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Gli investimenti realizzati finora nella Zes Sicilia Orientale “valgono tra i 70 e i 100 milioni di euro”, ma si tratta di numeri indicativi perché “i processi aziendali hanno bisogno di tempo, e gli investimenti potenziali sono enormi”. Il commissario Filippo Di Graziano parla con FocuSicilia delle prospettive di sviluppo della Zona economica speciale, a margine di un incontro organizzato da Confindustria Catania con gli stakeholders e le diverse istituzioni coinvolte. Un’occasione per fare il punto della situazione, e per delineare gli interventi necessari per migliorare il tessuto industriale locale. “Dopo un anno possiamo parlare di una Zes in piena attività. Lo sportello digitale è attivo da giugno, abbiamo già rilasciato una decina di autorizzazioni”, rivendica il commissario. Le prime adesioni sono significative, ma il potenziale è molto più ampio. “Al momento abbiamo 35 richieste di autorizzazione in corso, ma le manifestazioni di interesse da parte di imprese locali, nazionali e mondiali sono molte di più”. Da questo punto di vista è importante la “divulgazione” della Zes, “per attirare il maggior numero di investimenti e al contempo migliorare il territorio”.

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Le imprese più interessate

Un primo bilancio delle imprese coinvolte è possibile. “La Zes interessa sicuramente il manifatturiero su larga scala. Gli investimenti riguardano soprattutto la microelettronica, la logistica, l’economia circolare e la farmaceutica”, dice il commissario. Quattro ambiti industriali storicamente presenti nel territorio etneo, che per attirare investimenti da parte di nuovi soggetti nazionali e internazionali deve garantire stabilità. “Per questo, insieme al ministero dello Sviluppo economico, siamo al lavoro per dare all’area un orizzonte temporale e di finanziamenti più lungo possibile”, anticipa Di Graziano. Strettamente connesso il tema della riperimetrazione della Zona economica speciale, ovvero dei “nuovi confini” che dovrebbero renderne ancora più fluido il funzionamento. “Su questo tema esiste un decreto, passato dalla Conferenza stato regioni alla fine dell’anno scorso, in attesa della firma del Governo”, spiega il commissario. “Quando verrà emanato, la Zes Sicilia orientale è pronta a intervenire, di concerto con i comuni e i territori interessati”.

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Il Pnrr e le infrastrutture

A proposito di investimenti, le Zes sono coinvolte anche nel Pnrr, uno strumento che “può permettere di risolvere dei problemi oggi, ma può diventare uno strumento importante anche in una fase successiva”. I fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per il momento, sono stati richiesti soprattutto per la realizzazione di alcune infrastrutture strategiche. “Proprio ieri è arrivata l’aggiudicazione provvisoria del collegamento tra il porto di Riposto e l’autostrada, i cui lavori saranno avviati entro il primo semestre di quest’anno”, annuncia Di Graziano. Altri tre cantieri dovrebbero partire a breve, essendo stata adottata una procedura di progettazione d’urgenza, “per collegare i porti di Gela, Licata e Sant’Agata di Militello”. Infine, il commissario annuncia il via libera ai lavori per la sistemazione dell’ingresso dell’interporto di Catania, complesso da oltre 200 mila mq che sorgerà tra la stazione di Bicocca e la Zona industriale di Catania. Tutti interventi “in timing con la scadenza del Pnrr”, che porteranno sul territorio “lavori per 60 milioni di euro, una piccola parte del Piano nazionale di ripresa ma sicuramente utile per migliorare diverse aree”.

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Zona industriale, problema da risolvere

Di centrale importanza, come ribadito da diversi imprenditori nel corso dall’incontro, la sistemazione della Zona industriale di Catania. “Lo stato di quest’area è un problema, che si evidenzia soprattutto quando si cerca di internazionalizzare il processo industriale sul territorio”, riconosce il commissario. Un tema che riguarda “non solo le grandi, ma anche le piccole infrastrutture”, e che chiama in causa la burocrazia, “come ho fatto presente ai sindacati, a Confindustria e anche al Comune di Catania”. Gli interventi riguardano diversi ambiti, spiega il commissario, “dal decoro urbano alla segnaletica, dall’idraulica alla manutenzione”. Per cambiare occorre la collaborazione di tutti gli attori coinvolti. “Dovremmo pensare alla Zona industriale come a una sorta di condominio, in cui tutte le persone interessate possano portare il proprio contributo. Spero di riuscire a realizzarlo”. L’obiettivo finale, ricorda il commissario, “è che la Zes non sia una cosa che sta lì per un certo numero di anni, ma che ‘viva’ insieme agli investimenti che riesce ad attrarre”.



 

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