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L’iter legislativo per l’entrata in vigore della Direttiva Europea Epbd (Energy performance of building directive) si è ufficialmente concluso il 28 maggio, ovvero 20 giorni dopo la pubblicazione del testo sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.

In occasione del convegno di presentazione dei risultati dell’Energy Efficiency Report 2024 (per scaricare il pdf, basta aprire il link Fonte), stilato congiuntamente dal Politecnico di Milano e da Energy & Strategy (facente capo al Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico) è stato reso noto che, secondo l’analisi del PoLiMi, gli interventi di ammodernamento del parco abitativo costeranno 180 miliardi di euro.

Per avere un termine di paragone, il Superbonus 110%, secondo l’analisi de Il Corriere della Sera, al 31 marzo 2024 aveva raggiunto un costo di 135 miliardi di euro.

La testata è però la prima a sottolineare due aspetti: da una parte, la crescita del Pil, dell’occupazione e dell’introito legato alle tasse (i bonifici dei lavori dovevano essere tracciabili, e riportare la specifica relativa ai lavoro di manutenzione, la partita iva dell’impresa scelta e il codice fiscale del committente) dall’altro, il peso delle truffe perpetrate ai danni di chi intendeva effettuare lavori sulla propria abitazione e dello Stato.

Secondo quanto riportato dalla testata, ad oggi l’Agenzia delle Entrate ha bloccato quasi 15 miliardi di richieste di rimborso per lavori mai compiuti, o compiuti in modo non conforme a quanto stabilito dal Superbonus 110%.

IL COSTO DELLA MANOVRA E LA COALIZIONE EUROPEA



Nonostante la cifra da capogiro, pari a quanto è stato speso nell’ultimo triennio tra Superbonus, Ecobonus e Bonus casa, secondo il PoliMi l’attuazione della direttiva europea è fattibile, a patto di “ma la politica deve predisporre un piano di riqualificazione ampio e ben finanziato”.

A pesare maggiormente sul costo totale è il 40% degli edifici che compongono il nostro parco immobiliare e che rientrano nella classe energetica G (più o meno 5 milioni di immobili).

Questa percentuale del nostro patrimonio immobiliare, da sola, richiederà tra i 93 e i 103 miliardi di euro per essere portata a norma nei tempi e modi previsti dall’Unione Europea; la quota rimanente, secondo le stime del report, per raggiungere la massima efficienza energetica richiederebbe circa 80 miliardi.

Vittorio Chiesa, direttore di E&S, ha dichiarato:

A differenza di quanto fatto nel recente passato, bisognerà intervenire in maniera molto più estensiva sul territorio in termini di numero di edifici, gestendo pertanto un numero enorme di cantieri che nasceranno in tempi estremamente brevi. Dovrà inoltre essere posta adeguata attenzione a prodotti e materiali, in modo che siano disponibili a un prezzo in linea con quanto previsto dalle stime. Parte di queste risorse potrebbe (o dovrebbe) arrivare da un nuovo grande piano di finanziamenti europei, ma non basta, occorre una pianificazione attenta e la messa a punto di strumenti di supporto alla riqualificazione energetica degli edifici che oggi non è parte della nostra agenda politica.


La stessa Bruxelles aveva già messo in conto una spesa stratosferica per un intervento di efficientamento energetico degli edifici (pubblici e privati) di portata così ampia come quello previsto dalla Direttiva Epbd, ipotizzando investimenti annuali “fino a 275 miliardi di euro” per i prossimi sei anni (2024-2030).

La mancata realizzazione degli obiettivi stabiliti dalla Commissione rischiano di far saltare quelli inseriti nel pacchetto “Fit for 55”, propedeutici al raggiungimento della net-zero entro il 2050.

Il Parlamento aveva pertanto dato vita alla Coalizione UE per l’efficienza energetica, mettendo a disposizione di ogni Stato membro uno strumento con cui delineare un quadro di finanziamento sostenibile e a lungo termine per gli investimenti necessari ad attuare la direttiva.

SCONTI IN FATTURA, RIMBORSI, DETRAZIONI: COSA SUCCEDERA



L’altro aspetto non ancora chiarito né dalla Commissione Europea né dal Governo è quello relativo alle forme di “bonus” che sarà possibile utilizzare: la presentazione della direttiva Case Green aveva inizialmente paventato il ritorno dello sconto in fattura, per alcuni aspetti probabilmente la forma più rapida e “intuitiva” di utilizzo dei bonus, ma ad oggi non ci sono state dichiarazioni ufficiali in merito.

Federico Frattini, vicedirettore di E&S e responsabile dell’Energy Efficiency Report 2024, ha commentato in proposito:

Il quadro [delle forme di bonus e detrazione] è piuttosto complesso e incerto: da un lato, nonostante le recenti elezioni possano eventualmente cambiare le carte in tavola, l’Europa ha alzato l’asticella degli obiettivi, con l’Energy Efficiency Directive (EED) e soprattutto con la EPBD; dall’altro, l’indice di propensione agli investimenti in efficienza energetica misurato dalla nostra survey è decisamente in calo e sono molte le preoccupazioni degli operatori riguardo al futuro del mercato.

Come prevedibile, questa incertezza impatta negativamente sui possibili investimenti, sia da parte delle ditte che potrebbero effettuare i lavori, sia da parte dei proprietari che dovranno farsi carico delle spese.

In particolare, le imprese italiane stanno dimezzando, e in alcuni casi azzerando totalmente, i loro investimenti nell’ambito dell’efficienza energetica e dell’ammodernamento dei loro immobili, perché il ROI (Return of Investment) è considerato troppo lungo e fortemente incerto.

 

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