«Il sindaco Masci ha il dovere di chiarire al più presto la vicenda del biodigestore, progetto che sarebbe definitivamente naufragato per la rinuncia dei proponenti. E a questo punto Masci deve chiarire anche il futuro dell’igiene urbana: l’intero centrodestra aveva infatti trasformato il biodigestore nel simbolo della propria politica dei rifiuti, lo aveva indicato come l’elemento indispensabile per il rafforzamento del ruolo pubblico nel settore. Tuttavia come più volte sottolineato nei nostri interventi, a differenza delle altre realtà pubbliche abruzzesi, il Comune di Pescara e Ambiente Spa non hanno partecipato ai bandi Pnrr che proprio per la realizzazione di questi impianti permettevano l’accesso a contributi a fondo perduto. Si è scelta la linea del project financing e del mutuo Bei per 15 milioni di euro, con un forte rischio per l’azienda, visto che appunto non si trattava di fondi pubblici ma di risorse da restituire alla Bei e, di fatto, al partner privato. Una scelta contestata dal centrosinistra e, anche in seno al Cda, dal consigliere Emilio Longhi e dall’allora presidente Massimo Galasso, che poi infatti si è dimesso perché in disaccordo. Ora è tutto naufragato: i pescaresi devono sapere cosa è avvenuto, quanto è stato speso per tutte le procedure propedeutiche rivelatesi a questo punto inutili, dall’acquisto del terreno a Città Sant’Angelo fino ai pareri dei consulenti. Masci chiuda al più presto le trattative per la composizione della giunta e spieghi».
A chiederlo sono i neo consiglieri comunali del Partito Democratico, Giovanni Di Iacovo, Piero Giampietro, Francesco Pagnanelli, Michela Di Stefano e Marco Presutti.
«La linea del Comune si è rivelata fallimentare: ora l’ente dovrà rinunciare alla linea di finanziamento della Bei, e avendo perso il treno del Pnrr deve dire addio all’impianto pubblico per i prossimi anni. Masci dovrà chiarire anche quale sarà il futuro di Ambiente Spa di cui il Comune di Pescara è di gran lunga azionista di maggioranza e dell’intero ciclo dei rifiuti in questo territorio anche in vista delle possibili scelte della Regione in materia di gestione dei rifiuti».
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