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La Veneranda Biblioteca Ambrosiana, il museo più antico di Milano e tra le prime biblioteche pubbliche in Europa, fondata agli inizi del Seicento dal cardinale Federico Borromeo, ha registrato il suo primo bilancio in utile in oltre 400 anni di storia.

I conti dell’ente ecclesiastico sono stati approvati dalla Congregazione dei Conservatori il 13 giugno. I ricavi, che provengono principalmente dalla vendita dei biglietti, dal prestito delle opere e dagli eventi, hanno raggiunto i 4,35 milioni di euro con 509 mila di profitti, dopo un anno record per il numero di visitatori. Da una media decennale di 60.000 visitatori l’anno, nel 2023 si è arrivati a 250.000 ospiti.

Per consolidare quello che considera un successo, Antonello Grimaldi, segretario generale dell’istituzione da due anni, intende spingere per migliorare l’accessibilità dell’infrastruttura e dei contenuti del museo, oltre che cercare nuove modalità di finanziamento.

Il patrimonio dell’Ambrosiana

«Preservare per valorizzare: comunicare e innovare, non conservare», ripete Grimaldi. E l’Ambrosiana ha tantissimo da valorizzare.

Oltre alle opere d’arte della pinacoteca – tra le quali “La Canestra di Frutta” di Caravaggio, una delle prime nature morte al mondo, il cartone preparatorio per “la Scuola di Atene” di Raffaello e “Il Musico” di Leonardo da Vinci – la biblioteca ospita centinaia di migliaia di libri, pergamene e manoscritti rarissimi. Tra questi, tutte le 1.119 pagine del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci. Il valore è inestimabile: per fare confronto, nel 1994 Bill Gates acquistò i 18 fogli del Codice Leicester per 30 milioni di dollari. Solo un numero limitato di tavole del Codice Atlantico possono essere esposte alla volta e per soli tre mesi, prima di tornare in un caveau a temperatura controllata per almeno tre anni.

Il piano prevede la valorizzazione e divulgazione di questo catalogo di opere al pubblico. Per prossimo settembre l’Ambrosiana sta organizzando un grande evento su Cesare Beccaria con l’esposizione, fra gli altri documenti, del manoscritto di “Dei delitti e delle pene”. 

Comunicare la storia in chiave moderna

L’obiettivo di Grimaldi è orientare il più possibile la strategia del museo verso una comunicazione aperta con il pubblico. Nel 2022 sono state aperte le porte della biblioteca e della cripta di San Sepolcro ad Alberto Angela per il programma Stanotte a Milano su Rai 1.

«La cultura va divulgata e comunicata soprattutto a chi non conosce tutto quello che di bello c’è nei musei», afferma Grimaldi. «Devono essere luoghi di inclusione, dialogare con i visitatori di ogni fascia di età ma soprattutto incuriosire chi ignora».

Nel 2023 il museo ha intrapreso una complessa operazione in collaborazione con Confindustria per trasportare 12 fogli del Codice Atlantico a Washington in occasione dell’apertura degli uffici americani dell’associazione degli industriali. 

«Per le singole organizzazioni culturali le relazioni internazionali sono un’opportunità di crescita in termini di promozione del patrimonio e auspicabilmente economica», spiega il segretario generale che sottolinea come «senza la collaborazione dello staff, la fiducia della Congregazione dei Conservatori e la sinergia con il Collegio dei Dottori questi risultati non sarebbero stati possibili».

Nei prossimi anni, il museo vorrebbe modernizzare le strutture e riqualificare il suo patrimonio culturale, a partire da operazioni di manutenzione, restauro e conservazione. Senza chiudere al pubblico. «Oggi un museo diventa vecchio dopo tre anni di vita, figurarsi allestimenti che sono lì da decenni: la polverosa coltre del tempo fa il suo corso e da qui il bisogno di innovare con le nuove tecnologie».

Costruire il futuro

Ma per finanziare questi progetti, la Pinacoteca e Biblioteca Ambrosiana ha bisogno di fondi. Il museo è un’ente ecclesiastico e quindi è limitato dal fatto che i donatori non possono accedere alle agevolazioni dell’Art Bonus. La gestione del museo sta quindi cercando fonti di reddito alternative.

In particolare, Grimaldi spera di attrarre sponsor aziendali per sostenere l’Ambrosiana nel lungo termine. Lo schema ideale vedrebbe l’entrata di un milione all’anno per dieci anni. «La cura del patrimonio è sacrosanta ma non meno rilevante è la sua valorizzazione economica, che, quando c’è, genera un circolo virtuoso e diventa volano per una maggior cura dello stesso patrimonio». (riproduzione riservata)

 

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