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Il Governo ha dato ufficialmente il via al Piano Transizione 5.0 per il biennio 2024-2025, stanziando risorse per 6,3 miliardi di euro. Questo fondo è destinato a supportare la transizione ecologica e digitale delle aziende italiane, incentivando gli investimenti in asset materiali e immateriali attraverso un sistema di credito d’imposta. Le aziende beneficeranno di un credito d’imposta del 35% sugli investimenti fino a 2,5 milioni di euro. Questa percentuale può aumentare fino al 40% o 45% se gli investimenti contribuiscono significativamente alla riduzione dei consumi energetici. Il DL PNRR mira a promuovere progetti innovativi, soprattutto quelli che continuano le iniziative del precedente Piano Transizione 4.0, con un focus sul risparmio energetico. Vuoi avere maggiori informazioni sul credito d’imposta di Transizione 5.0? Allora, continua a leggere questo articolo.

Transizione 5.0: tutto sui crediti d’imposta per le imprese

Approvato il Piano Transizione 5.0: cosa c’è da sapere?

Il Piano Transizione 5.0 è stato ufficialmente approvato durante il Consiglio dei Ministri tenutosi il 26 febbraio, segnando un passo significativo verso la promozione della sostenibilità e dell’innovazione tecnologica nelle imprese italiane. Questa iniziativa è stata successivamente dettagliata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che ha delineato gli obiettivi e le modalità di attuazione del piano.

Con un impegno finanziario complessivo di 6,3 miliardi di euro per il biennio 2024-2025, il Piano Transizione 5.0 si propone di accelerare la transizione delle imprese italiane verso pratiche più sostenibili e digitalizzate. Questo finanziamento si aggiunge ai 6,4 miliardi di euro già previsti dalla Legge di Bilancio 2024, portando il totale delle risorse disponibili a circa 13 miliardi di euro. Questo ingente investimento riflette l’importanza che il governo attribuisce alla trasformazione ecologica e digitale del tessuto produttivo italiano.

Il piano si inserisce nel contesto più ampio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che mira a stimolare la ripresa economica e a promuovere una crescita sostenibile nel post-pandemia. Attraverso il Transizione 5.0, le aziende saranno incoraggiate a investire in tecnologie innovative, in soluzioni per l’efficienza energetica e in processi produttivi più puliti e sostenibili.

Quali sono gli obiettivi del Piano Transizione 5.0?

L’obiettivo principale del piano è duplice:

  • da un lato, si intende ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive, promuovendo l’adozione di fonti energetiche rinnovabili e l’ottimizzazione dei consumi energetici;
  • dall’altro, si vuole incrementare la competitività delle imprese italiane attraverso l’innovazione digitale e tecnologica. In questo modo, il Piano Transizione 5.0 si configura come un elemento chiave per indirizzare l’economia italiana verso un modello di sviluppo più resiliente, inclusivo e sostenibile.

Per garantire il successo del piano, sono previste diverse misure di supporto alle imprese, tra cui incentivi fiscali, crediti d’imposta e sostegni finanziari mirati. Questi strumenti sono pensati per facilitare l’accesso al capitale necessario per realizzare investimenti significativi in ricerca e sviluppo, in beni strumentali innovativi e in progetti di sostenibilità ambientale.

Le novità di Transizione 5.0: tra credito d’imposta beni strumentali e formazione del personale

Una delle innovazioni chiave del Piano Transizione 5.0 include l’eleggibilità di investimenti in nuovi beni strumentali, sia tangibili che intangibili, destinati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili che portino a una riduzione dei consumi energetici. Inoltre, viene reintrodotto il bonus per la formazione interna dei dipendenti. Quest’ultimo aspetto mira a migliorare o ampliare le competenze relative alle tecnologie essenziali per i processi innovativi.

Credito d’imposta fino al 45%. Tutte le aliquote

Conforme alla bozza del provvedimento, ancora in attesa di pubblicazione ufficiale, il credito d’imposta assegnato alle imprese sarà del:

  • 35% sulle spese ammissibili per investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 15% per gli investimenti che superano i 2,5 milioni di euro e arrivano fino a 10 milioni di euro;
  • 5% per gli investimenti che vanno dai 10 ai 50 milioni di euro, questo ultimo rappresentando il limite massimo ammissibile.

Inoltre, il Piano prevede aumenti del credito d’imposta fino al 40-45% per quelle imprese che superano gli obiettivi di base di risparmio energetico.

Requisiti, condizioni e certificazione per accedere al credito di Transizione 5.0

Anche in Transizione 5.0 resta confermato il requisito fondamentale dell’interconnessione con il sistema di gestione della produzione aziendale. Viene introdotta, inoltre, una nuova condizione che impone una riduzione dei consumi energetici dell’infrastruttura produttiva di almeno il 3%, o del 5% se applicata specificamente ai processi produttivi. Ai requisiti dell’interconnessione e della riduzione dei consumi, Transizione 5.0 richiede anche una certificazione ex ante ed ex post degli investimenti, per garantire che questi portino effettivamente a una riduzione dei consumi energetici.

L’accesso ai crediti d’imposta del Piano Transizione 5.0 è subordinato alla certificazione da parte di un revisore legale. Questo processo garantisce che le spese sostenute siano reali e conformi ai requisiti del Piano. Le PMI possono includere i costi di certificazione nel credito d’imposta, fino a un massimo di 10.000 euro. La certificazione deve essere effettuata da revisori legali o società di revisione accreditate. Per le aziende non soggette a revisione legale obbligatoria, la certificazione può essere fornita da un revisore indipendente, con un rimborso dei costi fino a 5.000 euro.

Quali sono le spese ammesse da Transizione 5.0?

Transizione 5.0 concede i crediti d’imposta per le spese abituali dedicate all’innovazione presenti negli allegati A e B della Legge 232/2016, e che includono ad esempio:

  • Beni Strumentali Nuovi: Investimenti in macchinari, impianti, attrezzature e hardware che sono utilizzati per l’innovazione dei processi produttivi o per l’introduzione di nuovi prodotti.
  • Software e Sistemi Informatici: Acquisto o licenza di software, sistemi e soluzioni informatiche avanzate che contribuiscono all’innovazione tecnologica e alla digitalizzazione delle imprese.
  • Ricerca e Sviluppo: Spese legate a progetti di ricerca e sviluppo che mirano all’acquisizione di nuove conoscenze o al miglioramento significativo di prodotti o processi.
  • Innovazione Tecnologica: Investimenti in tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale, la robotica, l’internet delle cose (IoT), la blockchain, ecc., che possono trasformare le attività aziendali.
  • Design e Modelli Estetici: Spese per attività di design industriale, design di prodotto e servizi che migliorano l’estetica e la funzionalità dei prodotti.

Con Transizione 5.0, a questi beni, si aggiungono anche:

  • I beni indispensabili per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, ad eccezione delle biomasse;
  • I moduli fotovoltaici qualificabili secondo le disposizioni dell’articolo 12, commi 1, lettere a), b) e c) del DL 181/2023;
  • Le spese destinate alla formazione dei dipendenti. Tali spese devono però essere parte di progetti innovativi che portino a una riduzione dei consumi energetici, con un investimento minimo di 40.000 euro. Queste spese possono arrivare fino al 10% del totale degli investimenti del progetto, con un limite massimo di 300.000 euro. Infine, devono riguardare attività formative condotte da entità esterne che saranno specificate in un futuro decreto del MIMIT.

I crediti d’imposta di Transizione 5.0, sono cumulabili?

Il nuovo credito d’imposta destinato agli investimenti aziendali non sarà cumulabile con il preesistente bonus Transizione 4.0 per gli stessi costi sostenuti.

Inoltre, non sarà possibile combinare questo nuovo credito d’imposta con quello previsto per gli investimenti nelle Zone Economiche Speciali (ZES Unica Sud), mantenendo così la regola dell’incumulabilità. Tuttavia, sarà consentito integrare questa agevolazione con altri incentivi applicabili agli stessi costi, purché l’importo totale ottenuto non ecceda il costo effettivamente sostenuto.

Come accedere al nuovo credito d’imposta del Piano?

Il credito d’imposta del Piano Transizione 5.0 viene assegnato in modo diretto, senza necessità di procedura istruttoria e indipendentemente dalle dimensioni dell’impresa, dal settore di appartenenza o dalla localizzazione geografica.

Tuttavia, come anticipato, sarà necessario presentare specifiche certificazioni rilasciate da un valutatore indipendente, che verrà designato mediante un decreto del MIMIT (in via di definizione), il quale fornirà anche tutte le indicazioni per la presentazione delle domande di incentivo. Per le PMI, questa certificazione sarà facilitata e sostenuta fino a un importo di 10.000 euro, e dovrà essere gestita attraverso una piattaforma telematica che sarà implementata sul sito del MIMIT.

Le aziende potranno utilizzare il credito in compensazione tramite il modello F24 in un’unica soluzione. Qualsiasi eccedenza non compensata entro il 31 dicembre 2025 potrà essere successivamente compensata in cinque rate annuali di pari importo.

Anche in questo caso, per ottenere con successo i crediti d’imposta di Transizione 5.0, è consigliabile affidarsi Finera, società esperta in finanza agevolata. Con il suo team di specialisti, Finera offre un supporto continuo a imprenditori e aziende interessate ad agevolazioni come i crediti d’imposta. Sei interessato a ottenere ulteriori informazioni e vuoi scoprire come possiamo supportarti nell’accesso a questi nuovi crediti d’imposta? Allora, richiedi ora una consulenza gratuita e non vincolante.

 

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