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Anche nel 2024 i finanziamenti per le imprese continuano a rappresentare una componente cruciale per la crescita e lo sviluppo aziendale, soprattutto per le PMI. Questi strumenti finanziari, infatti, sono essenziali per le imprese che cercano di espandersi, innovare o semplicemente gestire le operazioni quotidiane. Ma, nello specifico, cosa si intende con finanziamenti per imprese? Quali sono le diverse tipologie di finanziamenti a disposizione per un’azienda? E, soprattutto, quali sono finanziamenti per imprese attivi e come accedervi? Per rispondere a tutte queste domande, continua a leggere questo articolo.

Guida ai finanziamenti alle imprese

Cosa si intende con finanziamenti alle imprese?

Con l’espressione “finanziamenti per le imprese” ci si riferisce in generale a risorse finanziarie esterne a cui le aziende possono attingere per sostenere varie attività, come ad esempio l’avvio, l’espansione, la ricerca e lo sviluppo o per risolvere problemi di liquidità. Quanto appena detto prova che questi fondi possono provenire da diverse fonti, tra cui:

  • prestiti bancari;
  • finanziamenti governativi come bandi europei, nazionali, regionali o delle camere di commercio;
  • investimenti di capitale di rischio;
  • sovvenzioni a fondo perduto.

Vediamo nello specifico le tipologie di finanziamenti alle imprese.

Finanziamenti imprese: le tipologie

Come anticipato, le imprese possono accedere a un’ampia varietà di finanziamenti, ciascuno con caratteristiche diverse e finalità specifiche. Questi finanziamenti alle imprese possono essere raggruppati in diverse categorie, tra cui:

1. Prestiti Bancari

Questa categoria comprende le forme più tradizionali di finanziamento, come prestiti a breve o lungo termine, linee di credito e mutui. I prestiti bancari sono spesso utilizzati per finanziare le necessità operative quotidiane o per investimenti a lungo termine.

2. Finanza Agevolata

Questo tipo di finanziamento include una serie di strumenti supportati da enti governativi o istituzioni finanziarie che offrono condizioni più vantaggiose rispetto ai prestiti bancari standard. La finanza agevolata può assumere diverse forme:

  • Finanziamenti a fondo perduto: Fondi non rimborsabili forniti da enti governativi per supportare specifiche attività o settori.
  • Prestiti agevolati: Prestiti che offrono condizioni più favorevoli, come tassi di interesse inferiori o periodi di grazia, per sostenere progetti di investimento.
  • Garanzie Statali: Garanzie fornite dallo stato per ridurre il rischio per le banche e facilitare l’accesso al credito per le imprese.
  • Incentivi Fiscali: Riduzioni fiscali o crediti d’imposta per stimolare investimenti in determinate aree, come la ricerca e lo sviluppo o l’innovazione tecnologica.

3. Capitale di rischio

Questo tipo di finanziamento è fornito da investitori privati, fondi di venture capital o business angels, che investono capitali in start-up o imprese in crescita in cambio di una quota di proprietà. Il capitale di rischio è particolarmente adatto per aziende innovative con un alto potenziale di crescita.

4. Crowdfunding

Una modalità di finanziamento collettivo che sfrutta piattaforme online per raccogliere fondi da un vasto numero di persone. Il crowdfunding può essere basato su donazioni, ricompense, prestiti o equity.

5. Leasing Finanziario

Un’alternativa all’acquisto diretto di beni aziendali, il leasing finanziario aziendale permette alle imprese di utilizzare attrezzature o beni di capitale pagando un canone periodico, con la possibilità di acquistare il bene a fine contratto.

Ogni tipo di finanziamento ha quindi specifici vantaggi e requisiti, e la scelta migliore dipende sempre dalle esigenze individuali dell’impresa, dalla sua fase di sviluppo e dalla strategia a lungo termine. Inoltre, le imprese dovrebbero non solo valutare attentamente le diverse opzioni, ma anche sempre considerare la possibilità di combinare diverse fonti di finanziamento per ottimizzare la struttura del capitale.

Finanziamenti imprese: la differenza tra quelli della finanza agevolata e quelli della finanza straordinaria

Prima di andare avanti con questo approfondimento, è bene ribadire una sostanziale differenza tra la finanza agevolata e la finanza straordinaria, in quanto l’espressione “finanziamenti alle imprese” è utilizzata per indicare indistintamente i fondi provenienti dall’una e dall’altra branca della finanza aziendale. La differenza tra finanza agevolata e finanza straordinaria risiede principalmente nel tipo di supporto offerto e nelle condizioni di accesso:

  • finanza agevolata: Include strumenti finanziari messi a disposizione da enti pubblici o istituzioni finanziarie che offrono condizioni più vantaggiose rispetto al mercato, come il fondo perduto, tassi di interesse ridotti, periodi di grazia o garanzie statali. Questi finanziamenti sono spesso finalizzati a promuovere specifici settori economici, innovazioni o politiche sociali.
  • finanza straordinaria: Si riferisce a operazioni finanziarie non ordinarie, come fusioni, acquisizioni, ristrutturazioni aziendali o emissioni di azioni. Questi strumenti sono tipicamente utilizzati per operazioni di ristrutturazione del capitale o espansione significativa.

Tra gli strumenti di finanza straordinaria troviamo ad esempio gli M&A e i Minibond, mentre tra gli strumenti di finanza agevolata abbiamo ad esempio i bandi per contributi a fondo perduto e i finanziamenti agevolati Simest.

Di seguito proponiamo una lista aggiornata di finanziamenti alle imprese relativi alla finanza agevolata, i cui strumenti sono più soggetti ad aperture e chiusure rispetto a quelli della finanza straordinaria.

Lista finanziamenti alle imprese nel 2024

Come anticipato, quest’anno le imprese hanno a disposizione diversi finanziamenti interessanti, tra cui:

1. La Nuova Sabatini 2023 2024

La Nuova Sabatini continua a fornire prestiti agevolati per l’acquisto di macchinari e attrezzature. Per il 2024, prevede che gli investimenti siano volti all’apertura, all’ampliamento, alla diversificazione o alla modifica significativa degli stabilimenti produttivi, o all’acquisizione di attivi da stabilimenti in chiusura, escludendo l’acquisto di azioni aziendali. Il contributo del Ministero varia a seconda dell’investimento: 2,75% per gli ordinari e 3,575% per quelli legati all’innovazione 4.0 o alla sostenibilità ambientale, con un ulteriore incremento del 30% per progetti green o 4.0 certificati.

2. Resto al Sud 2023 2024

Resto al Sud 2024, noto contributo a fondo perduto destinato a sostenere la creazione e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali nel Sud Italia e in specifiche regioni del centro. Con un budget di 1,25 miliardi di euro, il programma è rivolto a individui sotto i 56 anni e prevede una copertura finanziaria divisa equamente tra contributo a fondo perduto e finanziamento garantito dal Fondo di Garanzia PMI, con interessi a carico di Invitalia. Gli importi finanziabili variano fino a un massimo di 50.000 euro, che possono aumentare fino a 200.000 euro per imprese con almeno quattro soci.

3. Bonus ZES Unica SUD

La ZES Unica è un’iniziativa strategica per stimolare il rinnovamento economico del Mezzogiorno d’Italia, coprendo otto regioni meridionali e mirando a trasformare l’area in un centro attrattivo per investimenti. Gli obiettivi principali includono la stimolazione degli investimenti, il supporto allo sviluppo d’impresa, la creazione di posti di lavoro, la valorizzazione delle risorse locali e l’integrazione con le politiche più ampie. Per le PMI, la ZES Unica Sud offre vantaggi significativi come incentivi fiscali, credito d’imposta per investimenti, semplificazione burocratica e accesso facilitato a finanziamenti. Questa iniziativa punta a creare un ambiente favorevole all’innovazione e alla crescita economica, offrendo alle imprese locali l’opportunità di espandersi e innovare, con l’obiettivo di generare un impatto positivo e duraturo sullo sviluppo economico e sociale del Sud Italia.

4. Digital Transformation

La Digital Transformation mira a promuovere la trasformazione tecnologica e digitale delle micro, piccole e medie imprese, allineandosi con le tecnologie previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0. Con un fondo di 100 milioni di euro, il programma supporta progetti che introducono soluzioni digitali avanzate nei processi produttivi. Le agevolazioni coprono il 50% dei costi ammissibili, che devono variare tra 50.000 e 500.000 euro, incentivando così le imprese a modernizzare e ottimizzare le loro operazioni attraverso l’innovazione tecnologica.

5. Credito d’imposta beni strumentali 2024

Nel 2024, il credito d’imposta per beni strumentali 4.0 è destinato alle imprese che investono nella digitalizzazione e nell’innovazione tecnologica dei processi produttivi, coprendo l’acquisto di nuovi beni materiali e immateriali elencati negli allegati A e B della Legge 232/2016. Questo incentivo è aperto a imprese italiane e stabilimenti di enti non residenti in vari settori, a condizione che rispettino le normative sulla sicurezza e i contributi previdenziali. Per accedere al credito, le aziende devono dimostrare che i beni acquistati sono tecnicamente conformi e integrati nei sistemi aziendali. Le aliquote del credito variano in base al tipo e all’importo dell’investimento: per i beni materiali, le aliquote vanno dal 5% al 20% a seconda dell’importo investito, mentre per i beni immateriali, il credito sarà del 15% nel 2024, riducendosi al 10% nel 2025, con un limite massimo di 1 milione di euro di costi ammissibili.

6. Bando ISI Inail 2023 2024

Il bando ISI INAIL 2024 offre oltre 500 milioni di euro per sostenere la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro. Rivolto a imprese e Enti del Terzo Settore, il bando prevede contributi a fondo perduto fino a 130.000 euro per progetti in cinque categorie: miglioramento degli investimenti e dei modelli organizzativi (escluso il settore agricolo primario), riduzione dei rischi legati alla movimentazione manuale dei carichi, bonifica da amianto, interventi specifici per micro e piccole imprese nei settori della raccolta e trattamento rifiuti, nonché per le micro e piccole imprese agricole focalizzate sulla produzione primaria.

7. Transizione 5.0

Il Piano Transizione 5.0, approvato durante il Consiglio dei Ministri il 26 febbraio, mira a sostenere la sostenibilità e l’innovazione tecnologica delle imprese italiane con un finanziamento di 6,3 miliardi di euro per il 2024-2025, aggiungendosi ai 6,4 miliardi già stanziati. Questo piano si allinea con gli obiettivi del PNRR per promuovere una crescita economica sostenibile, incentivando le aziende a investire in tecnologie innovative e pratiche eco-sostenibili. Gli obiettivi includono la riduzione dell’impatto ambientale e l’aumento della competitività tramite l’innovazione digitale.

Il piano offre incentivi come crediti d’imposta fino al 45% per investimenti in beni strumentali, software, ricerca e sviluppo, e formazione del personale, con l’obiettivo di ridurre i consumi energetici e promuovere l’autoproduzione di energia rinnovabile. Le spese ammissibili comprendono nuovi macchinari, software avanzato e progetti di ricerca, con requisiti specifici per l’accesso ai crediti, tra cui la certificazione dei risparmi energetici e l’integrazione dei sistemi di gestione. Il credito d’imposta non è cumulabile con altri incentivi per gli stessi costi, mantenendo una politica di incumulabilità per evitare sovrapposizioni.

Come accedere ai finanziamenti alle imprese nel 2024?

Il 2024 offre un’ampia gamma di finanziamenti per le imprese. È importante che gli imprenditori valutino attentamente le diverse opportunità e scelgano quelle più adatte alle loro esigenze specifiche, considerando sia le condizioni finanziarie che gli obiettivi a lungo termine dell’azienda. Ma come si fa? Come può una PMI individuare i finanziamenti più adatti a lei e accedervi con successo? Trattandosi di opportunità spesso a fondo perduto o con agevolazioni molto interessanti, è sempre consigliato affidarsi a esperti di finanza agevolata, come noi di Finera. I nostri professionisti, infatti, possono supportare le PMI come la tua in ogni passaggio dell’iter burocratico per accedere a ogni tipologia di agevolazione, dalla presentazione della domanda alla rendicontazione delle spese, fino all’ottenimento dell’incentivo.

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