Inchiesta “Sisma bonus”, la procura presenta l’appello. Dopo la decisione dello scorso 7 giugno del giudice per le udienze preliminari – che aveva disposto undici assoluzioni e otto rinvii a giudizio, con l’eliminazione della ipotesi corruttiva (troncone Cassino) ma non per il filone pontecorvese – nei giorni scorsi il pm Alfredo Mattei ha depositato l’appello nei confronti di Argentino, Tanzi e Fontana. Nonché di Pirollo e Petrarcone. Per entrare un po’ più nel dettaglio occorre ricordare che la maxi inchiesta condotta dal Gruppo delle Fiamme gialle di Cassino si era sostanziata di ben sette ipotesi accusatorie spalmate su diversi filoni, con 17 indagati. Molti dei quali assolti circa 20 giorni fa.
L’indagine era partita dalle dichiarazioni durante un consiglio comunale del 2020 del sindaco Enzo Salera su un presunto tentativo di pilotare un appalto per l’efficientamento energetico della città. Dietro questa esternazione, che diede il via alle indagini, una situazione affatto semplice. Non sarebbero mancate tentate manovre politiche per creare un gruppo consiliare autonomo in seno alla maggioranza, in grado di condizionarla: a offrire questa ricostruzione agli inquirenti era stato l’ex consigliere Tommaso Marrocco, all’epoca dei fatti presidente della Commissione dei lavori pubblici. E implicato nell’inchiesta sulle firme false. Lo scorso 7 giugno, proprio per quanto riguarda l’ipotesi di istigazione alla corruzione nei confronti di Marrocco, erano stati assolti dalla pesante accusa Salvatore Fontana, Stefano Amadori, Gabriele Tanzi e Giovanni Argentino. Il giudice Alessandra Casinelli – accogliendo appieno la tesi difensiva degli avvocati Sandro Salera, Paolo Marandola e Umberto Pappadia – aveva infatti riconosciuto, ad esempio, la non sussistenza delle accuse nei confronti di Fontana, disponendo per gli “accusatori” la trasmissione degli atti al pm per ulteriori verifiche.
L’appello nei confronti di Fontana, Tanzi e Argentino andrebbe a incentrarsi sulla credibilità di Marrocco: le sue dichiarazioni sarebbero per gli inquirenti concrete, come si evincerebbe anche da una serie di elementi investigativi. E l’ipotesi dell’offerta corruttiva, così contestata, sarebbe per la procura non indeterminata, ma ben circoscritta. Questo il cuore della linea della procura nell’appello depositato mercoledì. Appello che ha riguardato, ma per l’ipotesi di favoreggiamento, anche altri due assolti dal gup Casinelli: Bernardo Pirollo – assistito dall’avvocato Giancarlo Corsetti – e l’ex sindaco di Cassino Giuseppe Golini Petrarcone, assistito dall’avvocato Alberto Borrea. E ora occorrerà attendere la fissazione dell’udienza d’appello per i cinque coinvolti.
A restare in piedi, dopo l’udienza gup, il filone dell’ex mercato coperto e quello pontecorvese per i quali si andrà in aula il prossimo 12 settembre. Per il primo, sotto la lente, ancora il rinnovo di un permesso a costruire e la questione legata all’erogazione del sisma bonus. Scavando scavando i finanzieri avrebbero ipotizzato che «i lavori di abbattimento e di ricostruzione del mercato coperto di Cassino sarebbero iniziati già nel 2014, mentre gli indagati avrebbero falsamente dichiarato che il permesso a costruire era stato rilasciato nel marzo 2017, proseguendo, quindi, i lavori senza avere un valido titolo».
Per il filone pontecorvese, invece, nel mirino delle Fiamme gialle un presunto “patto” volto a favorire (per l’accusa) una ditta locale.
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