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In Italia c’è una frenesia di ristrutturare casa per migliorare le prestazioni energetiche dell’immobile che, molto spesso non lascia spazio a ponderazioni della spesa. Prima di affrontare il costo di un intervento di riqualificazione energetica con annessa ristrutturazione è necessario fare assolutamente due conti.

Anche se è vero che alla lunga una ristrutturazione migliora i consumi dell’immobile e anche se è vero che si può contare su importanti bonus che restituiscono parte di quanto speso, va considerato che ammortizzare il costo, molto spetto, richiede un lunghissimo tempo.

Vediamo quali sono i bonus e a disposizione di chi decide di ristrutturare casa e cosa bisogna considerare prima di valutare la convenienza o meno di qualsiasi intervento.

Ristrutturare casa con i bonus

La normativa italiana attualmente offre un ventaglio di bonus edilizi che permettono di affrontare qualsiasi intervento si voglia effettuare sulla casa con detrazioni che partono almeno dal 50%.

Detta in questo modo la ristrutturazione appare molto conveniente, visto che almeno la metà del costo rimane a carico dello Stato (che restituisce la spesa sotto forma di detrazione fiscale). I bonus attualmente in vigore per gli interventi sulla casa sono:

  • il bonus ristrutturazione che offre una detrazione del 50% su una spesa massima di 96.000 euro (questo bonus trascina anche il bonus mobili);
  • l’ecobonus con detrazioni variabili dal 50% al 65% per migliorare l’efficienza energetica dell’immobile;
  • il superbonus che richiede il miglioramento di due classi energetiche dell’immobile e offre, per il 2024, una detrazione al 70% (per il 2025 la detrazione scende al 65%);
  • il sismabonus che permette una detrazione dal 70% all’85% se si migliora la classe di rischio sismico dell’immobile.

Ci sono, poi, bonus destinati sempre alla casa che sono destinati ad altri interventi, come ad esempio il bonus verde o quello per l’eliminazione delle barriere architettoniche dell’immobile.

Quanto recuperi con i bonus?

I bonus edilizi, sicuramente, sono un aiuto importante laddove le ristrutturazioni sono necessarie. Quando, però, la ristrutturazione deve essere fatta “a tutti i costi” solo per approfittare dello sconto delle detrazioni la convenienza potrebbe anche non essere così tanta.

Come abbiamo scritto in apertura, negli ultimi anni c’è una corsa frenetica alle ristrutturazioni e non sempre sono effettuate perché necessarie, ma perché “tanto la metà lo paga lo Stato”. Il bonus edilizio, quindi, invece di essere considerato un aiuto dove la ristrutturazione è necessaria, viene visto come un’opportunità di eseguire i lavori a metà prezzo. “Rifaccio il bagno che tanto mi costa la metà” oppure “cambio gli infissi anche se sono nuovi, tanto la metà lo recupero” sono, spesso, i modi di pensare di coloro che vogliono approfittare degli incentivi fiscali. Ma siamo proprio sicuri che in questo caso siano convenienti?

Facciamo un esempio pratico prendendo in considerazione il bonus ristrutturazione che permette di portare in detrazione il 50% della spesa sostenuta per gli interventi fino a un massimo di 96.000 euro l’anno. Cosa bisogna assolutamente considerare prima di procedere con la ristrutturazione? La prima cosa da fare è un conto della spesa e del beneficio.

Il bonus, infatti, interviene solo dopo che la spesa si è sostenuta di tasca propria. Va considerato che nella maggior parte dei casi si tratta di spese consistenti. La cosa da mettere in conto e che se una ristrutturazione è necessaria e non se ne può fare a meno il bonus è un aiuto importante.

Supponiamo che si debba riparare il tetto di casa, sostituendolo del tutto. Nell’ipotesi che la spesa complessiva dell’intervento sia di 30.000 euro, si sa per certo che se ne potranno recuperare 15.000. La differenza sta nella necessità: se il tetto si sostituisce per necessità (perché piove in casa, perché non isola bene, perché rischia di crollare) si tratta di un intervento che, bonus o non bonus, va fatto comunque e la detrazione che deriva dall’intervento non può che essere conveniente.

Se il tetto, invece, si sostituisce solo per la “moda” di fruire del bonus ristrutturazione, è un’altra storia.

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I conti da fare prima di ristrutturare

Come abbiamo detto la spesa è di 30.000 euro che vanno pagati nell’anno di imposta precedente a quello in cui si comincia effettivamente a fruire del bonus ristrutturazione. Questo significa che un anno prima del beneficio vero e proprio è necessario pagare l’intero lavoro.

Da tenere in considerazione, poi, che la detrazione si recupera in 10 quote di uguale importo annuali. Nel caso dell’esempio, quindi, a fronte di una spesa di 30.000 anni nella dichiarazione dei redditi dell’anno successivo si comincia a recuperare un importo pari a 1.500 euro.

In alcuni casi ci sono contribuenti che non hanno la capacità economica per sostenere la spesa della ristrutturazione e per pagare i lavori, magari, chiedono un finanziamento che andrà poi restituito in base a un piano di ammortamento. Sicuramente, però, i 1.500 euro che ritornano indietro a titolo di detrazione fiscale, non saranno sufficienti a coprire l’importo della rata mensile che si dovrà sostenere.

Questi sono i conti che bisogna fare prima di affrontare i lavori per una ristrutturazione della casa perché quello che va considerato è che i tempi di recupero del 50% di quanto speso si recupera in un periodo abbastanza lungo.

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