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La presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti è intervenuta in rappresentanza della Regione Emilia-Romagna alle celebrazioni per il 44° anniversario della strage di Ustica tenutesi nella sede del Comune di Bologna.

“Fare piena luce su quello che accadde il 27 giugno 1980 nei cieli di Ustica è un dovere per le Istituzioni e dovrebbe essere una battaglia che accomuna tutte le componenti dello Stato. Purtroppo sappiamo che in passato non è stato così. Tutt’altro. E ancora oggi, dopo 44 anni, assistiamo a inaccettabili dichiarazioni di esponenti politici e tentativi vergognosi di riscrivere la verità sulla strage” ha affermato la presidente, che ha sottolineato: “Lo voglio dire con chiarezza davanti a tutti voi, a Daria Bonfietti e a tutti i familiari: non ce la faranno. Da Bologna e dall’Emilia-Romagna troveranno un muro tutti i tentativi di depistaggio e di inquinamento della verità. E’ sempre stato così in passato e saremo sempre al vostro fianco per ricordare quanto è accaduto e per lavorare affinché venga fatta piena luce su un evento che ha sconvolto la vita del Paese e in particolare ha cambiato per sempre quelle di tante famiglie e comunità. Lo dobbiamo in primo luogo alle vittime e all’Associazione dei Familiari”.

“Su Ustica – ha evidenziato Emma Petitti – esiste una verità giudiziaria che racconta di un atto di guerra nei cieli italiani in tempo di pace. E non può essere messa in discussione. Ma quarantaquattro anni sono lunghi, un intervallo di tempo che abbraccia due generazioni e mantenere viva la memoria è un esercizio doveroso quanto difficile. Il Museo di Bologna ne è una testimonianza straordinaria. Unica al mondo. Un’installazione artistica che rappresenta un’espressione di impegno civile che lascia senza respiro. Un luogo necessario e una visita che mi auguro venga inserita sempre più all’interno dei programmi scolastici o dei percorsi culturali, perché racconta meglio di qualsiasi libro o ricostruzione televisiva la potenza di questo evento. A distanza di 20 anni dalla sua realizzazione, è ancora più attuale oggi di allora”.

“Come Regione Emilia-Romagna – ha spiegato la presidente dell’Assemblea legislativa – siamo al fianco della difesa della memoria e della ricerca della verità con atti concreti. Questo è il ruolo che ritengo debba avere un’istituzione. Siamo l’unica Regione in Italia che ha varato una Legge per la Memoria e la Storia del Novecento, che prevede finanziamenti a progetti, ricerche, eventi culturali, mostre di realtà pubbliche e private relative a quel determinato periodo storico, che purtroppo a scuola si studia ancora troppo poco. Sono felice che ogni anno aumentino le domande di partecipazione al bando, allo stesso tempo vorrei che non fossimo gli unici, ma che anche altri territori nel nostro Paese seguissero questa strada”. “Proprio all’interno di questa legge – ha puntualizzato Emma Petitti – oggi abbiamo approvato la nascita della ‘Fondazione Museo per la memoria di Ustica’. La spinta ci è venuta dall’Associazione dei parenti delle vittime e la Regione ne è socio fondatore pubblico insieme al Comune e ad altri enti. I finanziamenti regionali sono già definiti per i prossimi tre anni, perché vogliamo che sia una realtà viva, che promuova la memoria della strage, in continuità con l’operato dell’associazione, e valorizzi il Museo di cui parlavo prima. Sempre come Regione, insieme alla Procura, al Tribunale, alla Corte d’Assise di Bologna e all’Archivio di Stato, stiamo proseguendo nella digitalizzazione degli atti processuali relativi agli episodi di eversione, terrorismo e strage giudicati dalla Corte d’Assise di Bologna a partire dal 1971. E’ un lavoro lungo, ma fondamentale per la ricerca giudiziaria e storica, che permette da un lato di incrociare nomi, dati ed episodi, dall’altro rappresenta un archivio straordinario a disposizione delle nuove generazioni.

“Come Regione – ha concluso la presidente Petitti – abbiamo il dovere di collaborare e di incalzare il Governo nella ricerca della verità. Per questo abbiamo chiesto all’esecutivo di proseguire sulla strada della desecretazione e della digitalizzazione degli atti già avviata dai governi precedenti e un impegno comune anche sul piano diplomatico: è imprescindibile acquisire tutte le informazioni in possesso di paesi amici dell’Italia e che oggi non sono ancora state rivelate. L’esecutivo si attivi perché vengano messe a disposizione degli inquirenti il prima possibile. In Emilia-Romagna la lotta costante per la verità e per la giustizia rappresenta la lotta per la difesa della democrazia e dei diritti. E soprattutto della dignità della nostra Repubblica”.

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