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Se pensavate che con la fine del Superbonus si fossero esaurite le truffe, truffette e le fregature con i vari bonus, vi sbagliavate. La fantasia italiana su questo è infatti infinita: le opportunità di fregare il prossimo (Stato, concittadino o preferibilmente tutti e due assieme) qui presentano un livello di adattabilità e crescita unici.

Ora, con il Superbonus era il Bengodi e proprio su quello erano sciamati affaristi, truffatori e criminali di ogni sorta, creando rapidissimamente un ecosistema di imbrogli e frodi fittissimo, anche su spinta della cessione del credito e lo sconto in fattura. Adesso che fortunatamente abbiamo chiuso quel capitolo, è rimasto invece il dio minore dei grandi bonus, quello ristrutturazione. È un elefante anche questo, sia chiaro, dato che offre fino a 96mila euro (il 50% del 25% del valore dell’immobile ristrutturato). Ma te li devi portare in detrazione in dieci anni.

Dunque, per l’acquirente che ne usufruisce le possibilità di truffare lo Stato oggi sono poche. Per i costruttori o i proprietari che vendono zero. Ma attenzione: zero verso lo Stato, non verso gli acquirenti. Qui infatti casca l’asino. Rimasti a secco con il Superbonus, alcuni costruttori si sono inventati una cosa “fantastica”, tanto semplice quanto geniale: incamerare loro il bonus ristrutturazione che spetterebbe all’acquirente, facendoglielo pagare in anticipo come fosse una sorta “sconto in fattura” al contrario, e facendogli credere di star risparmiando.

Un capolavoro, ma lasciate che vi spieghi.

Per farlo, parto da un esempio personale, quello che mi ha portato a scoprire questa fregatura purtroppo diffusa.

Cercavo una casa da acquistare per i miei genitori. Nella mia zona, periferica, individuo un trilocale in costruzione. Leggo il prezzo: siamo a 458mila per 97 mq al primo piano (di cui 24 balcone). Mi sembra tantino, ma non ho esperienza. Vado a parlarci con l’idea (al massimo) di puntare un bilocale. Mi dicono che sì, è vero, da listino costa così, ma – affermano – c’è una cosa fantastica che rende quell’acquisto un affare: visto che l’abitazione verrà fuori da un palazzo interamente ristrutturato (prima apparteneva a una multinazionale), si potranno portare in detrazione ben 57mila euro, pagandolo così “solo” 401mila euro. È il neuromarketing: ti sembra un’occasione imperdibile.

Mi sforzo però di informarmi di più. Approfondisco quella parolina che prima avevo solo sentito nominare: OMI, Osservatorio Mercato Immobiliare, la banca dati dell’Agenzia delle Entrate che ti dice qual è il prezzo minimo e massimo al mq chiesto per una data zona. Mi studio la metodologia di calcolo dei prezzi. E cosa scopro? Che quell’appartamento, calcolando i valori OMI massimi della zona, dovrebbe costare massimo 396mila euro, ossia poco meno di quanto si pagherebbe “scontato” con il bonus.

Iniziate allora a capire? Questi costruttori, contando sul fatto che tantissime persone non sappiano cosa siano i valori OMI e ignorino le metodologie di calcolo dei prezzi, gonfiano i prezzi dell’esatto importo che tu, acquirente, risparmieresti con quel bonus, portandoti così a pagare a loro un sovrapprezzo cash, che poi tu potrai portarti in detrazione. Ma ti illudono di star facendo un affarone, perché leggi di quello sconto. In sostanza, il meccanismo funziona allora come uno sconto in fattura al contrario: sei tu che paghi a loro un bonus che lo Stato ti ridarà indietro in anni.

Qualcuno potrebbe pensare a una casualità. E invece no: questa ditta, assieme a diverse altre, usa questo trucco sistematicamente, calcolando l’importo da fregarti con un pizzico di ingordigia in più. In tutti i casi che ho riscontrato (68), il sovrapprezzo messo sugli appartamenti è di poco superiore a quanto l’acquirente risparmierebbe con il bonus ristrutturazioni. Se non è una truffa (ed è da accertare) o una pratica commerciale scorretta (quasi sicuro), è almeno una fregatura.

Morale: state attenti, informarsi sempre. E ricordate: in Italia, purtroppo, fidarsi subito mai.

 

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