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Zes agevolazioni
   


Auspici, richieste, stimoli, ma la palla al piede dell’assenza di cultura di impresa e del campanile da collegio elettorale dalle aree produttive, dalla Valbasento di Ferrandina ( Matera) a Galdo di Lauria (Potenza) finora non hanno fatto decollare la Zona economica speciale porto di Taranto-retroporto di Basilicata, che rassomiglia poco a una banchina di attracco con depositi, ferrovie, strade e tanto ai piazzali da attrezzare. Ma è anche vero che fare i conti con regolamenti, riforme e circolari in corso d’opera non consente a gran parte degli enti locali, Basilicata compresi, per carenze di organico e competenze, di lavorare sulle priorità e sulle cose da fare. L’avvocato Pierluigi Diso, residente a Matera ma con il cuore e la mente rivolti alla Puglia, e al Salento in particolare, che continua a pasteggiare con ”pane e Zes” , ha preso spunto dal protocollo di intesa sottoscritto dai sindaci di Taranto e Matera per ritornare alla carica sulle cose da fare. E così come comincia dalla lettera ”L” come logistica e ”I” come infrastrutture. Non sono,putroppo, le due città a doverle attivare ma le Regioni. Dalla Basilicata siamo fermi ai comunicati di via Anzio, ma facendo attenzione che il pallino decisionale e della programmazione non accresca quell’effetto zattera, che contrassegna le divisione tra i comprensori. Certo se Matera facessero ancora parte della Terra d’Otranto la questione Zes sarebbe stata già avviata. Ma siamo fermi sulla sponda nord del Basento,aldilà del ponte Musmeci. E per arrivare a Ponte Punta Penna ce ne vuole…in quel di Taranto, naturalmente. Eppure le due città sarebbe unite dai colori rossoblu. Paradossi, stranezze, ma sulla Zes ci sarà ancora tanto discutere. A meno che non venga nominato un commissario. Quando, chi e se lo sapremo se arriveranno fondi europei, da non buttare nè nel Basento e nè in mare.

LE RIFLESSIONI DI PIERLUIGI DISO
L’intesa tra il Comune di Matera e quello di Taranto non dev’essere finalizzata solo alla promozione delle relazioni istituzionali, culturali ed economiche sulla scia di Matera già Capitale europea della cultura 2019 e Taranto che si appresta ad accogliere i giochi del Mediterraneo. Le due città devono valorizzare la loro dotazione infrastrutturale, perché oggi entrambe sono al centro del Mare Nostrum e guardano non solo alla comune ricchezza di risorse paesaggistiche, storiche, archeologiche e alla rete di itinerari turistici da promuovere e valorizzare per lo sviluppo del territorio jonico, che si estende dalla città dei due mari a quella dei Sassi. I mutamenti geopolitici nel Mediterraneo hanno aperto nuove prospettive all’Italia, ma soprattutto al Mezzogiorno e Taranto è la nuova porta d’Oriente. Il sistema portuale e logistico del Mezzogiorno può giocare un ruolo trainante non soltanto per la ripresa economica post-pandemia, ma per lo sviluppo di quest’area del Paese e per il processo di coesione con il resto d’Italia e con l’Europa.

Il Mezzogiorno si profila, per posizione geografica, al centro delle attenzioni dell’intera zona del Mediterraneo ed i suoi porti sono la naturale piattaforma logistica per i sistemi marittimi nazionali. Da qui la necessità di sviluppare l’intermodalità, rafforzando la rete ferroviaria e l’integrazione tra le vie di collegamento ferroviarie, stradale e le aree retroportuale. Ciò richiede interventi a sostegno del trasporto merci, l’infrastrutturazione portuale e le piattaforme logistiche: in una parola un’area ZES, con una maggiore qualità dei servizi, di processi, di efficienza delle imprese e un’elevata competenza delle risorse umane impiegate. La portualità e la logistica diventano così strumenti attivi di una politica euro-mediterranea volta a favorire l’integrazione tra nord e sud del Mediterraneo, per lo sviluppo, quello industriale, e la coesione del nostro Mezzogiorno, magari partendo dall’asse Taranto-Matera. Ecco che le due città oltre a favorire uno sviluppo turistico-culturale, magno-greco per eccellenza, hanno di fronte, ma sono forse un po’ in ritardo, un’opportunità di sviluppo per il Mezzogiorno e per le imprese coinvolte nella logistica che possono trattenere i flussi di merci sul territorio ed aggiungervi valore con la lavorazione e preparazione per i mercati di destinazione, magari in aree zona franca doganale. Ecco che occorre incrementare l’accessibilità ai territori; migliorare la qualità della vita e la competitività delle aree ZES con una politica industriale di filiera e perseguendo una mobilità sostenibile e sicura.

Tra Taranto e Matera è diffusa la zona economica speciale che ha individuato nel trasporto marittimo e nell’intera filiera della logistica ad esso collegata uno strumento fondamentale per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo di una nuova politica industriale basata sui porti, sui retroporti e sulle zone economiche speciale. Una nuova retroportualità potrebbe attuare un’integrazione tale da creare corridoi doganali, servizi ferroviari dedicati e piattaforme logistiche al servizio del porto. Il porto di Taranto è area di cerniera e funge da volano economico per il territorio e Matera con la sua area Zes deve avere un ruolo, se la Regione Basilicata ha già integrato le proprie attività e creato sinergie con lo scalo portuale jonico. Sono state infatti introdotte misure di sostegno alla nascita e alla crescita delle imprese nel Mezzogiorno per consentire anche a Matera di cominciare a riflettere sulla cultura del capitale, creando condizioni economiche e finanziarie che consentono lo sviluppo delle imprese già operanti e l’insediamento di nuove. Una Zes a Taranto con retroporto anche a Matera, con l’area industriale di Iesce e La Martella, rappresenta un momento fondamentale per lo sviluppo di Taranto e della Basilicata jonica. Una strada per ricostruire il proprio futuro economico e industriale, oltre che turistico e culturale, è quella di pensare oltre i confini regionali e affacciarsi al Mediterraneo, già culla di civiltà. La Regione Puglia e la Regione Basilicata hanno già condiviso il percorso per la realizzazione di una Zes interregionale, adesso tocca alle Amministrazioni coinvolte fare la loro parte, magari sfruttando i soldi del Recovery plan e quelli comunitari della programmazione regionale 2021-2026 (Fesr) per superare il gap infrastrutturale e rendere attrattivo per le aziende insediarsi nel Mezzogiorno e consentire loro anche nuove opportunità di business.
Pierluigi Diso

GIORDANO (UGL) CON DISO
Comunicato stampa.

Zes, Giordano (Ugl):”Con Diso (Associazione Zes Lucana) condiviso percorso su sistema socio economico Basilicata”.

“Il sistema socio economico della Basilicata, del territorio Materano e dell’area murgiana, naturale cerniera tra le due ZES (Adriatica e Jonica), si è incancrenito in una fase molto difficile in conseguenza sia della crisi economica e sociale, sia per effetto Covid-19”.
E’ quanto sostenuto dal Segretario Provinciale Ugl Matera, Pino Giordano nell’incontro avuto con l’avv. Pierluigi Diso, coordinatore dell’Associazione Zes Lucana.

“Da ormai troppo tempo – prosegue Giordano – si assiste agli effetti di un preoccupante processo di delocalizzazione sia della produzione made in Italy che dei siti produttivi. Tali fenomeni hanno messo a dura prova, in questi anni, ampi settori del tessuto imprenditoriale lucano. E’ di interesse strategico non solo statale ma anche comunitario tutelare questa area del Paese, attraverso l’istituzione di zone dotate di straordinarie agevolazioni fiscali e burocratico-amministrative che attraggano nuovi investitori esterni che siano comunque funzionali, al mantenimento ed al rafforzamento del tessuto produttivo e commerciale del territorio. Basti pensare a quante cattedrali nel deserto ci sono nella Val Basento, nel metapontino, a Policoro, Scanzano, Nova Siri, insieme allo spopolamento delle aree interne materane. Allora – aggiunge Giordano – per l’Ugl necessita fare sistema per la Zes Jonica e lo sviluppo lucano. Un incontro operativo con Diso per condividere sulle cose da fare e con invito preciso a non perdere tempo su temi come incentivi, promozione di impresa per rendere appetibili i territori. Il tutto e subito per buttare dentro alla Zes Jonica, legata al Porto di Taranto, tutte le aree comprensoriali e produttive della Basilicata. Tante le priorità per far decollare la Zes in Basilicata sono state suggerite dall’UGL, tra cui la riduzione della tassazione sul costo del lavoro e sugli utili di impresa, la riduzione dell’onere di trasporto, insieme all’incremento della produttività delle infrastrutture dedicate alle operazioni di handling, derivante dalla riduzione dei tempi operativi e delle procedure doganali. Inoltre, sviluppare un’analisi di impatto della regolamentazione ad ampio spettro. E allora – prosegue il sindacalista – per l’Ugl occorre puntare sulle priorità cominciando dalle infrastrutture e dalla logistica, come già segnalato da Diso. Se Zes è tutto, non possiamo tener fuori il turismo che è il traino della provincia materana, la quale attira oggi una domanda turistica suddivisibile in due macro-aree: Turismi dei grandi numeri, composto dalle tipologie di turismo di carattere tradizionale che si rifanno ad alcuni tematismi di base; turismo culturale, turismo religioso, turismo nel verde, turismo lacuale, turismo scolastico. Turismi di nicchia: galassia di linee di offerta in dinamica evoluzione che spaziano dai turismi del benessere al turismo enogastronomico, dai turismi del camminare ai turismi della natura, dallo slow tourism al diversificato mondo dei turismi attivi. Un universo vasto, con proposte basate sulla contaminazione intersettoriale, su forme di ‘edutainment’ o di avventura a contattato con la natura, sulla scoperta dei tratti originali e tipici del territorio e della comunità ospitante, sul coinvolgimento e la ricerca di relazioni autentiche. Una delle tendenze che deve essere intercettata dalla Basilicata e dalle sue imprese è, dunque, quella dei turismi esperienziali, dove ‘vivere, essere e fare’ predominano rispetto al ‘visitare’. Le azioni Ugl sono finalizzate a massimizzare il risultato economico di imprese, professioni, tour e bus operator, addetti del settore culturale e turistico ed a identificare proprio con riferimento al turismo e alla sua specificità, due obiettivi centrali, fortemente intrecciati tra loro. Occorre ripensare il rapporto tra un territorio, la sua economia, le infrastrutture e il sistema della mobilità, per nuovi interventi a sostegno dell’economia e la Zes tra il porto di Taranto e il retroporto materano, con l’area industriale di Iesce e La Martella, rappresenta un momento fondamentale per lo sviluppo, una strada per ricostruire il futuro economico e industriale, oltre che turistico e culturale lucano, affacciandosi oltre confini. Le Amministrazioni comunali coinvolte devono fare la loro parte per superare il gap infrastrutturale e rendere attrattivo per le aziende insediarsi nel Mezzogiorno. Ma occorre non perdere altro tempo – ha concluso Giordano – e l’Ugl Matera è pronta a dare il suo contributo collaborativo per far partire la Zes in una regione che ha sete di vero cambiamento”.

Matera, 27 maggio 2021.
Ufficio stampa Ugl Matera

 

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