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Riceviamo e pubblichiamo questo contributo dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso, già disponibile sul loro sito (vedi qui https://pungolorosso.com/):

Mentre vanno in tv a reti unificate i festeggiamenti di stato in Israele per la liberazione di 4 loro prigionieri nel campo profughi di Nuseirat al costo di oltre 270 morti e 400 feriti palestinesi (poca roba, dopotutto, no?); mentre S. Hersh spiega che non esiste alcun piano “di pace”, e neppure di tregua, Israele-Stati Uniti (è solo spaccio di menzogne dell’accoppiata di stati sterministi) [https://pagineesteri.it/2024/06/07/medioriente/gaza-biden-ha-mentito-la-proposta-di-cessate-il-fuoco-di-netanyahu-non-esiste/ ]; mentre il prode Gantz cancella il suo “ultimatum” a Netanyahu e si ricompatta con lui in nome del sacro principio sionista “il massacro dei palestinesi deve continuare fino alla soluzione finale” (in seguito ha, però, deciso di lasciare il gabinetto di guerra per favorire “la vera vittoria di Israele” d’intesa con la Casa Bianca – cambia ben poco); mentre a Gerusalemme Est sfilano le truppe fasciste di Ben Gvir e Smotrich al grido di slogan umanitari come “radere al suolo Gaza”, “bruciare Shuafat”, “una pallottola conficcata nella testa di ogni terrorista”, “Kahane aveva ragione”, e così via [ https://alencontre.org/moyenorient/palestine/avec-les-slogans-brulez-shuafat-et-aplatissez-gaza-la-marche-des-drapeaux-de-jerusalem-illustre-la-banalisation-dune-politique.html ]; noi scegliamo di pubblicare la denuncia proveniente dalle famiglie dei prigionieri politici palestinesi sull’infame trattamento che subiscono i loro cari (ci sono anche bambini tra di loro) nelle carceri dell’ “unica democrazia del Medio Oriente”. E la integriamo con una dichiarazione di Francesca Albanese, “relatrice speciale dell’ONU sui territori palestinesi occupati”, su un’altra pratica sadica usata in quelle prigioni.

Leggete, e non veniteci a dire che la democrazia sionista, e le democrazie occidentali che la proteggono, sono diverse dai regimi nazi-fascisti.

Redazione Il Pungolo Rosso


L’occupazione utilizza la politica della fame e nega ai prigionieri pasti nutrienti, o fornisce piccoli pasti malsani che non sono sufficienti e che rimangono esposti alla luce solare e alla polvere per molte ore finché non vengono rovinati prima di essere consegnati al consumo. I pasti avariati forniti non contengono né sali né zuccheri, il che ha causato affaticamento anche ai malati e ai bambini, che non riescono più a muoversi all’interno delle celle. Alcuni di loro hanno subito numerose perdite di coscienza. Coloro che sono stati rilasciati avevano perso peso e apparivano vicini a degli scheletri a causa di questa politica.

2. La politica sistematica di tortura fisica e psicologica subita dal prigioniero dal momento dell’arresto, durante l’interrogatorio e attraverso le percosse e gli insulti per disumanizzarlo durante l’invasione delle celle, oltre alle ingiuriose perquisizioni all’interno delle celle o durante il trasferimento dei prigionieri da una cella o sezione all’altra e fino al loro rilascio. La tortura è stata la causa principale del martirio dei prigionieri dall’inizio della guerra e negli ultimi decenni.

3. Privazione dei mezzi per mantenere la pulizia, mentre l’acqua viene fornita solo due ore al giorno, ai prigionieri è consentito fare la doccia solo una volta alla settimana per cinque minuti per detenuto e non vengono forniti detergenti, come sapone e shampoo, il che ha causato lesioni cutanee che sono contagiose e dolorose, come la scabbia.

4. Celle sovrappopolate, mentre le celle progettate per soli sei prigionieri sono occupate da 12 a 16 prigionieri. Durante il giorno viene interrotta l’energia elettrica, il che impedisce l’areazione della cella tramite ventilatori. L’elettricità è fornita solo dalle 23:00 alle 06:00. Le celle non hanno abbastanza materassi e coperte per permettere a tutti i prigionieri di dormire.

5. Reati sanitari per mancanza del requisito minimo di cura e follow-up.

6. Restrizione del lavoro per i team legali e divieto ad alcuni di visitare i prigionieri. Divieto di incontrare l’avvocato soprattutto durante la prima fase della carcerazione, che è la fase più importante per il destino di un detenuto.

7. Confisca di tutti gli effetti personali dei detenuti come vestiti e libri e isolamento totale dal mondo esterno dopo la confisca di televisori e radio. Molti prigionieri non hanno potuto cambiarsi i vestiti o lavarli per diversi mesi.

8. Durante il trasporto da una sezione all’altra, le forze di occupazione hanno sparato proiettili di gomma contro i prigionieri.

9. Ai detenuti non è consentito uscire nel cortile, se non per un’ora al giorno. La maggior parte dei giorni la “breve pausa” viene annullata per ragioni sconosciute.

Nelle circostanze sopra menzionate rinnoviamo le nostre richieste alla comunità internazionale di proteggere i nostri parenti e di fermare gli orribili crimini commessi contro di loro.

5 giugno 2024

Le famiglie dei prigionieri di guerra palestinesi nelle carceri dell’occupazione israeliana

Francesca Albanese, “relatrice speciale dell’ONU sui territori palestinesi occupati”

Impalare i prigionieri con barre di metallo nel retto è l’ultimo delle migliaia di orrori che i palestinesi hanno dovuto sopportare negli ultimi 8 mesi.

Tuttavia, abusi, torture, uccisioni di massa e distruzioni sfrenate sono state la realtà quotidiana per i palestinesi sotto il dominio israeliano da oltre mezzo secolo.

Ora tutti possono vedere.  Israele opera come una dittatura militare, commettendo ogni sorta di crimini, compreso l’apartheid con l’obiettivo di allontanare i palestinesi dalla loro terra.

 Non è iniziato il 7 ottobre.

F. A.

 

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