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MACERATA – «Ricostruzione, cedere i crediti da Superbonus è un’odissea». L’appello arriva dalle associazioni di categoria e dagli ordini dei tecnici che invocano interventi urgenti. Le imprese del comparto edile sono molto preoccupate per le difficoltà che stanno affrontando nella cessione dei crediti da Superbonus legati alla ricostruzione. Confartigianato Anaepa Macerata–Ascoli Piceno–Fermo, con il vicepresidente del direttivo Giovanni Salvucci, Ance Macerata e Cna Costruzioni Macerata, tramite rispettivamente il presidente Enrico Crucianelli e il costruttore Simone Giglietti, lanciano l’allarme.

I tecnici

Con loro i rappresentanti di architetti, geometri e ingegneri della provincia, rappresentati rispettivamente da Vittorio Lanciani, Paola Passeri e David Brachetti. Sul tavolo la norma che vieta la «compensazione per banche, intermediari finanziari, società appartenenti a un gruppo bancario e imprese di assicurazione, dei crediti d’imposta derivanti da sconto/cessioni delle detrazioni edilizie con i contributi previdenziali, assistenziali e i premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali». «Moltissime ditte si trovano oggi a dover ridiscutere plafond già assegnati da banche o intermediari – il grido d’allarme degli addetti ai lavori -: il rischio è che tali operazioni vengano cancellate, con conseguenze disastrose per il tessuto imprenditoriale». Le imprese che hanno in carico dei cantieri con istanze o dichiarazioni presentate prima del 29 marzo scorso, ma allo stesso tempo anche quelle che le hanno presentate successivamente o che le presenteranno, non possono iniziare nuovi lavori se non hanno la certezza che il credito verrà acquistato. Paola Passeri spiega: «Abbiamo problemi a presentare progetti con l’accollo. Le difficoltà ci sono sia per il committente che ha il timore di non poter pagare, sia per l’impresa, dovendo tramutare l’accollo nel 110% e non avendo certezza di scontare l’apporto. Servono maggiori certezze e un aumento dei contributi adeguato. Dobbiamo pensare in percentuali e si deve essere oculati sull’aumento del contributo».

Le difficoltà

Giglietti parla delle difficoltà affrontate nel quotidiano: «L’ultima legge governativa dei crediti ci mette in difficoltà, dato che le banche chiudono i rubinetti: è difficile investire anche se lavoro c’è, perché mancano garanzie». Preoccupano anche gli interventi da poco avviati, che con molta probabilità non saranno terminati entro il 31 dicembre 2025, tenuto conto che le opere di ricostruzione pesante possono durare anche fino a quattro anni.

La cessione

Come spiega Brachetti «La stabilità della cessione del credito alla presentazione del progetto arriva con certezza fino al 31 dicembre 2025, mentre dopo è da valutare: per i cantieri grossi che durano anni o per i progetti da presentare più tardi è un problema». Crucianelli gli fa eco: «Dato che i lavori corposi partono ora e finiranno oltre questa data, si deve intervenire a livello normativo con proroghe fino alla loro conclusione». L’attuale normativa, che non prevede l’utilizzo degli incentivi fiscali per le spese che saranno sostenute oltre il 2025, pone tanto le imprese quanto i committenti in una situazione di elevato rischio: tale situazione – secondo gli addetti ai lavori – potrebbe lasciare in eredità una serie di opere incompiute, ma delle specifiche misure transitorie potrebbero scongiurare questo esito. «Il divieto di esercitare l’opzione per la cessione del credito d’imposta (per le rate residue) per il beneficiario delle detrazioni (committente privato), aumenta ancor di più un disagio che si sarebbe potuto mitigare dando la possibilità di cessione del credito al committente. Questa opzione avrebbe dato linfa alla ditta affidataria, se pur in pochi casi. Visto tale divieto, sarebbe auspicabile che uno o più grandi players privati possano “smaltire” tali crediti per non bloccare un settore che in questo momento presenta un forte dinamismo. In tale direzione, è necessario realizzare una piattaforma transitoria unica, per sbloccare i crediti stessi». Vittorio Lanciani conclude: «Potrebbero essere prese misure per risolvere i problemi di credito d’imposta e di Superbonus e non attendere la fine dell’anno con la nuova finanziaria, ma incrementare il contributo per la riparazione dei danni».



 

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