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Al momento dell’adesione al fondo pensione, o in qualsiasi fase successiva, il lavoratore può decidere di aggiungere un contributo individuale e volontario, determinato in misura percentuale rispetto alla retribuzione, da affiancare ai versamenti periodici del TFR.

In questo articolo vedremo cos’è il contributo del lavoratore e quali vantaggi comporta scegliere di attivarlo.

Vedremo, poi, lo stretto legame esistente tra questa forma di contribuzione e quella a carico del datore di lavoro, beneficio riservato agli aderenti ai fondi pensione negoziali come Fondo Priamo.

Infine, scopriremo in che modo il lavoratore iscritto a Priamo può avviare la contribuzione a proprio carico e, di conseguenza, ricevere quella del datore di lavoro.

Cos’è il contributo del lavoratore?

Il contributo del lavoratore consiste in una forma di contribuzione mensile, trattenuta direttamente in busta paga dal datore di lavoro e poi versata al fondo pensione.

Il lavoratore è libero di stabilire la percentuale del proprio stipendio da destinare a questo scopo, nel rispetto della percentuale minima definita dal proprio CCNL di appartenenza. Da questa scelta derivano una serie di vantaggi, tra cui i seguenti:

  • accumulare un capitale più consistente rispetto a quello che si ricaverebbe con la sola destinazione del proprio TFR al fondo pensione;
  • godere della deduzione fiscale dei contributi versati fino al limite di € 5.167,54 annui, applicata direttamente in busta paga, che va ad abbattere il reddito imponibile e l’IRPEF trattenuta sullo stipendio;
  • attivare il contributo aggiuntivo a carico del datore di lavoro.

Tutti questi benefici di natura finanziaria comportano un risparmio in termini fiscali e un maggior accumulo di capitale, che consente di perseguire più agevolmente i propri obiettivi di tutela del tenore di vita una volta raggiunto il momento del pensionamento.

Tutte le aliquote minime contributive previste per i diversi CCNL che fanno capo a Fondo Priamo sono indicate nella nostra pagina denominata Quanto contribuire e nella Nota Informativa.

Contributo a carico del datore di lavoro

L’attivazione del contributo a carico del datore di lavoro è un elemento estremamente interessante, trattandosi di un vantaggio riservato ai soli iscritti a un fondo pensione negoziale che “scatta” nel momento in cui il lavoratore decide di versare il contributo a proprio carico in aggiunta al TFR.

Grazie a esso, infatti, l’aderente può accrescere il proprio montante accumulato nel fondo pensione attraverso un flusso finanziario costante in capo all’azienda. Nel complesso, la propria posizione previdenziale sarà dunque alimentata da:

  • TFR;
  • contributo del lavoratore;
  • contributo datoriale.

Per questa componente contributiva, il datore versa una somma, mentre il lavoratore ne gode i frutti al momento della prestazione finale.

Per chiarire meglio, prendiamo ad esempio alcune delle percentuali fissate da alcuni dei CCNL che prevedono l’adesione a Fondo Priamo:

  • lavoratori dipendenti cui si applica il CCNL del trasporto pubblico locale: il lavoratore deve versare almeno il 2% per ottenere il contributo aggiuntivo del 2% a carico dell’azienda;
  • addetti agli impianti di trasporto a fune: il contributo minimo per il lavoratore è dell’1,5%, versando il quale ottiene il 2% per l’azienda;
  • dipendenti di imprese attività esercenti attività di noleggio autobus con conducente: gli importi sono pari all’1% per il lavoratore e all’1% per l’azienda;
  • lavoratori delle agenzie marittime: anche in questo caso il contributo minimo è dell’1% per il lavoratore, che dà diritto a ricevere l’1% da parte dell’azienda.

Insomma, la contribuzione può raddoppiare, o più che raddoppiare, rispetto al versamento minimo del lavoratore.

Chiudiamo ricordando che:

  • il contributo del lavoratore può essere innalzato volontariamente dall’iscritto, ma entro scaglioni fissi di aliquota contributiva per multipli dello 0,5% (dunque ad esempio se il minimo è pari al 2%, si può passare al 2,5 o 3 o 3,5%, e così via);
  • il contributo a carico del datore di lavoro resta invariato, indipendentemente dall’innalzamento o meno del minimo a carico del lavoratore.

Per approfondire il tema invitiamo a leggere la nostra guida Come funziona il contributo dell’azienda al fondo pensione.

Come attivare il contributo del lavoratore a Fondo Priamo

Il contributo del lavoratore può essere attivato direttamente in fase di adesione esplicita, con la compilazione del modulo di adesione disponibile sul sito del Fondo Priamo alla pagina Come aderire.

Nella sezione del documento denominata “Scelta della contribuzione”, infatti, è possibile scegliere di versare la contribuzione a proprio carico e quella a carico del datore di lavoro:

  • selezionando la casella “contributo minimo contrattualmente stabilito dagli accordi”;
  • indicando puntualmente la percentuale prescelta, come detto purché con cifre decimali del punto e del mezzo punto.

Il medesimo modello può tuttavia essere utilizzato anche in una fase successiva, nei casi in cui vi sia stata:

  • l’adesione tacita con il versamento del TFR al Fondo, trascorsi i 6 mesi dalla prima assunzione senza operare alcuna scelta circa la destinazione del trattamento di fine rapporto;
  • l’adesione esplicita con il versamento del solo TFR.

In ogni momento il lavoratore può scegliere di avviare la contribuzione a proprio carico e/o di modificare la percentuale prescelta.

Una volta indicate tutte le informazioni, incluse quelle da compilare a cura dell’azienda, il modulo deve essere inviato a mezzo raccomandata A/R a: Fondo Pensione Priamo – Via Federico Cesi, 72 – 00193 Roma. In alternativa può essere trasmesso via PEC all’indirizzo: segreteria@pec.fondopriamo.it

Ricordiamo che il versamento del contributo volontario da parte del lavoratore rappresenta un’opzione molto interessante da valutare per i numerosi benefici finanziari e previdenziali che ne derivano. Per questo si consiglia di prenderla in considerazione sia in fase di adesione che in momenti successivi.

Infine, invitiamo a leggere anche il nostro articolo Come funziona la contribuzione volontaria una tantum al fondo pensione?.



 

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