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Parliamo di tagli dei contributi per caregiver (scopri le ultime notizie su Invalidità e Legge 104categorie protettediritto del lavorosussidiofferte di lavoro e concorsi attivi. Leggile gratis su WhatsAppTelegram e Facebook).

Tagli dei contributi per caregiver in Lombardia: cosa succede?

La Regione Lombardia ha deciso di tagliare i contributi economici destinati ai caregiver familiari che forniscono assistenza domiciliare alle persone con gravissima disabilità.

Questo è il risultato della delibera 1669, approvata il 28 dicembre 2023 dalla Giunta regionale a guida centrodestra, che recepisce parzialmente le direttive del Piano Nazionale per la Non Autosufficienza (PNNA) 2022-2024.

Il PNNA, promulgato a fine 2022, prevede la graduale conversione dei contributi economici in servizi diretti, un cambiamento contestato dalle associazioni.

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Il Piano Nazionale per la Non Autosufficienza 2022-2024 è stato avviato con oltre 2,6 miliardi di euro stanziati per le Regioni, identificando interventi per implementare i Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (Leps) su tutto il territorio nazionale.

L’obiettivo è ampliare i servizi sociosanitari e ridurre i finanziamenti diretti alle famiglie con persone non autosufficienti a carico.

Tuttavia, in Lombardia, le associazioni denunciano la mancanza di servizi praticamente introvabili, soprattutto a causa di un sistema basato sul privato-accreditato con tariffe insufficienti.

Associazioni e famiglie manifestano preoccupazione per i tagli. Andrea Belli, padre di un ragazzo autistico, sottolinea che molte famiglie sopravvivono grazie a questi contributi e ridurli potrebbe rendere impossibile garantire una vita dignitosa alle persone con disabilità gravissima.

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Effetti dei tagli dei contributi per caregiver

Nessuno È Escluso” è stata tra le prime associazioni a reagire ai tagli dei contributi per caregiver, definendoli un “pacco di Capodanno alle famiglie“.

Il vice-presidente Fortunato Nicoletti denuncia una riduzione progressiva dei contributi economici dal 25% al 45%, con conseguenze devastanti per le famiglie che coprono privatamente terapie riabilitative o personale di supporto ai caregiver familiari.

La delibera prevede sei mesi di tempo prima della riduzione degli importi, ma lascia incerti i dettagli sull’attivazione dei nuovi servizi.

AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica), critica l’assessore alla Famiglia, Solidarietà Sociale e Disabilità, Elena Lucchini, per non aver coinvolto l’Associazione nel tavolo di confronto del 22 dicembre 2023.

L’associazione segnala un taglio nei contributi mensili per le persone con Sla assistite da professionisti regolarmente assunti, riducendo l’importo da 1.300 a 1.200 euro.

Una decisione che contrasta con l’aumento delle spese per assistenti e badanti e l’incremento dei contributi previdenziali previsto dall’INPS.

Scopri cosa prevede la legge sul tema “badanti e salario minimo” e come sono stati adeguati gli stipendi all’inflazione.

Tagli dei contributi per caregiver
Tagli dei contributi per caregiver. Nella foto: forbici tagliano banconote in euro.

L’appello delle associazioni per la continuità degli interventi

LEDHA – Lega per i diritti delle persone con disabilità si schiera contro i tagli dei contributi per caregiver, ma sottolinea la richiesta della Direzione generale Welfare di Regione Lombardia di rinviare l’attuazione delle nuove direttive del PNNA.

La delibera approvata indica una conversione mensile di 1.750.000 euro in ore di assistenza diretta, ma Ledha solleva dubbi sulla fattibilità dell’implementazione dei nuovi servizi e chiede al Ministero di ritirare il provvedimento per garantire la continuità degli interventi in corso.

In conclusione, la decisione della Regione Lombardia di ridurre i fondi per i caregiver familiari sta suscitando forte preoccupazione tra le associazioni e le famiglie coinvolte, che temono gravi conseguenze sulla qualità dell’assistenza alle persone con disabilità gravissima.

FAQ sui Fondi per la non autosufficienza

Cosa sono i LEPS?

I LEPS sono i Livelli essenziali delle prestazioni sociali. I Leps dovranno garantire alle persone non autosufficienti o che hanno una autonomia ridotta:

  • servizi sociali di supporto.

Ovvero tre aspetti dell’assistenza territoriale per anziani e persone con disabilità decisamente più carenti.

Possono essere ritenuti LEPS (per maggiore chiarezza):

  • l’assistenza domiciliare sociale quale servizio caratterizzato dalla prevalenza degli interventi di cura della persona e di sostegno psico-socio-educativo;

servizi sociali di sollievo, quali:

  • il pronto intervento per le emergenze temporanee, diurne e notturne, gestito da personale qualificato; 
  • l’attivazione e l’organizzazione mirata dell’aiuto alle famiglie valorizzando la collaborazione volontaria delle risorse informali di prossimità e quella degli enti del Terzo settore nonché sulla base delle esperienze di prevenzione, di solidarietà intergenerazionale e di volontariato locali;

servizi sociali di supporto, quali:

  • la messa a disposizione di strumenti qualificati per favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro degli assistenti familiari, in collaborazione con i Centri per l’impiego del territorio;
  • l’assistenza gestionale, legale e amministrativa alle famiglie per l’espletamento di adempimenti. 

Qual è la ripartizione annuale dei Fondi per la non autosufficienza?

I fondi stanziati per il triennio 2022/2024 sono stati così ripartiti:

  • per il 2022: 822 milioni;
  • per il 2023: 865,3 milioni;
  • per il 2024: 913,6 milioni.

Nel riparto dei Fondi per la non autosufficienza ogni singola Regione ha delle risorse a disposizione per:

  • interventi per progetti per la Vita indipendente:
  • assunzioni del personale con professionalità sociale finalizzate all’implementazione dei PUA (Punti Unici di Accesso).

Per la sola Vita Indipendente sono state stanziate per ogni annualità 14 milioni e 640mila euro.

Per i Punti unici di accesso sono disponibili invece:

Questi fondi consentiranno di assumere personale specializzato che dovrà essere destinato agli Ambiti territoriali sociali.

Fondi per la non autosufficienza: quale ripartizione tra Regioni?

Ecco come sono stati ripartiti i fondi (per le tre annualità) nelle diverse Regioni della Penisola:

ABRUZZO 2,37% 

BASILICATA 1,05% 

CALABRIA 3,42% 

CAMPANIA 8,54 

EMILIA-ROMAGNA 7,75% 

FRIULI-VENEZIA GIULIA 2,34% 

LAZIO 9,15% 

LIGURIA 3,28% 

LOMBARDIA 15,93% 

MARCHE 2,80% 

MOLISE 0,65% 

PIEMONTE 7,91% 

PUGLIA 6,68% 

SARDEGNA 2,92% 

SICILIA 8,19% 

TOSCANA 7,02% 

UMBRIA 1,71% 

VALLE D’AOSTA 0,25% 

VENETO 8,04% 

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