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Il gruppo Il Giardino di Fondazione La Comune – Archivio

In Italia sono ancora poche le persone con disabilità inserite nel mondo del lavoro. Per migliorare la situazione è nata la figura del disability manager, che ha la funzione fondamentale della corretta inclusione e gestione dei lavoratori disabili. Secondo i dati pubblicati dall’Istat ed elaborati da Manageritalia – sui circa tre milioni di persone diversamente abili, solo il 32,5% (nella fascia d’età 15-64 anni) risulta occupata, contro il 58,9% della media nazionale. Alta anche la percentuale (20%) delle persone diversamente abili in cerca di occupazione, sensibilmente superiore a quella della popolazione “normale” che si ferma all’11,3%. Nel nostro Paese la legge stabilisce il numero dei lavoratori con disabilità che l’impresa è tenuta ad assumere in base alle dimensioni aziendali: un lavoratore disabile per aziende con 15 dipendenti; due per aziende con più di 35 dipendenti e il 7% dei lavoratori occupati per aziende con più di 50 dipendenti. In caso di inadempienza, la sanzione amministrativa è pari a 153,20 euro per ogni giorno lavorativo di ritardo per l’assunzione. Le aziende che assumono le categorie protette beneficiano di agevolazioni e incentivi fiscali. Le agevolazioni vengono concesse alle aziende che ne fanno richiesta e variano in relazione al grado di invalidità riconosciuto al dipendente. Grazie all’introduzione della legge n. 68/99 sul collocamento mirato, si è assistito a un netto incremento della quota di persone diversamente abili presenti nel mercato del lavoro che sono passate dal 40,2% del 2011 a oltre il 52% nel 2022. Questo anche grazie anche a una managerialità aziendale che guarda sempre più spesso in maniera positiva all’inclusività negli organici delle imprese. Molto però c’è ancora da fare per una vera inclusione, soprattutto se si considerano le fasce di età più mature comprese tra i 45 e i 64 anni: ben il 62,2% dei diversamente abili risulta in cerca di un’occupazione o inoccupato. Mentre per gli under 45 la percentuale cala al 37,8%. Per molti disabili l’esclusione lavorativa rischia di diventare una condizione permanente di vita, anche a causa dei bassi livelli di istruzione. Infatti, il 57,6% dei soggetti con gravi limitazioni possiede la licenza di scuola media, solo il 35% è diplomato e il 7,4% laureato.

«Prima di tutto esiste ancora un problema culturale legato all’inserimento lavorativo delle persone con disabilità – spiega Valentina Mari, disability manager di Fondazione La Comune -. La figura del disability manager potrebbe creare le condizioni per migliorare la situazione. È un compito difficile. Ma le cose stanno cambiando. Dal 2006 le norme si stanno adeguando. C’è più autodeterminazione da parte delle persone con disabilità che vogliono trovare un lavoro. Dobbiamo eliminare i tabù e relazionarci in maniera corretta, creando anche dei momenti comuni e di confronto con dirigenti e lavoratori. Purtroppo mancano i fondi, anche se la figura del disability manager è diventata obbligatoria nella pubblica amministrazione e da qui al futuro anche le aziende dovranno adeguarsi per rispettare i criteri di equità, diversità e inclusione».

La giornata di presentazione de Il Giardino di Fondazione La Comune

La giornata di presentazione de Il Giardino di Fondazione La Comune – Archivio

Il diversity management, nato negli Stati Uniti negli anni ’60 e diffusosi poi in Europa negli anni ’90, promuove l’integrazione e la valorizzazione delle diversità sul luogo di lavoro. In particolare, le aziende che adottano questa filosofia considerano la diversità come un’opportunità strategica per migliorare la produttività e l’innovazione. Il disability manager è una figura specializzata, focalizzata sull’inclusione delle persone con disabilità. La sua principale responsabilità è progettare e attuare politiche e procedure che facilitino l’accesso al lavoro per le persone con disabilità. Operando secondo i principi di equità, il professionista si impegna a mettere tutti i lavoratori nelle stesse condizioni per svolgere al meglio il loro lavoro.

Per intraprendere questa professione è consigliabile avere una formazione nel campo delle

Risorse Umane

o della

Psicologia

. Un percorso di studi vero e proprio non esiste, ma sono attivi numerosi

corsi post laurea in disability management

. «Mi sono laureata in Filosofia – precisa Valentina -. Da un anno sono disability manager. Per più di dieci anni ero impegnata nel volontariato. Poi ho frequentato un corso di 96 ore all’Università Cattolica a Milano.

Fondamentale è possedere competenze trasversali quali empatia, p

roblem solving, buone capacità comunicative e ascolto attivo».

Le buone pratiche

Alle porte di Milano, è stato inaugurato a Cornaredo Il Giardino di Fondazione La Comune, dedicato a progetti di socializzazione, di formazione e d’inserimento nel mondo del lavoro di persone con disabilità intellettive. Passa sotto la proprietà di Fondazione La Comune un ettaro e mezzo di terreno, appartenuto all’ex azienda agricola di Cornaredo “Il Giardino del Loto”, acquisizione finanziata da Fondazione Riva, Fondazione De Agostini, Fondazione Mon Soleil, Technical spa e diversi privati. «L’iniziativa rimette al centro la persona con disabilità intellettiva intesa come una risorsa per la società. Considerare le persone con difficoltà dei semplici fruitori passivi di servizi alimenta il concetto di assistenzialismo e non di benessere – commenta Marco Marzagalli, presidente della Fondazione La Comune -. Il percorso proposto da Il Giardino di Fondazione La Comune è un cammino di crescita verso l’autodeterminazione e l’autonomia, potenziando la vita di relazione anche attraverso la scoperta delle proprie abilità professionali che costituiranno prerogative per l’inserimento nel mondo del lavoro e contributo attivo verso la società stessa”.

Dopo un attento lavoro di riordino degli spazi verdi, che ha visto coinvolti i sostenitori della Fondazione e un gruppo di persone detenute nel carcere di Bollate in qualità di volontari, parte la piena operatività di Il Giardino di Fondazione La Comune, dove ogni talento può sbocciare. Nell’ottica del welfare di comunità e dell’inclusione, l’iniziativa è una chiara espressione di quello che rappresenta “Il Giardino” inteso come luogo che accoglie la cittadinanza, i giovani con disabilità intellettiva, le famiglie, centri diurni e associazioni che si occupano di persone con disabilità, volontari, scolaresche e aziende.

La partecipazione di giovani con disabilità intellettiva alla cura del verde è un progetto di Fondazione La Comune partito nel 2020, successivamente alle positive iniziative di co-housing iniziato nel 2014, allo scopo di costruire la vita indipendente delle persone con disabilità intellettiva.

Il Giardino potrà accogliere giovani con disabilità che vengono con diverse motivazioni; dalla ricerca di un luogo di ben-essere a scopo socializzante all’opportunità di iniziare un processo di formazione sulle competenze trasversali e professionali al fine di entrare in un percorso lavorativo attraverso tirocini retribuiti e assunzioni in art.14. La compresenza di giovani con propositi diversi consente di beneficiare di un contesto stimolante verso l’incremento del proprio impegno.

I giovani si districheranno tra serre per ogni tipo di cultura, canali di irrigazione e attrezzature varie per la semina e la cura di diverse varietà di piante. Il Giardino di Fondazione La Comune coltiva in modo sostenibile e a km zero varietà di fiori stagionali e utilizzando solo prodotti fitosanitari naturali. I giovani, accompagnati nel loro percorso da un’équipe di giardinieri ed educatori, forniscono fiori all’ingrosso, servizi di catering floreali a privati, aziende ed enti che si potranno rivolgere direttamente presso i due negozi di Milano Fiori all’Occhiello (via Adige 6 e via Trivulzio 20), dove lavorano giovani con disabilità affiancati a professionisti del settore, e attraverso e-commerce.

Il Giardino collabora con le aziende per le iniziative dedicate di team building presso i propri campi, eventi promozionali e progetti condivisi. La disponibilità di un disability manager, inoltre, non solo aiuta il giovane con disabilità ad orientarsi verso il lavoro più adatto, a seguito del suo percorso formativo, ma interviene in azienda per rendere l’ambiente più idoneo per il lavoratore.

Le imprese possono attivare convenzioni in art. 14 con Fondazione La Comune per cui è la Fondazione stessa ad assumere la persona svantaggiata e a trovare il più corretto collocamento all’interno dell’organizzazione aziendale, ottenendo in questo modo beneficio sia per il dipendente che per l’azienda che scomputa il lavoratore.

Fondazione la Comune finora ha attivato a favore dei giovani con disabilità cinque assunzioni, di cui tre in art. 14, 12 tirocini retribuiti e circa 30 giovani hanno concluso il percorso di formazione in assetto lavorativo. Oltre il 35% dei dipendenti di Fondazione La Comune sono persone con disabilità cognitiva grave.



 

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