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L’idea che giustamente la parola “selvatiche” corrisponda a quelle specie animali capaci di procacciarsi autonomamente l’essenziale alla sopravvivenza deve necessariamente tener conto di alcuni aspetti e cambiamenti in cui il ruolo e l’intervento umano hanno un peso fondamentale, sia in senso positivo che negativo. Pensare che i selvatici in quanto tali non abbiano necessità o non traggano benefici dalla cosciente gestione del territorio con interventi mirati è un grave errore, soprattutto in riferimento alla piccola selvaggina stanziale, ma anche migratoria. È molto interessante a questo proposito il risultato di alcune ricerche pubblicate da FACE (Federazione delle Associazioni per la Caccia e la Conservazione della Fauna Selvatica dell’UE) relativamente alla tortora selvatica (streptopelia turtur) in alcuni paesi dell’area sud occidentale europea che riportiamo tradotto.

Conservazione e la sostenibilità della caccia alla tortora

Il lavoro di conservazione che i cacciatori europei svolgono a favore degli habitat e delle specie di uccelli è sempre più riconosciuto dalla comunità scientifica. Il Journal of Nature Conservation ha recentemente pubblicato un articolo sulla conservazione e la sostenibilità della caccia alla tortora nella rotta mediterranea che coinvolge principalmente i paesi Francia, Spagna e Portogallo con Carlos Sánchez-Garcia, direttore della ricerca della Fondazione Artemisan, come autore principale. In una dichiarazione rilasciata alla FACE, Carlos Sánchez-Garcia ha evidenziato i risultati chiave di questo lavoro per le future politiche legate alla caccia e alla conservazione della tortora (Streptopelia turtur), affermando che: “sebbene il contributo dei cacciatori alla conservazione dell’habitat in Europa fosse già noto, questo è un importante contributo scientifico che mostra in dettaglio gli sforzi condotti nelle riserve di caccia di Francia, Spagna e Portogallo, insieme alla necessità di un maggiore sostegno per fornire il giusto habitat su scala più ampia”.

Da un sondaggio svolto sui territori gestiti privatamente in riserve di caccia dei paesi sopra citati è emerso che la metà delle riserve di caccia intervistate ha indicato la tortora come specie target per la gestione della selvaggina. In particolare, il 98% degli intervistati in Portogallo e Spagna ha fornito acqua durante l’estate e l’84% delle riserve di caccia totali ha fornito cibo. Inoltre, il 50% degli intervistati ha gestito i boschi e il 47% ha attuato misure di gestione agricola, fondamentali per la tortora in quanto prospera nell’ecotono tra gli habitat dei boschi e dei terreni agricoli. Inoltre, il 58% degli intervistati ha affermato che si potrebbero attuare più misure di gestione incentrate sulla tortora. I principali ostacoli che impediscono l’attuazione di un maggior numero di misure da parte dei cacciatori sono i finanziamenti, poiché nella maggior parte dei casi i cacciatori e i gestori della selvaggina si autofinanziano le misure di gestione condotte, e la governance dell’uso del territorio, poiché le decisioni in materia di gestione del territorio appartengono al proprietario del terreno e non è sempre possibile per i cacciatori prendere parte a tali decisioni.

L’articolo evidenzia che una percentuale significativa di riserve di caccia adotta misure di gestione che possono favorire la tortora durante la stagione riproduttiva in Europa, anche se non sono esclusivamente rivolte a questa specie. Ad esempio, la gestione delle specie di piccola selvaggina, come la creazione di habitat per l’alimentazione (margini dei campi, colture per la fauna selvatica, ecc.) e la nidificazione (gestione degli arbusti e delle foreste) o l’integrazione di cereali e acqua per le pernici, o le pratiche di gestione dei conigli e delle lepri o dei fagiani selvatici, che spesso includono l’attuazione di colture di copertura, margini dei campi e gestione delle siepi. Anche la gestione degli ungulati in Spagna, come il cervo e il capriolo, comprende la gestione delle foreste e delle colture che migliorano la disponibilità di semi selvatici per la tortora. I cacciatori attuano un’ampia gamma e diversità di gestioni dell’habitat che hanno un impatto positivo sulla conservazione e sul recupero della tortora.

In conclusione, questo articolo fornisce ulteriori prove del ruolo cruciale che i cacciatori europei svolgono e possono continuare a svolgere nella conservazione della fauna selvatica, conducendo la gestione degli habitat e investendo grandi risorse per migliorarli, a proprie spese. Alla luce dell’attuale grave preoccupazione per la qualità degli habitat nell’UE, dimostrata dall’ultimo rapporto sullo Stato della Natura dell’UE, e dell’enfasi posta sulla necessità di ripristinare gli habitat (ad esempio, la legge sul ripristino della natura dell’UE), è chiaro che i cacciatori sono attori chiave che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di biodiversità e conservazione dell’UE, compreso il recupero della tortora.

Insieme alla Fundación Artemisan, hanno condotto questo studio le seguenti organizzazioni: Instituto de Investigación en Recursos Cinegéticos (IREC, Spagna), Office Française de la Biodiversité (Francia), Universidade de Lisboa (Portogallo), Fédération Départementale des Chasseurs du Doubs (Francia) e Centre de Ciència i Tecnologia Forestal de Catalunya (Spagna). Questa ricerca è stata finanziata dalla Commissione europea. Il sondaggio riportato dal sito FACE, dimostra l’importanza delle politiche e degli studi che vengono valutati e decisi per il mondo venatorio in sede europea.

 

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