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Gli effetti negativi di finanza pubblica del Superbonus, «che hanno assunto una dimensione macroscopica, sono ascrivibili all’ampliamento degli obiettivi dell’agevolazione e alle ripetute estensioni temporali della misura, che hanno, appunto, generato un aumento della spesa ben oltre le aspettative iniziali». È quanto ha sottolineato ieri il procuratore generale della Corte dei Conti, Pio Silvestri, in occasione del giudizio di parificazione del Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2023. Silvestri ha puntato il dito anche contro «la diffusione di comportamenti fraudolenti». I magistrati tributari, in buona sostanza, hanno avallato la scelta politica del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti che, sin dall’inizio dell’anno scorso, ha stretto le maglie dell’agevolazione che caricherà il debito pubblico di 175 miliardi di maggiori oneri.

Silvestri ha inoltre evidenziato come «desta perplessità che il bilancio Inail presenti un ingente ed improprio avanzo annuale (spesso superiore al miliardo), che poco si concilia con il perdurante fenomeno infortunistico; è urgente l’esigenza di una rivisitazione dei meccanismi di finanziamento della prevenzione, anche rivedendo le procedure». La requisitoria del pg si è così pienamente immersa nell’attualità del dibattito politico, ancora dominato dall’ondata emotiva successiva alla morte del bracciante Satnam Singh a Latina. Una notazione cui ha prontamente replicato il ministro del Lavoro, Marina Calderone, notando come per «utilizzare tutti gli strumenti disponibili per ridurre gli infortuni nel bilancio di previsione 2024 dell’Inail abbiamo raddoppiato, rispetto al 2023, le risorse impiegate in materia di prevenzione per un totale di 1,55 miliardi di euro».

Un’altra notazione rilevante ha riguardato le «criticità e disomogeneità» nei pagamenti del debito commerciale del debito della Pa in quanto «è essenziale superare in modo definitivo tali problematiche, non solo per scongiurare procedure di infrazione, ma soprattutto per centrare l’obiettivo abilitante del Pnrr». Il superamento dei ritardi, ha osservato Silvestri, «rafforza e dà sostegno al tessuto produttivo e alla tutela della concorrenza», mentre «il ritardato pagamento del debito commerciale si traduce in un costo per la pubblica amministrazione sia per l’onerosità degli interessi moratori che per la formazione dei nuovi residui».

Queste sottolineature sintetizzano al meglio lo scrutinio tecnico della Corte nei confronti del bilancio pubblico. Le altre argomentazioni, infatti, assumono un carattere maggiormente politico, condizionato dalle frizioni tra Palazzo Chigi e Viale Mazzini relative al depotenziamento dei controlli preventivi in ambito Pnrr allo scopo di accelerare la spesa dei fondi. Una scelta del ministro Fitto che i magistrati contabili hanno mal digerito e che non perdono occasione di stigmatizzare, accentuando le critiche nei confronti delle politiche economiche pubbliche.

Non a caso nel giudizio di parifica trova spazio, come al solito, l’invettiva contro l’evasione fiscale che «resta diffusa» e che necessita di una aumento dei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Allo stesso modo, è stato rimarcato che la prossima manovra, oltre a ridurre il debito, dovrà trovare risorse per confermare i tagli fiscali ai redditi bassi e per finanziare la spesa sanitaria che «soffre di una crisi sistemica cui si deve rispondere con decisioni ed investimenti non più rinviabili».

 

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