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14.12 – martedì 25 giugno 2024

Nel 2023 e nei primi cinque mesi del 2024, i reparti della Guardia di finanza del Trentino Alto Adige hanno eseguito circa 8.600 attività di iniziativa in tutti i settori di competenza (circa 4.100 nella provincia di Trento e gli altri 4.500 circa in quella di Bolzano).

L’Autorità Giudiziaria ordinaria ha delegato circa 900 indagini penali (514 nella provincia di Trento e le altre 385 in quella di Bolzano) mentre la Procura Europea – European Public Prosecutor’s Office ne ha delegate ulteriori 12 (5 per i reparti del Trentino e 7 per quelli dell’Alto Adige). Sono 52 le deleghe della Corte dei Conti (20 per i reparti del Trentino e 32 per quelli dell’Alto Adige).

 

CONTRASTO ALL’EVASIONE FISCALE E ALLE FRODI SUI CREDITI D’IMPOSTA

Complessivamente, le attività di contrasto all’evasione fiscale hanno consentito di recuperare a tassazione oltre 255 milioni di euro di base imponibile ai fini delle imposte dirette (quasi 127 milioni in Trentino e 128 milioni in Alto Adige) e circa 133 milioni di IVA evasa (13 milioni in Trentino e 120 milioni in Alto Adige).
In Alto Adige l’IVA evasa deriva dalla scoperta di due ingenti frodi “carosello”. Attraverso il ricorso a società di comodo, che emettono fatture false e che non verseranno mai alcuna imposta all’Erario, si creano crediti d’imposta a favore delle imprese “reali”, consentendogli di abbattere il debito IVA. Entrambe le frodi, la prima nel settore dei prodotti di cartoleria e per stampanti e la seconda nel settore dell’edilizia, sono state delineate a seguito di due distinte indagini, una delle quali coordinata dalla procura Europea che hanno coinvolto più Regioni.

Parte dei risultati in materia di imposte dirette derivano da 22 interventi in materia di fiscalità internazionale, Referente:
che hanno consentito di recuperare a tassazione 57,8 milioni di base imponibile. Si tratta di attività che hanno individuato “stabili organizzazioni occulte” ossia imprese estere, sconosciute al fisco italiano, che di fatto esercitano la propria attività economica sul territorio nazionale o di “esterovestizioni” ossia società operanti sul territorio nazionale che dichiarano di detenere la residenza all’estero, al fine di non versare le imposte dovute al Fisco.
A titolo esemplificativo di stabile organizzazione, merita citare la scoperta di una società polacca completamente sconosciuta al fisco, di fatto operante in una nota località turistica trentina nel settore del turismo invernale. Tale soggetto economico offriva al pubblico una serie di servizi quali l’organizzazione di viaggi, l’affitto di appartamenti, il noleggio di attrezzature sportive invernali e l’erogazione di lezioni di sci e snowboard, da parte di 15 maestri stranieri, peraltro sprovvisti di idoneo titolo per l’esercizio della professione.

Sono stati individuati reati fiscali (emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione, dichiarazione infedele, occultamento e distruzione delle scritture contabili, omesso versamento Iva, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte) che hanno consentito di denunciare 367 responsabili (153 in Trentino e 214 in Alto Adige) di cui 10 arrestati e di sequestrare circa 58 milioni di euro (4,5 milioni in Trentino e 53,5 in Alto Adige) di profitto di evasione, a seguito di specifico provvedimento dell’Autorità Giudiziaria.
Inoltre, sono stati scoperti sul territorio regionale 221 evasori totali (116 in Trentino e 105 in Alto Adige), esercenti attività d’impresa o di lavoro autonomo completamente sconosciuti al fisco e 1.290 lavoratori in “nero” o irregolari (472 in Trentino 818 in Alto Adige).
In materia di accise, i controlli sulle merci introdotte nel territorio nazionale in evasione d’imposta, hanno permesso di sequestrare complessivamente oltre 33 tonnellate di prodotti petroliferi di contrabbando in transito in regione.
Il Trentino Alto Adige, infatti, in ragione della propria collocazione geografica si colloca al centro delle principali direttrici delle movimentazioni di merci persone e mezzi che attraversano l’Europa. Questa situazione ha portato ad affinare nel tempo un dispositivo di prevenzione e repressione che vede i Reparti locali del Corpo costantemente impegnati nel controllo del flusso veicolare di mezzi pesanti in transito ai valichi di frontiera e lungo le principali arterie ferroviarie e viarie dell’Asse del Brennero.

 

TUTELA DELLA SPESA PUBBLICA

La Tutela della spesa pubblica costituisce una delle missioni prioritarie e allo stesso tempo più delicate della Guardia di finanza, che si estrinseca in una assidua presenza ispettiva, finalizzata a salvaguardare l’ampio ventaglio di “uscite” di denaro che, ordinariamente, interessano i vari settori della Pubblica Amministrazione.
In linea di massima l’azione del Corpo si esplica: nell’accertamento dei danni erariali, ossia nell’individuazione dello spreco o perdita di denaro pubblico, causato dalle condotte di dirigenti, funzionari, amministratori o dipendenti della Pubblica Amministrazione o di società a partecipazione pubblica; nel contrasto delle frodi in materia di prestazioni sociali, vale a dire di tutte quelle condotte illecite tese a percepire indebitamente le risorse pubbliche destinate a sostegno del reddito di cittadini in condizioni economiche o sociali svantaggiate (reddito di emergenza, reddito di cittadinanza, assegno di inclusione, buoni libro, etc.) oppure ad usufruire di agevolazioni ed esenzioni di pagamento non spettanti in relazione ad alcuni servizi (mense scolastiche, asili nido, ticket sanitari, etc.); nel contrasto alle frodi in danno della spesa previdenziale, ossia di Referente: Col. Danilo Nastasi; Contatti: 0461252280
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quei comportamenti illeciti tesi a percepire indebitamente le risorse pubbliche destinate all’erogazione di prestazioni in denaro a copertura dei rischi di invalidità, di vecchiaia, superstiti, disoccupazione, infortuni sul lavoro e malattia; nella vigilanza nel settore degli appalti pubblici, tesa a contrastare tutte le possibili forme di illeciti che possono interessare la contrattualistica pubblica, salvaguardando da una parte lo scopo degli investimenti pubblici e assicurando, dall’altra, le condizioni di concorrenza necessarie a tutelare le imprese sane, garantendo l’accesso ai migliori servizi, lavori e forniture; nel contrasto delle frodi in materia di spesa sanitaria, ossia di quelle condotte illecite che possono interessare l’approvvigionamento di beni e servizi (es. spese per l’acquisto di farmaci, di macchinari, di dispositivi medici, etc.); nonché nel contrasto delle frodi in danno delle risorse a valere sul bilancio nazionale, locale e unionale.
In quest’ultimo segmento, di particolare importanza è il ruolo assunto dalla Guardia di finanza sul corretto impiego delle risorse straordinarie del “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.

Si tratta, come è noto, di fondi erogati dall’Europa all’Italia e da destinare a sei determinati ambiti, cosiddette “missioni”, che si identificano in: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica (nell’ambito della quale rientrano l’efficienza energetica e la riqualificazione degli edifici); infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute.

Uno dei metodi di erogazione dei fondi si traduce, anziché nella materiale dazione del denaro, nel riconoscimento alle imprese di agevolazioni fiscali, nella forma di “crediti di imposta”, che consentono di ridurre le imposte da pagare.
Gli interventi effettuati in regione nel settore del PNRR, hanno consentito d’individuare oltre 7 milioni di crediti d’imposta inesistenti o non spettanti, collegati, in gran parte, alla fittizia erogazione di corsi di formazione in tema di digitalizzazione e intelligenza artificiale (c.d. progetto “Formazione 4.0.”). Sono stati, altresì, scoperti oltre 500 mila euro di contributi indebiti, richiesti nel settore della valorizzazione del patrimonio architettonico. Le citate evidenze hanno portato alla denuncia di 68 soggetti (2 in Trentino e 66 in Alto Adige).

Nel comparto della spesa pubblica in generale, sono stati segnalati alla Corte dei conti 136 soggetti (54 in Trentino e 81 in Alto Adige) per danni erariali quantificati in più di 38 milioni di euro (di cui 12 milioni in Trentino e più di 26 in Alto Adige). La gran parte riguardano risorse destinate al sistema sanitario altoatesino, derivanti dall’acquisto di dispositivi di protezione individuale non idonei, durante la prima fase dell’emergenza pandemica; dalla stipula di contratti d’opera con medici specialistici, senza indire concorsi pubblici per ripianare le carenze organiche; dall’illegittimo affidamento degli incarichi di direzione e responsabilità di progetto dei lavori, nell’ambito della ristrutturazione ed ampliamento di una struttura sanitaria.

Altri danni sono derivati dalla cessione di un immobile demaniale, senza pubblicazione della relativa asta e dal ricorso al lungo noleggio, piuttosto che all’indizione di gara di acquisto, di un mezzo di trasporto aereo adibito a servizio pubblico.
Nel settore della vigilanza sugli appalti pubblici sono state individuati oltre 1,4 milioni di euro di assegnazioni irregolari (più di 600 mila euro in Trentino e oltre 800 mila in Alto Adige).

In materia di prestazioni sociali sono stati eseguiti complessivamente 153 interventi che hanno consentito d’individuare contributi indebiti per circa 652 mila euro (più di 457 mila in Trentino e oltre 194 mila in Alto Adige), di cui oltre 550 mila quali “reddito di cittadinanza” non spettante (450 mila in Trentino e oltre 100 Referente: Cmila in Alto Adige).
Inoltre, sono stati operati sequestri per circa 41 milioni di euro, dei quali oltre 40 milioni, in esecuzione di due provvedimenti emessi dalla magistratura contabile, nell’ambito di altrettante indagini a contrasto delle indebite percezioni di contributi pubblici elargiti dal Gestore dei Servizi Energetici S.p.a. a partecipazione statale, per l’incentivazione di impianti fotovoltaici.

 

CONTRASTO DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA ED ECONOMICO-FINANZIARIA

Nell’ambito del dispositivo di prevenzione del riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite, sono state analizzate 746 segnalazioni di operazioni sospette (417 in Trentino e 329 in Alto Adige) di cui 8 attinenti al finanziamento del terrorismo.

Di queste, 102 hanno consentito di rilevare e contestare violazioni di natura amministrativa, per l’inosservanza degli obblighi e divieti previsti dalla normativa antiriciclaggio (adeguata verifica della clientela, registrazione e conservazione, segnalazione delle operazioni sospette, passaggio di denaro contante tra soggetti, eccedente la soglia consentita); 161 hanno portato all’individuazione di fattispecie di natura penale, che sono state sviluppate nell’ambito di attività investigative coordinate dalle competenti Autorità Giudiziarie. Altre, invece, sono servite da qualificato impulso per l’avvio di autonome attività ispettive di natura fiscale.

Per quanto attiene all’aspetto di natura prettamente penale, le investigazioni in regione hanno portato alla denuncia di 51 persone (21 dai Reparti del Trentino e 30 da quelli dell’Alto Adige), all’arresto di 30 soggetti (26 dai Reparti del Trentino e 4 da quelli dell’Alto Adige), nonché al sequestro di oltre 2 milioni di euro (oltre 1,2 dai Reparti del Trentino e più di 834 mila da quelli dell’Alto Adige), in relazione all’individuazione di circa 5,7 milioni di euro di operazioni di riciclaggio/autoriciclaggio (circa 2,4 dai Reparti del Trentino e oltre 3,3 milioni da quelli dell’Alto Adige) di proventi illeciti derivanti, perlopiù, dalle principali frodi carosello all’IVA accertate, nonché dal traffico internazionale di sostanze stupefacenti da parte di criminali che sfruttano il Trentino Alto Adige come territorio di passaggio per i loro interessi illeciti.

Sono 38 le violazioni riscontrate in materia di movimentazione transfrontaliera di denaro che hanno condotto al sequestro di valuta per più di 160 mila euro, nonché oltre 73 mila euro di valuta contraffatta (di cui più di 19 mila in Trentino e oltre 53 mila in Alto Adige).

Sono stati denunciati 38 imprenditori (18 in Trentino e 20 in Alto Adige) di aziende in crisi o in fallimento, per aver fraudolentemente sottratto utilità aziendali (tra beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie), per un valore complessivo di circa 9 milioni di euro, che avrebbero potuto essere utilizzati per soddisfare i creditori legittimi.
Uniche nel loro genere in regione, sono le rilevanti indagini a contrasto del narcotraffico che hanno portato alla denuncia di 320 soggetti (199 dai Reparti del Trentino e 121 da quelli dell’Alto Adige) all’arresto di 82 persone (60 dai Reparti del Trentino e 22 da quelli dell’Alto Adige) e al sequestro di circa 124 chilogrammi di sostanze stupefacenti tra pesanti e leggere (oltre 91 chilogrammi dai Reparti del Trentino e oltre 32 da quelli dell’Alto Adige), con contestuale aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro (oltre 2,8 dai reparti del Trentino e oltre 203 mila da quelli dell’Alto Adige).

Ulteriore strumento di contrasto alla criminalità organizzata, sono le indagini patrimoniali che permettono di far emergere la sproporzione tra redditi dichiarati e ricchezze illecitamente accumulate dai criminali. Sono state, pertanto, svolte indagini nei confronti di 104 soggetti, con conseguente formulazione di proposte di sequestro alle competenti Procure della Repubblica per un valore complessivo di più di 28,4 milioni di euro (circa 5,2 dai Reparti del Trentino e 23,2 da quelli dell’Alto Adige).

 

OPERAZIONI DI SOCCORSO E CONCORSO NEI SERVIZI DI ORDINE E SICUREZZA PUBBLICA

Le 7 Stazioni del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza presenti in regione, di cui due in Trentino (Tione e Passo Rolle) e 5 in Alto Adige (Vipiteno, Brunico, Merano, Silandro e Prato Drava), hanno eseguito 1.475 interventi, che hanno consentito di soccorrere e portare in salvo 1.583 persone (801 le Stazioni di Tione e Passo Rolle e 782 quelle dell’Alto Adige).

Tali risultati sono stati conseguiti anche grazie al prezioso ausilio degli elicotteri della Sezione Aerea di Bolzano, dotati di moderne tecnologie imsi catcher nonché dei “droni” in dotazione.
La valenza delle competenze specialistiche del Corpo nello specifico comparto si devono rilevare, anche al di fuori del contesto regionale, in occasione delle operazioni di soccorso prestate nei confronti della popolazione dell’Emilia Romagna, colpita da una tremenda alluvione nel maggio dello scorso anno. Il tempestivo ed efficace intervento della componente aerea e del personale del SAGF impiegato, concretizzatosi nello svolgimento di numerose missioni di volo, ha consentito di elitrasportare viveri di prima necessità, di ricercare persone scomparse, di portare in salvo malcapitati, di salvaguardare coltivazioni e animali bloccati nelle fattorie e/o recinti, nonché, di ripristinare la rete internet/elettrica/telefonica, in una cornice di sinergica cooperazione col personale tecnico dei Vigili del fuoco e delle telecomunicazioni.

 

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