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Silvia Bosio ce l’ha fatta. Il progetto presentato dalla giovane consigliera dell’amministrazione Ghezzi per conto della Fondazione Monastero di Santa Maria del Lavello ha ottenuto un sostanzioso finanziamento regionale che permetterà così – entro la fine dell’anno – di ampliare considerevolmente le possibilità di fruizione dell’ex Convento adagiato sull’Adda, rendendolo effettivamente sito museale attivo per tutto l’arco dell’anno, “svecchiandolo” per rimanere al passo con le esperienze meneghine e non solo, dopo la parte fisica – l’oggetto in esposizione – è perfettamente integrata e ulteriormente valorizzata dalla multimedialità.

Silvia Bosio in una foto scattata al Lavello all’inaugurazione della mostra dedicata ai giovani artisti del territorio organizzata dalla consigliera

32.700 euro la somma attribuita al progetto “Il Monastero incontra l’Archivio Marenzi”, a fronte di un progetto da 80.000 candidato al bando “cultura” pubblicato nel mese di aprile da Regione Lombardia per gli enti partecipati dalla stessa. “Sono state escluse solo le spese per il personale inserite nella richiesta”, sottolinea però la redattrice della proposta, affiancata nella sua elaborazione dalla società (specializzata) Sfelab di Cantù. 
E se, guardando le cifre, può sorgere il dubbio che, in realtà, per la Fondazione calolziese allora non sia andata poi così bene, basta dare un’occhiata dalle altre somme in elenco per ribaltare la prospettiva, con 40.000 euro concessi alla Triennale a fronte di un progetto da 140.000 euro e 20.000 euro dati al Teatro delle Stelline di Milano che è pur sempre, per l’appunto, il Teatro delle Stelline di Milano. Insomma, in riva al fiume di manzoniana memoria c’è da gioire. E anche da mettersi subito al lavoro. Il bando prevede infatti che gli interventi finanziati vengano realizzati nel corso dell’anno in corso. E al Lavello c’è da creare un ponte – ideale – tra passato e presente, strizzando l’occhio anche ai giovani.

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Un’immagine esemplificativa inserita nel progetto per rendere l’idea dell’ambientazione di un tempo che si vorrebbe riprodurre e, a lato, delle pellicole che potrebbero essere inserite nelle teche espositive

Come? Utilizzando l’Archivio Marenzi – lo sterminato patrimonio di immagini donato dalla storica famiglia di fotografi calolziesi all’amministrazione comunale – per portare il fruitore delle sale espositive del Monastero indietro nel tempo. “Non mancheranno foto classiche e vetrinette con oggetti, ma in due salette del piano superiore del Complesso riprodurremo anche l’ambientazione di una volta, per far rivivere al visitatore l’atmosfera di un tempo, in maniera suggestiva, servendoci anche di strumenti digitali che renderanno l’utente attivo, mettendo le mani sul materiale. “Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco” è stato scritto nel progetto, usando una massima di Confucio, per rendere il concetto” argomenta Bosio, sottolineando come la selezione delle prime immagine dell’Archivio da utilizzare per la mostra richiederà mesi di preparazione, rivolgendo così fin da subito un grazie di cuore ai volontari del gruppo di lavoro dedicato a questo, fondamentali poi anche per dare continuità alla proposta. “Non sarà infatti – puntualizza la consigliera – una mostra fissa ma, rinnovando gli elementi, sarà modificabile nel tempo. Ciò permetterà – insieme al coinvolgimento delle scuole – di proporre qualcosa che cambia, che può essere rivisto perché non uguale, permettendo – è l’auspicio – di avere un flusso continuo di visitatori, attraendo anche i giovani, per dare nuova luce alla Fondazione”.

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Una delle due mostre “tradizionali” già allestite al Monastero dedicata a una selezione di scatti dell’Archivio Marenzi

Senza dimenticare che quanto verrà realizzato con il contributo regionale potrà essere nel tempo ampliato e arricchito in step successivi. A tal proposito la stessa Silvia Bosio, sempre per conto della Fondazione, ha già candidato un secondo progetto – collegato al primo – ad un bando di Fondazione Cariplo, per poter predisporre delle installazioni nel porticato del chiostro maggiore, così da accompagnare il fruitore della mostra posta al primo piano dall’ingresso alla sale espositive. “Non sappiamo ancora i tempi di approvazione, al momento è in fase di verifica ma, se dovesse passare anche questo, il Monastero senza dubbio assumerebbe un altro aspetto”.

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Il primo dei candlelight proposti al Lavello

Ma non c’è nemmeno il tempo per incrociare le dita. Come anticipato, infatti, entro dicembre dovrà vedere la luce la proposta che ha ricevuto il contributo della Regione. Proposta che prevede – e questo non era ancora stato svelato – anche un preambolo. “In attesa di svelare il nuovo allestimento, proporremo un concerto, con musiche che richiamano l’arco temporale coperto dall’Archivio Marenzi, integrando anche la danza. Sarà una sorta dunque di cappello introduttivo alla mostra che inaugureremo a fine anno, ma anche un collegamento tra le diverse forme d’arte”. L’evento – che riprenderà nella formula i candlelight già proposti dalla consigliera nei mesi scorsi – salvo imprevisti, si terrà nel mese di luglio. 
“Quando è arrivata la conferma del finanziamento mi sono commossa” commenta la delegata della Giunta, alla sua prima partecipazione ad un bando del genere, dopo aver già portato a casa le risorse per i primi due concerti a lume di candela nel 2023. “Sto già guardando con apprensione al bando Cariplo e cercando al contempo altri bandi analoghi, con l’obiettivo di dare il massimo per la Fondazione. Che altro dire? Spero che quanto verrà realizzato poi piaccia ai calolziesi e a chi verrà a visitare il Monastero. A mio avviso non avremo niente da invidiare alle mostre delle grandi città. Ci tengo poi a ringraziare Regione Lombardia: è bello vedere che crede nella Fondazione, che ci tiene, nonostante il momento non facile per l’ente. Personalmente, sono contenta di essere testarda e di essermi imputata per presentare questo progetto. E’ andata bene! C’è spazio per lavorare ancora tanto. Poi ripeto, mi rimetto alla valutazione del pubblico…”.


A.M.

 

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