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Roma, 23 giugno 2024 – La lotta al lavoro nero da una parte porta risultati ma dall’altra mette in evidenza come, nonostante i proclami, il fenomeno in Italia non sia in calo. Sono infatti in aumento del 32% i lavoratori irregolari scoperti dalla Guardia di Finanza negli ultimi 17 mesi in Italia.

Guardia di Finanza in azione

Quasi 60mila invisibili, uomini e donne costretti a lavorare senza un contratto o con degli accordi irregolari: sono i lavoratori in nero scoperti dalla Guardia di Finanza in 17 mesi di attività, dal primo gennaio del 2023 al 31 maggio di quest’anno. Gli accertamenti delle Fiamme Gialle, come emerge dal bilancio operativo, hanno consentito infatti di individuare 59.539 lavoratori irregolari, il 32% in più dei 45.041 scoperti nell’analogo periodo precedente.

Un dato che non fa certo onore all’Italia diffuso dalla Gdf proprio nei giorni immediatamente successivi alla morte di Satman, il bracciante rimasto vittima di un incidente e scaricato davanti casa, senza pietà.

Ma quelli sul lavoro nero non sono gli unici dati dell’attività delle Fiamme Gialle. La lotta al lavoro sommerso viaggia in parallelo, ma non mancano i punti di contatto, con quella ai clan. Dai dati forniti dalla Gdf si attesta sui 3,6 miliardi di euro il valore dei beni riconducibili alla criminalità organizzata sequestrati, confiscati o sottoposti ad amministrazione giudiziaria.

Sul fronte del riciclaggio, i finanzieri hanno scoperto operazioni illecite per 6,8 miliardi e denunciato 5.316 persone, di cui 461 arrestate, mentre il contrasto alle nuove frodi telematiche ha consentito di sequestrare beni per 92 milioni di euro. Di 75 milioni è invece il controvalore in euro delle criptovalute sequestrate, con la Finanza che ha scoperto la prima ‘mining farm’ italiana, una struttura composta da hardware e software in grado di coniare nuove valute virtuali.

Importanti anche i numeri sul fronte del contrasto alla contraffazione e alla tutela del made in Italy: sono stati sequestrati oltre 800 milioni di prodotti falsi e oltre 22mila tonnellate di prodotti agroalimentari. Per quanto riguarda le operazioni sospette, sono stati esaminati quasi 252mila flussi finanziari, 500 dei quali legati al finanziamento del terrorismo.

Sul fronte delle truffe, ammontano a circa due miliardi di euro le frodi sui fondi che erano destinati a sostenere le famiglie e le imprese. Dai dati emerge inoltre un danno erariale per circa 3 miliardi di euro, con 19.674 indagini in tema di spesa pubblica che hanno portato alla denuncia di oltre 31mila persone e alla segnalazione alla Corte dei Conti di 6.345 responsabili degli ammanchi alle casse dello Stato. Quasi raddoppiati i sequestri dei beni profitto dell’evasione fiscale: ne sono stati effettuati per un valore complessivo di 8,3 miliardi, tre miliardi e mezzo in più rispetto ai 4,8 recuperati nell’analogo periodo precedente.

I finanzieri hanno scoperto 8.743 evasori totali, soggetti o imprese completamente sconosciute al fisco, un numero sostanzialmente identico al periodo precedente (quando furono 8.924).

Infine dall’inizio della guerra in Ucraina nel 2022 sono stati congelati in Italia beni riconducibili a oligarchi russi per un valore complessivo di due miliardi di euro. Il dato emerge dal bilancio operativo di 17 mesi di attività della Guardia di Finanza a cui sono il Comitato di sicurezza finanziaria ha delegato gli accertamenti economico-patrimoniali sui soggetti inseriti nella black list dell’Unione europea. I beni – fabbricati, auto e imbarcazioni di lusso, aerei, terreni, opere d’arte e quote societarie – sono stati congelati complessivamente a 29 soggetti.

 

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