La prima giornata del summit in corso alla Triennale di Milano. Bose, impact investor: «Promuovere la dignità umana dovrebbe essere al centro dell’attività economica». Gualandri (Soldo): se tutto accelera, dobbiamo studiare di continuo
Forse vuol dire qualcosa se l’applauso più forte della prima giornata del Tech.Emotion Summit 2024, alla Triennale di Milano, lo riceve il monologo di Gianluca Nicoletti, 70 anni, presidente della Fondazione Cervelli ribelli, padre di un ragazzo autistico di 26 anni. La tecnologia può dare speranza a chi ha un cervello che non funziona come gli altri. E non sono pochi: in Italia sono 650 mila le persone nello spettro autistico, un bambino su 77. «Con la nostra startup facciamo capire che la tecnologia non solo aiuta ad assistere, ma può includere». Anzi «permette di scardinare l’attuale struttura», spiega Michela Paparella, ceo di Kulta, co-fondatore e general manager della società Nello Spettro. Nicoletti ha addestrato con l’Ai il suo digital twin, che gli sopravviverà quando non ci sarà più e continuerà ad essere al fianco del figlio. Ha la sua voce, che fino ad oggi ha rappresentato «la felicità», per un ragazzo che «non ha passato, presente o futuro», ma «sa solo essere felice o infelice». Si parla di accessibilità by design, perché se il mondo è a misura di cervelli ribelli, è a misura di tutti.
Tanti altri fotogrammi, «frames», come si intitola l’appuntamento di quest’anno, organizzato da Emotion Network in partnership con il «Corriere della Sera», alla terza edizione, rivelano che l’emozione spesso prevale sul tech. Come risulta evidente quando Ruma Bose, imprenditrice e Impact investor, porta al centro della scena Madre Teresa di Calcutta. La santa, con cui Bose ha lavorato in India dal 1992 al 1993, è la sua guida ispiratrice per una tecnologia trasformativa. «Madre Teresa era una delle più grandi imprenditrici, un genio nella raccolta dei fondi. Mi ha fatto scoprire un senso di responsabilità, il potere del business per rendere il mondo migliore. Se fossi qui oggi, Madre Teresa inviterebbe gli imprenditori ad ascoltare le persone. Il suo insegnamento? Guidare con umiltà», ricorda. E lancia il suo messaggio: «Promuovere la dignità umana dovrebbe essere al centro dell’attività economica».
Un’altra sequenza di fotogrammi: il volo di un aereo a idrogeno realizzato a Tolosa grazie alla caparbietà di una donna su cui ha scommesso Anu Duggal, partner fondatrice di Female Founders Fund, la società creata nel 2014 con l’idea che le donne costruiranno le aziende di domani. Da allora Female Founders Fund è diventata una delle principali fonti di finanziamento per le imprenditrici donne. La sfida non è da poco visto che oggi i finanziamenti del venture capital per le donne rappresentano soltanto il 2% del totale negli Stati Uniti. Per un vero cambiamento «bisogna che questo cominci dal vertice, i numeri uno devono riconoscere che stanno perdendo un’opportunità», anche perché le donne sono alla base dei consumi. Ma le cose stanno migliorando, anche perché «oggi la tecnologia è più accessibile alle donne».
Non è un caso se nel panel dei sette creatori di startup, ben quattro sono giovani donne: da Federica Pasini, ceo e co-fondatrice di Haking Talentes, la piattaforma di matching digitale che permette alle organizzazioni di sviluppare i talenti delle proprie persone, a Doris Messina, ceo e fondatrice di Tot Money, la app che semplifica e automatizza molti compiti amministrativi del piccolo imprenditore; da Stefania Di Bartolomeo, fondatrice e ceo di Physis Investment, a Imane Marouf, fondatrice e Cco di Ecosmic, società che punta alla sostenibilità spaziale.
La nuova sfida per tutti? L’accelerazione. «E’ la nuova costante, perché la velocità continua ad aumentare in modo esponenziale», sostiene Carlo Gualandri, fondatore e Ceo di Soldo e tra i pionieri dell’economia digitale in Italia con Virgilio e Matrix. «Per affrontare un futuro così dobbiamo costruire una nuova logica con la quale affrontare la nostra vita, questo vale soprattutto per i giovani. Se il mondo accelera, anche noi dobbiamo accelerare». I suoi suggerimenti: conoscere la storia; studiare di continuo; provare e sbagliare, imparando; accettare la competizione globale di tanti talenti.
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