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Passa da 300 mila a 400 mila il Fondo rotativo di garanzia alla base del progetto. Le Bcc della provincia raccolgono così l’appello alla solidarietà per le famiglie in difficoltà del vescovo Nosiglia. Oggi la sottoscrizione della convenzione

Microcredito Caritas Vicenza mani

VicenzaIl progetto di microcredito etico-sociale della Caritas diocesana vicentina, attivo da tre anni, amplia le opportunità offerte alle persone in momentanea difficoltà economica. Grazie alla disponibilità delle banche di credito cooperativo e casse rurali della provincia di Vicenza, che hanno risposto all’appello alla solidarietà rivolto dal vescovo Cesare Nosiglia, viene sottoscritta oggi infatti la convenzione che porta da 300 a 400 mila l’impegno delle Bcc in favore del Fondo rotativo di garanzia che sta alla base del progetto stesso. Hanno firmato la convenzione, rinnovata, la presidente dell’associazione Diakonia Onlus (braccio operativo della Caritas diocesana), Maria Giacobbo, e il presidente della Banca del CentroVeneto, Lorenzo Muraro, a nome di tutte le 11 Banche di Credito Cooperativo coinvolte.

“Queste operazioni di microcredito e di sostegno alle persone in difficoltà fanno parte della nostra mission statutaria – spiega Lorenzo Muraro, presidente della Banca del Centroveneto e rappresentante delle Bcc/Cra vicentine. Un impegno che non è solo economico – continua Muraro – Con questo percorso con Caritas, iniziato da tempo, esprimiamo la nostra differenza nel fare banca e lavoriamo in rete con esperti e volontari per fornire agli utenti un valido supporto di consulenza, di sostegno psicologico e spirituale, di informazione. In molti casi il disagio e le problematiche sociali emergono quando si è ancora in tempo per sanarle, in città come in provincia: e le nostre Bcc – conclude – costituiscono un presidio solido e affidabile”.

 

L’appello del vescovo alla solidarietà in questo momento di crisi è stato inoltre raccolto dal comune di Vicenza, che ha deciso di sostenere le iniziative della Caritas diocesana un contributo di 100 mila euro, parte dei quali sarà destinato proprio al microcredito. Con tale intervento l’amministrazione del capoluogo entra nella rete degli enti locali (24) che sostengono il progetto. “Abbiamo scelto di supportare le iniziative esistenti che già hanno dimostrato la loro utilità, senza metterne in piedi di nuove, perché crediamo nel valore della sussidiarietà orizzontale, ossia nella valorizzazione di ciò che il territorio e la società civile producono” spiega l’assessore alla famiglia del Comune di Vicenza, Giovanni Giuliari.

 

“La recessione globale in atto, con le conseguenze che di giorno in giorno si fanno più pesanti anche in Veneto – sottolinea il direttore della Caritas diocesana, don Giovanni Sandonà – avevano spinto ancora a gennaio i vescovi del Triveneto a indicare alle comunità cristiane un percorso di riflessione e impegno, incaricando al contempo le Caritas diocesane a rafforzare e a riformulare nell’attuale congiuntura quei servizi-segno di solidarietà e di promozione umana esistenti, nonché a realizzare quelle iniziative straordinarie che si rendessero necessarie. Un invito che le Caritas diocesane del Nord Est hanno fatto proprio e che, a livello diocesano, ha significato, fra l’altro, modificare i criteri di accesso al microcredito”.

 

Questi ultimi, assieme all’aumento del numero degli sportelli, che passano da 11 a 12, consentiranno di aiutare maggiormente quelle persone che, pur in possesso di un reddito, si trovano in difficoltà nella gestione dell’economia familiare. Nel concreto, infatti, da oggi il tetto massimo dei prestiti concedibili passa da 3 mila a 4 mila euro per ciascun finanziamento; il rimborso potrà avvenire con un massimo di 60 rate mensili, contro le 36 attuali; il tasso di interesse agevolato applicato, tenuto conto dell’andamento del mercato, scende invece dal 3,5 al 3%; vi è, inoltre, da oggi la possibilità di attivare finanziamenti di microcredito, in ottica educativa, con la cessione volontaria del quinto dello stipendio, con procedura a cura degli sportelli Caritas; è possibile poi da oggi dimezzare la rata di rimborso (con allungamento della durata dell’ammortamento) in caso di perdita del lavoro da parte del beneficiario; infine, per le persone che avrebbero potuto accedere al microcredito perché titolari di un contratto di lavoro a tempo determinato e che non hanno ottenuto il rinnovo del contratto di lavoro a causa della crisi, potranno accedere ugualmente al microcredito attraverso la sua cointestazione con una parente in possesso della pensione.

 

Quanto agli sportelli dove avviene l’ascolto, gestiti da oltre 100 operatori volontari appositamente formati e spesso con un passato nel mondo bancario, a quelli aperti ad Asiago, Bassano, Dueville, Lonigo, Malo, Montecchio Maggiore, Noventa, Piazzola, San Bonifacio,  Valdagno e Vicenza, si è aggiunto recentemente quello di Arzignano. Uno sforzo al quale hanno apportato un importante contributo sia le parrocchie coinvolte che le amministrazioni comunali. Complessivamente con il nuovo contributo da parte delle Bcc, il Fondo rotativo di Garanzia ammonta oggi ad un milione di euro. Chiunque, singolo o ente, intendesse contribuire al potenziamento del Fondo, potrà fare il proprio versamento sul conto corrente: Iban: IT 40 I 08590 11801 000081007200, intestato ad Associazione Diakonia Onlus (braccio operativo della Caritas), Banca del CentroVeneto Credito Cooperativo, filiale di Vicenza Centro Storico.


 

In tre anni di attività (da gennaio 2006 a dicembre 2008), agli sportelli del  microcredito della Caritas diocesana di Vicenza si sono rivolte 1005 persone, per 346 di queste erano rispettati i criteri per il rilascio del nulla osta al microcredito agevolato, per un importo complessivo di 650.757 euro. Nei rimanenti casi, l’aiuto si è concretizzato in percorsi di ascolto, segretariato sociale, rinvio ad altri servizi e attività di accompagnamento e tutoraggio nel tentativo di individuare un percorso di uscita da difficoltà per le quali la soluzione non poteva essere un piccolo prestito. Il prestito medio in questi tre anni di attività è stato di 1.800 euro e il numero più consistente di richieste d’aiuto ha riguardato aspetti relativi all’abitazione, come le bollette e gli affitti. Il tasso di solvibilità è molto alto: fra l’85% e il 90%, dato che si conferma  ben al di sopra delle previsioni. “Questi dati – commenta don Giovanni Sandonà – dimostrano che i poveri sono solidali con i poveri, quando possono contare su un onesto reddito da lavoro. E l’aggiornamento del progetto  è un ulteriore piccolo passo, in rete con il territorio, nell’impegno comune a dare un aiuto in più a chi quotidianamente fa più fatica”. (Daniela Orlandi)



 

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