«Distacchi di mezzora ogni giorno e guadagni dimezzati sul fotovoltaico» #finsubitoagevolazioni

Anni di fatica, investimenti, calcoli e documenti da sfogliare per dare la caccia ai bonus possibili. E in questo preciso caso si parla del cosiddetto sconto in fattura pari al 50 per cento. Poi arriva il momento dei lavori, che consistono materialmente nell’installazione dei pannelli fotovoltaici sul tetto di casa. Soldi che se ne vanno, ma con la prospettiva di risparmiare e di salvaguardare l’ambiente. Poi un’altra attesa, che certe volte sembra eterna. Infatti il ​​tempo che intercorre tra la posa dei pannelli e l’effettiva messa nella rete del sistema, consiste in mesi. Non in giorni. E infine l’amara sorpresa: l’infrastruttura non sempre riesce a “sopportare” l’energia che i pannelli immettono nel sistema. E l’impianto si blocca, facendo di fatto perdere al cittadino una parte dei benefici garantiti dall’autonomia energetica. È la denuncia di una cittadina di Fiume Veneto, nello specifico. Ma la problematica riguarda purtroppo un buon numero di impianti privati.

COSA SUCCEDE

A rivolgersi alla redazione del Gazzettino è una donna che risiede a Fiume Veneto. Davanti a lei un tavolo pieno di documenti. Sono tutte le carte che si sono rese necessarie per installare e mettere in funzione un impianto fotovoltaico di portata domestica. La storia inizia nel 2022, ma è adesso che sono emersi i problemi più importanti. «La tensione della rete pubblica – spiega infatti la cittadina – è fuori tolleranza e manda in blocco l’impianto. Lo stesso, poi, riparte dopo 20-30 minuti». Ma intanto quella mezzora è stata persa, così come i benefici dell’energia che altrimenti sarebbe stata rimessa correttamente in rete. Un problema, spiegano alcuni esperti contattati, che non rientra nella tipologia degli impianti installati sui tetti delle abitazioni, «ma che è riferito alla rete generale». In alcuni casi dati, soprattutto nelle aree accessorie.

LO SFOGO

Il racconto della cittadina pordenonese parte dal 2022, quando iniziano le procedure necessarie all’installazione di un impianto fotovoltaico sul tetto della propria abitazione di Fiume Veneto. «Nel dettaglio – spiega – si tratta di una copertura composta da sedici pannelli fotovoltaici in grado sulla carta di erogare una potenza di 6 kilowatt, per una produzione di 24 kilowattora. Un livello – spiega però la cittadina che si lamenta delle sue condizioni – che però non si riesce quasi mai a raggiungere. La media calcolata e riportata dai contatori, infatti, non supera i 15-16 kilowattora. E i disservizi – fa sapere ancora – si concentrano soprattutto nella fascia oraria di punta, quella cioè da mezzogiorno alle tre del pomeriggio». Esattamente quando il sole è più perpendicolare e quando l’utilità dei pannelli dovrebbe essere massima. Sempre sulla carta, perché poi bisogna scendere a patti con la capacità della linea di assorbire l’energia rimessa in circolo.

«Il disservizio di cui sto parlando – illustra ancora la donna – colpisce me come tanti altri cittadini che sono dotati di batteria di accumulo abbinata all’impianto fotovoltaico installato sulla copertura della propria abitazione. Chi non ha una batteria di accumulo, infatti, non si accorge dei distacchi». La corrente, infatti, non salta del tutto. Viene “semplicemente” meno l’effettiva capacità del sistema di immettere energia all’interno della rete pubblica. Si tratta di pochi minuti al giorno? E la somma, in questo caso, a fare la differenza. E considerato il costo degli impianti non si tratta assolutamente di “noccioline”. Senza calcolare le difficoltà e i tempi lunghi per ottenere i surplus economici dell’immissione in circolo dell’energia. Ma questa è ancora un’altra storia.