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Oltre 570 milioni di Iva recuperati, intercettati 1.206 evasori fiscali totali. «Nonostante il dato, problematico, il Veneto è una regione virtuosa». Sono le parole del generale Riccardo Rapanotti, comandante regionale della guardia di finanza, nel giorno delle celebrazioni a Venezia del 250esimo anniversario dalla fondazione delle fiamme gialle. 

«La situazione non si può definire drammatica. Il rendimento è costante e questo significa che i fenomeni illeciti tendono a essere più o meno stabili nelle loro dimensioni in regione – prosegue il generale – Ci possono essere picchi determinati da indagini non programmate, come quella del sequestro dei 9 quintali di cocaina nascosti dentro l’impianto di aerazione della nave Atlas, scoperti dai finanzieri a Venezia mentre la portacontainer era in rada il 20 aprile dell’anno scorso. Dal primo gennaio 2023 a oggi sono state sequestrate dalle fiamme gialle in Veneto 1,62 tonnellate di sostanze, in gran parte cocaina.

«Tutte le ispezioni programmabili, cioè i controlli fiscali, la spesa pubblica, il contrabbando, presentano dati stabili – prosegue Rapanotti – Ci sono indagini da svolgere anche nel virtuoso Veneto, ma in un sistema che nel pubblico e nel privato è invidiabile. Se paragoniamo la complessità della Regione ad altri luoghi, non è giusto dare una visione in negativo: meglio guardare a quanto di buono si fa per il mantenimento di questi standard». Oltre 59 mila ispezioni, circa 4.400 indagini in un anno e mezzo contro gli illeciti economico-finanziari e le infiltrazioni della criminalità nell’economia. Un impegno anche su spesa pubblica e controllo delle risorse del Pnrr. 

Per quanto riguarda i crediti agevolati d’imposta per bonus edilizi e energetici, la guardia di finanza in Veneto ha scoperto illeciti per 2,3 miliardi di euro, con sequestri di profitti derivati da evasione e frodi pari a oltre mezzo milione di euro, e 1.911 denunciati per reati tributari (28 gli arrestati). In tema di spesa pubblica (crediti d’imposta, contributi e finanziamenti) sono stati passati al setaccio 1,2 miliardi di euro di opere e servizi degli appalti pubblici. «La società in Veneto funziona bene, c’è sinergia tra il mondo imprenditoriale e la gestione politica della cosa pubblica. La Finanza è un presidio quantitativamente e qualitativamente importante – sottolinea il generale a capo della Finanza veneta, spiegando che c’è una carenza di personale qui pari a un meno 10 per cento di organico effettivo (sono attivi in Regione 2.672 uomini e 356 donne delle fiamme gialle) – Garantiamo una tutela – ha proseguito -, che va vista come una risorsa che permette di eliminare chi non rispetta le regole».

Venezia 

«Può sembrare un paradosso. Sono i commercianti stessi a chiedere una presenza maggiore della Finanza a Venezia», spiega il generale Riccardo Rapanotti parlando di sicurezza percepita nel centro storico lagunare. «Camminavo in divisa in città per motivi di lavoro – racconta – Sono stato fermato per due chiacchiere da alcuni imprenditori che ci hanno chiesto di essere presenti a loro tutela. C’è preoccupazione per i tentativi di estorsione e per i comportamenti che non rendono sicure le attività. Questa – dice – a mio avviso è una richiesta che arriva da occhi esperti, ed è importante perché dà il senso della fiducia in chi rappresenta lo Stato, l’ordine pubblico, la sicurezza economico-finanziaria».

Nel 2023 e nei primi cinque mesi del 2024, la Guardia di Finanza in provincia ha fatto 1.898 ispezioni e oltre mille indagini contro illeciti economico-finanziari e infiltrazioni della criminalità. Pizzicati 228 evasori totali, completamente sconosciuti al fisco (molti dei quali operativi nelle piattaforme del commercio elettronico); 1.829 i lavoratori in “nero” o irregolari (oltre mille intercettati nell’ambito dell’operazione “paga globale”, dove il compenso del lavoratore viene costruito “ad arte”, togliendo quanto gli spetterebbe per legge come indennità aggiuntive, rimborsi spese, premi di produttività).

In tema di contraffazione nella città metropolitana i finanzieri hanno tolto dal mercato migliaia di prodotti fuori regola, senza indicazioni al consumatore, potenzialmente pericolosi per la salute. «Abbiamo fatto il punto con maestri vetrai proprio poco tempo fa – spiega Rapanotti sul tema del vetro di Murano – I materiali contraffatti vanno a detrimento dell’economia sana, dei grandi marchi, dell’alto artigianato locale. Sono stati stipulati diversi protocolli con la Regione e con il Comune per questo e, se si vuole tutelare il made in Italy e il made in Veneto, l’imprenditoria di qualità va protetta».

Il comandante regionale delle Fiamme gialle lancia una provocazione. «Bisognerebbe evitare di dare certe autorizzazioni in alcuni punti di maggior passaggio dei flussi turistici. A San Marco, a Rialto, a piazzale Roma, che è la porta per il centro storico, a volte vediamo prodotti non genuini, fatti in altre parti del mondo e venduti come se fossero “vetro di Murano”. Il turista non sa che con gli stessi soldi può comprare qualcosa di fatto qui, magari dai nostri maestri. Questo consentirebbe all’artigianato e al commercio sano di crescere, ed è anche una questione d’immagine: comprare un prodotto certificato va a valorizzare ancora di più la funzione dell’economia locale».

 

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