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Roma. 29 maggio 2024 – La grande movimentazione del mercato edilizio italiano, unito alla maggiore concessioni di bonus governativi in questo campo, ha reso necessario l’introduzione di un documento in grado di garantire gli obblighi contributivi delle imprese.

Si tratta del DURC di congruità, ovvero del Documento unico di regolarità contributiva, il quale ha il principale obiettivo di verificare la corrispondenza esistente tra il volume di lavoro dichiarato dalle imprese e quello che viene effettivamente svolto dalle stesse. Il focus è, naturalmente, sui lavori del settore edilizio, con il DURC che mira a contrastare il lavoro in nero e a garantire gli obblighi contributivi delle realtà economiche che operano in questo settore.

Cos’è il DURC di congruità

Il DURC di congruità è stato introdotto in Italia dal decreto Semplificazioni (Legge 120/2020) e successivamente regolato dal DM 143/2021. È stato inteso come un’estensione del DURC classico ed è nato come forma di contrasto al lavoro in nero nel settore edilizio e per garantire che le aziende che operano rispettino i pagamenti dei contributi previdenziali.

Proprio quest’ultimo aspetto consente di dire che il DURC permetta di attestare la correttezza contributiva di ogni impresa del settore edilizio, la quale dovrà dimostrare la congruità tra il volume di lavoro dichiarato e quello che è stato effettivamente svolto.

A partire dal 1° novembre 2021 la normativa del DURC è applicata a tutti i lavori pubblici e privati di importo complessivo pari o superiore a 70mila euro. L’unica eccezione è rappresentata dai lavori di ricostruzione svolti nelle aree colpite dagli eventi sismici del 2016. In questo caso, infatti, sono state previste delle ordinanze specifiche. Per ottenere il DURC di congruità è necessario seguire le regole previste dalla Commissione nazionale paritetica delle Casse Edili.

Come ottenere il DURC di congruità

Il DURC di congruità deve essere richiesto dall’impresa edile, da un suo delegato o dal committente direttamente alla Cassa Edile competente per il territorio di riferimento in cui si svolge il lavoro. L’ente, entro il tempo massimo di 10 giorni e in assenza di riscontrate irregolarità, ha l’obbligo di rilasciare l’attestazione. È la stessa Cassa Edile ha stabilire gli indici minimi di congruità per ogni categoria di lavoro, con la valutazione che tiene conto di diverse variabili quali, ad esempio:

  • il valore complessivo dell’opera
  • il valore dei lavori edili previsti
  • la presenza di imprese subappaltatrici e il committente.

È inoltre importante sottolineare che, in caso di cambiamenti del progetto iniziale approvato dalla Cassa Edile, l’impresa ha l’obbligo di dimostrare che le modifiche siano state attuate tenendo conto della congruità della manodopera rispetto al nuovo valore dell’opera in realizzazione.

La mancata congruità dei lavori edilizi

Nel corso delle sue verifiche, la Cassa Edile può anche riscontrare la mancanza di congruità nel progetto presentato dall’impresa edile. Al verificarsi di questa circostanza, il soggetto richiedente ha 15 giorni di tempo per regolarizzare la proprio posizione e, se così non dovesse avvenire, l’impresa viene segnalata alla BNI, ovvero la Banca nazionale delle imprese irregolari.

Si tratta di un passaggio non di certo trascurabile per le imprese, visto che la segnalazione alla BNI può avere delle conseguenze estremamente negative, impedendo ad esempio l’accesso ai finanziamenti bancari e compromettendo gravemente la reputazione del soggetto economico. E ancora, la riscontrata mancata congruità del lavoro edile può portare l’impresa o il committente a perdere i benefici derivanti dai bonus fiscali legati al campo dell’edilizia. La normativa prevede infatti che le agevolazioni fiscali non vengano concesse a chi è risultato essere in violazione delle norme in materia di salute, sicurezza sul luogo di lavoro e obbligazioni contributive.

Si sottolinea inoltre che se lo scostamento rilevato dalla Cassa Edile è inferiore al 5 per cento della percentuale di incidenza della manodopera, è previsto che l’attestazione di congruità possa essere rilasciata se il direttore dei lavori sia in grado di giustificare lo scostamento.

DURC di congruità, l’alert per le imprese

Al fine di agevolare l’operato delle imprese edili tenute a essere in regola in materia di congruità tra il volume di lavoro dichiarato e quello effettivamente svolto, dal 1° marzo 2023 è stato attivato un meccanismo di alert (sistema di avvisi automatizzati).

Questo aiuta i committenti e le imprese a rispettare i requisiti della congruità della manodopera e viene inviato sfruttando le informazioni rese dall’impresa in sede di presentazione della domanda. L’iter, più nello specifico, è il seguente: dopo la presentazione della DNL, Denuncia di nuovo lavoro, alla Cassa Edile, viene generata una PEC che informa che l’opera in questione è oggetto di verifica di congruità della manodopera e ricorda la necessità di acquisire tutti i documenti necessari per ottenere l’attestazione di congruità.

Differenze tra DURC e DURC di congruità

Appreso cosa sia il DURC di congruità, può essere molto utile comprendere le differenze che lo stesso vanta nei confronti del DURC classico, Documento unico di regolarità contributiva. La prima, decisamente la più significativa, interessa gli ambiti in cui questi documenti vengono richiesti e rilasciati.

Più nello specifico:

  • il DURC rappresenta un documento attestante la regolarità contributiva di una data azienda nei confronti degli enti previdenziali e assistenziali, si legga Inps (Istituto nazionale della previdenza sociale) e Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro). Il DURC, inoltre, viene richiesto nell’ambito degli appalti pubblici o privati ed ha il principale scopo di dimostrare la regolarità dei pagamenti dei contributi previdenziali e assicurativi da parte dell’azienda
  • il DURC di congruità è da intendersi invece come un’estensione del DURC in precedenza descritto. In questo caso specifico il documento serve ad attestare la congruità del volume di lavoro dichiarato dalle imprese e quello che viene effettivamente svolto.

Nei fattori di analisi della dichiarazione c’è anche la congruità tra i compensi che il committente ha erogato alle imprese appaltatrici e subappaltatrici, per assicurare che le somme concesse siano in linea con le norme vigenti. Il DURC di congruità, come ampiamente detto, interessa principalmente il settore edilizio.

Volendo provare a sintetizzare le differenze tra DURC e DURC di congruità, dunque, è possibile dire che la principale distanza sta nel fatto che nel primo caso ci si trova di fronte a un documento che ha il compito di verificare e attestare la regolarità contributiva dell’azienda, mentre nel secondo vi è l’ulteriore aggiunta della congruità dei compensi pagati nel contesto degli appalti pubblici.

 

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