante tutte le difficoltà“, ha scritto Zelensky su X ringraziando il Vaticano e sottolineando che tra le persone liberate ci sono anche “Bohdan Heleta e Ivan Levytskyi, sacerdoti della Chiesa greco-cattolica ucraina, che sono stati catturati a Berdyansk per aver resistito agli occupanti“. Tra le persone rilasciate, ha proseguito il presidente ucraino, figurano anche “Nariman Dzhelyal, vice capo del Mejlis del popolo tataro di Crimea, che è stato catturato in Crimea nel 2021. Olena Piekh e Valeriy Matiushenko, civili, tenuti prigionieri dal 2017-2018“.

Tornati in Ucraina anche altri cinque civili che sono stati catturati in Bielorussia e privati ​​della loro libertà: Mykola Shvets, Natalia Zakharenko, Pavlo Kupriienko, Liudmyla Honcharenko e Kateryna Briukhanova. “Ora sono tutti liberi e a casa in Ucraina. Sono grato a tutti coloro che hanno aiutato. Ringrazio il nostro team che lavora per liberare i prigionieri. Vorrei anche riconoscere gli sforzi della Santa Sede per riportare a casa queste persone. Libereremo sicuramente tutto il nostro popolo“, ha concluso il capo di Stato di Kiev.

Niente a che vedere, dunque, con lo scambio di pochi giorni fa. In quel caso era andato in scena uno scambio tra prigionieri militari. Tra i 90 ucraini liberati da Mosca erano presenti elementi del personale di servizio delle Forze Armate e della Guardia Nazionale, nonché delle guardie di frontiera. Gli ex prigionieri erano stati scambiati con 90 soldati russi.

La mediazione del Vaticano

Dicevamo dei due sacerdoti presenti tra i dieci prigionieri liberati da Mosca. Il rilascio dei chierici, si legge in una nota del Segretariato dell’arcivescovo di Kiev Sviatoslav Shevchuk, è avvenuto per l’interscambio dei prigionieri. I due sacerdoti erano stati arrestati il 16 novembre 2022 a Berdyansk sotto occupazione. Per un lungo periodo non si erano avute notizie su di loro.

Shevchuk ha espresso la sua sincera gratitudine alla Santa Sede per la liberazione di entrambi. Ha rivolto un ringraziamento speciale a Papa Francesco, al cardinale Pietro Parolin e all’intero corpo diplomatico del Vaticano. Un ringraziamento particolare è stato indirizzato al cardinale Matteo Zuppi e all’Arcivescovo Visvaldas Kulbokas, Nunzio Apostolico in Ucraina, per la loro mediazione. “Ciascuno di loro ha dato un inestimabile contributo personale affinchè questo evento diventasse realtà“, si legge nella nota.

I sacerdoti sono stati accolti da monsignor Andriy Khimyak, vescovo ausiliare dell’arcieparchia di Kiev, e dal reverendo Oleksa Petriv, Capo del Dipartimento per le relazioni esterne della Chiesa greco-cattolica ucraina in Ucraina. “Dall’invasione su vasta scala del febbraio 2022, i sacerdoti Ivan Levytskyi e Bohdan Heleta hanno scelto di rimanere con la loro comunità nei territori temporaneamente occupati. Hanno svolto il proprio ministero sia per la comunità greco-cattolica che quella cattolica romana, portando la luce della speranza alle persone sotto occupazione russa. Sono stati arrestati, e successivamente, per la formulazione delle accuse, nella chiesa sono stati collocati oggetti militari per incriminarli di possesso illegale di armi. Giungevano segnalazioni che riportavano quanto i due sacerdoti venivano torturati senza pietà per estorcere confessioni di crimini mai commessi“, si legge ancora.

Dopo un lungo periodo in cui non si avevano più notizie dei prigionieri, nel mese di maggio, l’arcivescovo Shevchuk ha

ricevuto la conferma che i reverendi Ivan e Bohdan erano ancora in vita e che vi erano speranze concrete per la loro liberazione. “Finalmente, il 27 giugno è giunto il giorno della loro liberazione“, ha spiegato.

 

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