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Ostacoli architettonici o culturali?

 

  L’AUTORE della lettera è Gaetano Granatiero, noto medico dell’ospedale De Lellis di Manfredonia, da anni costretto in carrozzina. “Un cittadino in carrozzina”, aggiunge in calce alla missiva, uno dei tanti che si vedono in giro e che da anni va denunciando, inascoltato, il fondamentale problema urbanistico dell’abbattimento delle barriere architettoniche «per il raggiungimento di una soglia di fruibilità degli edifici pubblici o aperti al pubblico, degli edifici privati di interesse pubblico e spazi urbani».

LAMENTA come il tecnico incaricato di redigere il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche (PEBA) ha rinunciato e la tecnostruttura comunale non ha provveduto alla sostituzione «con il risultato che non avremo il piano perdendo così il contributo regionale che lo finanziava».

«LA QUALITA’ della viabilità a Manfredonia – rileva il dottor Granatiero – è un disastro in particolare per chi è costretto a muoversi in carrozzina. Se si esclude l’isola pedonale di corso Manfredi, l’unica via percorribile in carrozzina, altre strade non ve ne sono. La città si sviluppa urbanisticamente lungo la costa ma non vi è un percorso lineare che garantisca la sicurezza e l’incolumità fisica di chi è costretto a percorrerla in carrozzina. Piccoli tratti, spezzoni di vie provviste di rampe che connettono il manto stradale e il marciapiede sembrano più il frutto dell’improvvisazione o di un forzato adattamento del “vecchio” al rispetto delle nuove regole. Il risultato è evidente: rampe mal costruite, dislivelli superiori alla norma, buche che affossano ogni possibile velleità di autonomia. Si sale con una rampa ma non si scende, perché all’estremità del marciapiede c’è un dislivello di 30-40 cm. A tutto ciò bisogna aggiungere “il senso civico” dei cittadini che occupano abusivamente gli spazi antistanti le rampe e gli stalli riservati ai disabili».

LA SITUAZIONE delle strade a Manfredonia, a cominciare da corso Roma impraticabile, e finire nelle periferie, è inconcepibile. Il loro abbandono e non certo da ieri, è evidente. Ma nessuno, a cominciare da ieri, ha pensato di provvedere (a parte quegli interventi parziali della Regione Puglia). «Ostacoli architettonici o culturali?» è la domanda pertinente che pone il “Cittadino in carrozzina”. Cita la legge 104/92 o “legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”; la 67/2006 Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni; la 104/92 che garantisce alle persone con disabilità il pieno godimento dei loro diritti civili, politici, economici e sociali. «Impedire l’accesso libero ai luoghi aperti al pubblico alle persone con disabilità è discriminazione» afferma Granatiero che ricorda la recente sentenza Cass. Sez. III 23.9.2016 n. 18762 che afferma «è discriminazione la situazione di inaccessibilità a un edificio privato aperto al pubblico determinata dall’esistenza di una barriera architettonica».

A QUANTO pare c’è tutto il necessario, di legge e di tecnica, per intervenire e forse ci sarebbero anche i soldi: quel che è mancata, almeno sino ad ora, è l’attenzione delle autorità amministrative di riferimento.

Michele Apollonio

 

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