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Il recente decreto “Salva casa” introduce una serie di novità significative per i proprietari di abitazioni, rendendo più semplici e rapidi alcuni interventi edilizi.

Questo provvedimento, approvato dal governo e già in vigore, deve essere convertito in legge entro due mesi dal Parlamento, durante i quali potrebbero essere introdotti ulteriori emendamenti.

Ma quali sono esattamente le novità? E quali interventi non richiederanno più permessi o comunicazioni?

Le sanatorie possibili

Il decreto “Salva casa” amplia le possibilità di accesso alle sanatorie da presentare ai Comuni. In particolare, aumenta le tolleranze per le strutture non portanti e non autorizzate. Ad esempio, per un appartamento sotto i 100 metri quadri, la tolleranza passa dal 2% al 5% per tramezzi, porte, finestre e soppalchi non abitabili.

Per essere precisi le tolleranze aumentano al 3% per gli immobili tra i 300 e i 500 metri quadri, al 4% per quelli sotto i 300 metri quadri, e raggiungono il 5% per superfici inferiori ai 100 metri quadri.

Inoltre, sono considerati interventi di edilizia libera, quindi senza bisogno di autorizzazione, le verande che non creano locali chiusi, le tende e le pompe di calore.

Approfondisci: Decreto Salva-Casa: come funziona e cosa è possibile sanare

Il decreto introduce anche il concetto di silenzio assenso: se l’amministrazione non risponde alla domanda nei tempi prestabiliti (45 giorni per le sanatorie), la pratica è considerata accolta.

Superata anche la doppia conformità, che bloccava alcune richieste di sanatoria.

La  doppia conformità imponeva che le opere rispettassero le normative al momento della loro realizzazione e quelle vigenti al tempo della presentazione della domanda di sanatoria. Questo criterio è stato eliminato per le irregolarità minori, permettendo la sanatoria di costruzioni che rispettano le norme urbanistiche attuali, anche se costruite anni fa.

Tuttavia, resta valido per le violazioni più gravi, che non possono essere sanate.

Leggi anche: Il condono edilizio 2024: come funziona, novità e regolarizzazione degli abusi

Pompe di calore e vetrate tra gli interventi interessati

Tra gli interventi che non richiederanno più titoli abilitativi o comunicazioni ci sono l’installazione di pompe di calore fino a 12 kW, la rimozione di barriere architettoniche e l’installazione di vetrate panoramiche amovibili (Vepa).

Queste ultime, precedentemente limitate a balconi aggettanti o logge, potranno ora essere installate anche in portici o porticati al piano terra senza permessi.

Anche le tende, le tende da sole, le tende da esterno e le tende a pergola con telo retrattile saranno installabili senza necessità di autorizzazioni.

Inoltre, il decreto introduce una nuova tipologia di intervento di edilizia libera per opere di protezione dal sole o dagli agenti atmosferici (pergole), purché non comportino variazioni di volumi e superfici e siano armonizzate con l’estetica dell’edificio.

Approfondisci: Pergola bioclimatica: cos’è, quali permessi servono, costi e differenze con la pergola classica

Cambio di destinazione d’uso

Infine, il decreto facilita il cambio di destinazione d’uso delle unità immobiliari all’interno della stessa categoria funzionale. Ad esempio, un appartamento può ora essere convertito in una struttura ricettiva semplicemente con una Segnalazione certificata di inizio attività.

Cambiamenti più significativi che coinvolgono diverse categorie funzionali, come da residenziale a turistico o commerciale, sono permessi solo sotto specifiche condizioni.

Leggi anche: Guida completa all’edilizia libera 2024: ecco i lavori che puoi fare senza chiedere permessi

Le possibile modifiche in parlamento

Le modifiche al decreto durante il passaggio parlamentare sono ancora in fase di discussione, e potrebbero portare a ulteriori cambiamenti. Tra le proposte in esame, c’è il cosiddetto “Salva Milano”, una norma pensata per sbloccare il completamento di numerosi grattacieli.

Altre proposte riguardano il superamento delle misure minime di abitabilità, come l’altezza minima di 2,70 metri e la superficie minima di 28 metri quadrati per una stanza.

Leggi anche: Metri quadri minimi per abitabilità: la guida completa ai requisiti

Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha chiarito che queste misure non riguardano l’abitabilità di seminterrati e lavatoi, ma mirano a superare regolamenti di igiene obsoleti. Secondo Salvini, queste modifiche permetteranno di sanare piccole difformità interne, come soppalchi, pareti in cartongesso e verande, facilitando la vita ai proprietari di casa.

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