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Via libera della commissione europea alla proroga della decontribuzione Sud. Fino a fine anno, i datori di lavoro del Mezzogiorno potranno continuare a pagare i contributi dei dipendenti in misura scontata del 30%. La notizia arriva da un comunicato stampa del ministero del lavoro diffuso ieri che annuncia la decisione UE sulla misura in scadenza a fine mese. Soddisfazione è stata espressa dal ministro del lavoro, Marina Calderone, riconoscendo alla decontribuzione il merito di aver «consentito alle aziende del Mezzogiorno di crescere e partecipare al generale rilancio dell’occupazione».

Decontribuzione Sud

L’incentivo è stato introdotto dal decreto Agosto (decreto legge n. 104 del 14 agosto 2020) a favore dei datori di lavoro privati, eccetto quelli dei settori agricolo e domestico. L’incentivo opera sui rapporti di lavoro attivi nelle regioni Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna e Sicilia, anche da parte di datori di lavoro con propria sede legale in regioni diverse, purché hanno sedi operative e lavoratori occupati nelle aree agevolate. Oltre ai datori di lavoro pubblici sono esclusi dall’incentivo anche le imprese del settore finanziario. La legge di Bilancio 2021 ha rimodulato le misure: 30% fino all’anno 2025; 20% negli anni 2026 e 2027; 10% nel biennio 2028 e 2029. Il bonus non ha limite d’importo; pertanto, può trovare applicazione sulla contribuzione del datore di lavoro, senza un tetto massimo mensile.

Le condizioni

L’esonero, ha spiegato l’Inps (circolare n. 90 del 27 luglio 2022), non ha natura d’incentivo all’assunzione e, pertanto, non è soggetto al rispetto dei principi generali in materia di incentivi all’occupazione (art. 31 del dlgs n. 150 del 14 settembre 2015). Tuttavia, poiché è un bonus contributivo, è subordinato al rispetto di quanto previsto all’art. 1, comma 1175, della legge n. 296 del 27 dicembre 2006: regolarità con la normativa sul Durc; assenza di violazioni in materia di sicurezza lavoro; rispetto degli accordi e contratti collettivi nazionali, regionali, territoriali o aziendali.

Le condizioni UE

Ulteriori condizioni che i datori di lavoro devono rispettare sono di natura comunitaria. Punto di riferimento è il quadro temporaneo di crisi per misure di aiuti a sostegno dell’economia a seguito del conflitto Russia-Ucraina (Temporary Framework), il quale prevede che, in caso di autorizzazione UE, le agevolazioni sono considerate aiuti di stato compatibili con il mercato UE purché, tra l’altro, l’importo complessivo (tutti gli aiuti dello stesso tipo) non superi in alcun momento:

335.000 euro per impresa (settori produzione primaria agricoli, pesca e acquacoltura);

.- 2,5 milioni di euro per le imprese di altri settori.

La proroga

Per l’operatività dell’incentivo già nel corso degli anni passati è stato necessario richiedere e ricevere l’autorizzazione della commissione UE, che ha riconosciuto alla misura il fine di preservare l’occupazione delle imprese del mezzogiorno, anche in relazione ai maggiori costi nell’approvvigionamento energetico. L’autorizzazione concede la fruizione fino al 31 dicembre 2024.

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