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La detrazione Irpef è pari al 50% e si applica alle spese sostenute per acquistare mobili e grandi elettrodomestici.

Con la Legge di Bilancio 2024 è stato riconfermato il Bonus mobili, anche se con una modifica riguardante il tetto di spesa su cui fruire della detrazione al 50% per l’acquisto dei mobili e dei grandi elettrodomestici.

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L’intervento ha portato ad una riduzione a 5mila euro del tetto massimo, con un risparmio di circa 2.500 euro.

Vediamo cos’è il bonus mobili, come funziona e quali sono le novità per il 2024.

Bonus mobili 2024: cos’è?

Il bonus mobili, introdotto dall’articolo 16, comma 2 del Dl 63/2013, è una detrazione Irpef pari al 50% sulle spese sostenute per acquistare mobili e grandi elettrodomestici destinati ad arredare l’immobile oggetto di ristrutturazione edilizia con bonus ristrutturazione. Il bonus mobili 2024 è, dunque, strettamente legato al bonus ristrutturazione: solo in questo caso si avrà diritto alla fruizione della detrazione.

Per poterne fruire è necessario avere realizzato interventi di ristrutturazione edilizia a partire dal 1° gennaio dell’anno precedente a quello dell’acquisto dei beni. Per fare un esempio, dal 1° gennaio 2023 devono essere stati realizzati interventi di ristrutturazione per poter fruire del bonus mobili 2024.

l bonus consente di acquistare fino al 31 dicembre 2024 mobili ed elettrodomestici. Per questi ultimi la detrazione è subordinata alla classe energetica dell’elettrodomestico e sono ammessi:

  • non inferiori alla classe A per i forni;
  • non inferiori alla classe E per lavatrici, le lavasciugatrici e le lavastoviglie;
  • alla classe F per i frigoriferi e i congelatori.

L’acquisto è comunque agevolato per gli elettrodomestici privi di etichetta, a condizione che per essi non ne sia stato ancora previsto l’obbligo. Rientrano nei grandi elettrodomestici, per esempio: frigoriferi, congelatori, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, stufe elettriche, forni a microonde, piastre riscaldanti elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento.

I mobili, invece, devono essere nuovi e vi rientrano, tra gli altri:

  • letti;
  • armadi;
  • cassettiere;
  • librerie;
  • scrivanie;
  • tavoli;
  • sedie;
  • comodini;
  • divani;
  • poltrone;
  • credenze;
  • materassi;
  • apparecchi di illuminazione.

È, dunque, escluso l’acquisto di porte, pavimentazioni, tende e tendaggi e altri complementi di arredo.

Le novità

L’unica grande novità in merito al bonus mobili 2024 riguarda la soglia massima di spesa agevolata, che fino al 31 dicembre 2023 era fissata a 8mila euro. Nel 2024 è diminuita a 5mila euro, mantenendo comunque l’aliquota di detrazione al 50%.

Bonus mobili 2024: a chi spetta?

Il bonus mobili 2024 spetta a determinate categorie, ecco quali:

  • soggetti Irpef che sostengano le spese al di fuori dell’attività di impresa;
  • società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice, imprese individuali, imprese familiari a patto che i mobili acquistati siano destinati a immobili merci o strumentali;
  • soci di cooperative.

Inoltre, per poter beneficiare del bonus mobili 2024 il contribuente deve essere o proprietario o nudo proprietario dell’immobile. In ogni caso deve detenere un reale diritto di godimento (usufrutto, uso, abitazione, diritto di superficie) sull’immobile.

Il bonus mobili può essere fruito anche da locatari, comodatari, familiari conviventi, conviventi di fatto e coniuge separato assegnatario dell’immobile (anche se quest’ultimo è intestato all’altro coniuge). In questo caso è determinante che anche le spese per il recupero del patrimonio edilizio siano state sostenute dallo stesso soggetto.

Sono, dunque, esclusi dalla fruizione del bonus mobili 2024 tutti i soggetti che non pagano l’Irpef, compresi gli incapienti e i contribuenti che hanno aderito al regime forfettario.

Bonus mobili 2024: come pagare e quali documenti conservare

Per poter usufruire della detrazione del bonus mobili 2024 occorre effettuare i pagamenti con bonifico o carta di debito o credito. Non è consentito pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento. Se il pagamento è disposto con bonifico, non è necessario utilizzare quello parlante (soggetto a ritenuta) appositamente predisposto da banche e Poste S.p.a. per le spese di ristrutturazione edilizia.

Gli acquirenti dovranno, inoltre, presentare la specifica documentazione che attesti l’avvenuta compravendita all’Agenzia delle Entrate.

I documenti che bisognerà conservare sono i seguenti:

  • ricevuta del bonifico;
  • ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta di credito o di debito);
  • documentazione di addebito sul conto corrente;
  • fatture di acquisto dei beni, riportanti la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.

Per gli interventi che non necessitano di comunicazioni o titoli abilitativi, è sufficiente una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. La data di avvio dei lavori può essere dimostrata, per esempio, da eventuali abilitazioni amministrative o dalla comunicazione preventiva all’ASL, se è obbligatoria.



 

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