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Community Insight è il report realizzato con cadenza quadrimestrale da Fintech District, la community internazionale di riferimento per l’ecosistema fintech e techfin in Italia e per la diffusione dell’Open Innovation, e rivolto ai propri partner.

Secondo i dati del World Economic Forum, al mondo ci sono ancora 850 milioni di persone sprovviste di un’identità legale che, per questo motivo, sono escluse da alcuni servizi base e dal mondo del lavoro. L’identità digitale può favorire l’accesso a servizi e impattare sulla sfera pubblica così come su quella privata.

Alla luce del processo di digitalizzazione di infrastrutture e servizi che riguarda indistintamente istituzioni, aziende e cittadini, il tema dell’identità digitale acquista una rilevanza ancora maggiore.

È questo il focus principale dell’ultimo Community Insight. Il report, inoltre, offre aggiornamenti sulle realtà della community e sui dati di mercato dell’ecosistema fintech italiano e internazionale.

L’identità digitale è definita come un insieme di dati che consentano l’identificazione inequivocabile di una persona, di un’azienda o di un oggetto e che vengono raccolti, memorizzati e condivisi digitalmente all’interno di un ecosistema di attori attraverso tecnologie abilitanti per l’accesso a servizi digitali a valore aggiunto.

In particolare, per quanto riguarda le banche e gli istituti che erogano servizi finanziari, l’identità digitale rappresenta uno strumento molto importante per garantire la sicurezza di tutti i processi, proteggendo persone e organizzazioni dal rischio di frodi.

Sono quattro le componenti che caratterizzano l’identità digitale, sottolinea Fintech District: i dati che hanno la funzione di identificare in modo inequivocabile l’individuo e tracciare le sue interazioni; l’accesso a servizi a valore aggiunto che consente di effettuare transazioni e altre operazioni nel mondo digitale che richiedono diversi livelli di sicurezza; l’ecosistema di attori coinvolti (utenti, fornitori dell’identità, fornitori di servizi); le tecnologie come elemento chiave per lo sviluppo e la diffusione dei sistemi di identità digitale.

Se sino a poco più di dieci anni fa il processo di identificazione degli utenti avveniva fisicamente presso le filiali delle banche, soprattutto attraverso la relazione personale, la progressiva digitalizzazione dei servizi abilitata dal fintech ha contribuito ad accelerare il passaggio a forme di identità digitale, snellendo tutte le attività con una conseguente riduzione di tempi e costi.

Di fronte alle continue sfide globali generate dal complesso scenario geopolitico ed economico, gli organi di vigilanza in ambito finanziario devono intensificare le attività di controllo e rafforzare costantemente gli standard normativi.

In questo contesto, negli ultimi anni ha fatto registrare una crescita il segmento del Regtech, un settore che, grazie alla combinazione di diverse tecnologie, è in grado di rispondere alle esigenze delle società che operano in ambiti altamente regolamentati come quello bancario e finanziario. Il progressivo aumento di adempimenti di natura regolamentare e di adeguamento alle compliance di settore, infatti, comporta un significativo impiego di risorse, sia in termini di costi che di tempo.

Attualmente, all’interno della community del Fintech District, sono 14 le aziende RegTech. Negli anni, il settore è tra quelli cresciuti maggiormente, con un tasso di crescita per numero di aziende attive del 70% (6 nuove realtà in più rispetto all’anno scorso). La metà (7) opera nell’ambito della digital identity, offrendo prevalentemente servizi di KYC (Know-Your- Customer), KYB (Know-Your-Business) oppure AML (Anti-Money Laundering). Con 16 nuovi ingressi negli ultimi 6 mesi, il Fintech District ha visto salire a 295 il numero delle fintech partecipanti alla community, confermando così il ruolo fondamentale di hub di riferimento per tutto il comparto.

Non solo, il Fintech District si conferma capace di attrarre anche l’interesse di realtà oltre i nostri confini. Oltre alle 213 realtà italiane (rappresentanti il 72% della community), sono presenti fintech nate in diversi paesi del mondo, tra cui spiccano le realtà di Francia, Gran Bretagna, Germania, Svizzera e USA.

Clelia Tosi, Head of Fintech District, ha commentato: “La nostra community ci dà la possibilità di guardare il mondo del fintech da una posizione privilegiata all’interno di un ecosistema internazionale e ci permette di anticipare e cogliere i trend del settore e le loro declinazioni nei diversi ambiti. L’ultimo Community Insight ci mostra come quello del Regtech sia un settore in forte crescita, un trend che si riflette anche all’interno del nostro ecosistema, con ben 14 aziende a rappresentare il segmento.

Con il report Community Insight creiamo uno strumento fondamentale perché ci permette di condividere con i nostri partner nuovi scenari di mercato, mettendo a fattor comune le esperienze di tutti nell’ottica di creare nuove opportunità di business e generare valore per l’intero sistema”.



 

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