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2020: riparliamone

Nell’estate 2020 l’esecutivo Conte ripropone l’idea col piano di rilancio delle infrastrutture in Italia inserito nel Pnrr. La ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli nomina una commissione di 16 esperti per esaminare possibili alternative alla campata unica e si stanziano 50 milioni per un progetto di fattibilit. Conte cade nel 2021 e il governo Draghi conferma gli stanziamenti. Del progetto di fattibilit se ne dovrebbe occupare Italferr, societ di ingegneria del gruppo Fs che, contattata da Dataroom, risponde: Italferr non ha mai ricevuto alcun incarico per sviluppare uno studio di fattibilit e mai stata coinvolta in alcuna attivit di progettazione del Ponte sullo Stretto di Messina. I 50 milioni rispuntano dopo le elezioni nel 2022 quando Matteo Salvini, nuovo ministro dei Trasporti, decide di usarli per riattivare la societ Stretto di Messina spa e l’amministratore delegato di allora: Pietro Ciucci.

Un progetto gi bocciato

Si riparte dunque dal vecchio progetto, con le carenze rilevate dal governo Monti e quelle evidenziate dal ministero dell’Ambiente di allora. Progetto bocciato anche nella sostanza dalla commissione di esperti del Mit ad aprile 2021. Nella relazione finale si legge: occorre studiare soluzioni alternative, quella a unica campata non la migliore (qui). Il problema posto dai tecnici che ad oggi non esiste ancora la tecnologia per una infrastruttura di quel tipo. Lo stesso anno le Universit di Catania e Kiel (Germania) annunciano la scoperta di una faglia attiva di 34,5 km lungo lo stretto di Messina, mai mappata, che ha deformato il fondale marino e che in grado di scatenare terremoti di magnitudo 7,1 (qui). Il livello massimo sopportabile dalla struttura (qui). L’aggiornamento del progettista non ne tiene conto. D’altronde i tempi sono troppo stretti: il 29 settembre 2023 c’ la firma tra Stretto di Messina ed Eurolink e il 30 settembre il Consorzio comunica di aver consegnato la documentazione. Il plico finisce al Comitato scientifico indipendente della Stretto di Messina che a febbraio d parere positivo, ma a patto che siano accolte 68 raccomandazioni (qui l’elenco). Tra queste: nuovi approfondimenti sismici, nuove analisi e previsioni con scenari che tengano conto di eventi estremi e una nuova analisi delle correnti marine e dei venti in relazione alla struttura.

Faglia attiva sotto il pilastro

Nelle aree di esproprio alcune situazioni si sono modificate rispetto al 2011: su una c’ la variante ferroviaria, un’altra cade in una zona cimiteriale, su una terza sorto un villaggio turistico. Ma, soprattutto, secondo lo studio geologico commissionato dal comune di Villa San Giovanni sulle mappe catalogate da Ispra nel 2015, ci sono 5 faglie attive di cui una nell’area del blocco di ancoraggio dei pilastri. Dopo il terremoto di L’ Aquila su quel tipo di aree c’ l’inedificabilit assoluta. La Stretto di Messina dice di esserne a conoscenza e che si eviteranno posizionamenti su faglie attive. Dalle mappe al momento non chiaro. E intanto da gennaio 2023 il valore di case e terreni crollato proprio perch hanno il vincolo di esproprio. Anche sulle aree circostanti piombata l’incertezza: chi vuole acquistare casa non riesce a stipulare un mutuo perch la banca non pu mettere l’ipoteca. Mentre le amministrazioni pubbliche, con il vincolo, si vedono bloccati tutti i progetti, inclusi quelli del Pnrr come la riqualificazione dell’area di Forte Beleno a Villa San Giovanni, un forte del 1888 su cui era previsto un investimento di 1,5 milioni di euro.

Stesso progetto, stessi nomi

Non cambia il progetto e nemmeno i nomi. In Eurolink ci sono Webuild (capofila), gli spagnoli di Sacyr, Condotte d’Acqua, la Cooperativa Muratori Cementisti, i giapponesi di IHI Corporation e il Consorzio A.C.I. del gruppo Gavio. La Sacyr nel 2022 stata multata in Spagna per 203,6 milioni di euro con le 5 principali imprese di costruzione del Paese: per 25 anni dal 1992 al 2017 hanno eluso la concorrenza, mettendosi d’accordo per spartirsi gli appalti. Del gruppo Cooperativa Muratori Cementisti, invece, fa parte la Bolognetta scpa che ha costruito il viadotto Scorciavacche in Sicilia, venuto gi nel 2014 nove giorni dopo l’inaugurazione. Parte un’inchiesta e secondo l’accusa il ponte collassa perch realizzato su un terreno instabile, cosa che sarebbe stata nota sia all’azienda costruttrice sia all’Anas che lo inaugurano tre mesi prima della data prevista di consegna e senza collaudo. Presidente Anas Pietro Ciucci. Il processo inizia e si chiude nel 2023 per la sopraggiunta prescrizione per nove imputati dall’accusa di attentato alla sicurezza dei trasporti e falso. Rimane in piedi, per, un troncone d’inchiesta alla Procura di Palermo che vede coinvolti ancora oggi Pietro Ciucci e due dirigenti Anas accusati di induzione a dare o promettere utilit.

Cambiano i costi

Il bando di gara vinto del 2006 prevedeva che l’opera fosse finanziata in project financing: il consorzio vincitore avrebbe dovuto mettere tra il 10 e il 20% del totale e sarebbe rientrato con i proventi dei pedaggi. Dai 3,9 miliardi della gara del 2006 siamo passati ai 13,5 previsti dal documento costi benefici della Stretto di Messina. La legge di bilancio 2024 ne stanzia 11,6 (qui articolo 56). Chi ce li mette gli altri? Eurolink? Difficile. L’ipotesi di realizzarlo in project financing gi stata bocciata nel 2021 dalla commissione tecnica Mit: appare evidente che la brevit del percorso di attraversamento e delle relative opere connesse non consente di prevedere un volume di pedaggi a carico degli utenti in grado di consentire una operazione di project financing (qui pagina 144). Ad oggi, quindi, l’opera non interamente finanziata, e non nemmeno certo che coster 13,5 miliardi, perch sar la Stretto di Messina, in sede di progetto esecutivo, a definire il prezzo finale. Eppure, nonostante tutti i problemi, il governo tira dritto. A chiedercelo l’Europa, sostiene il ministro Salvini, per completare il corridoio TEN-T Palermo-Reggio-Roma-Milano-Berlino-Helsinki. Non proprio cos. Il 26 aprile scorso Pat Cox, coordinatore del Corridoio Sandinavo-Mediterraneo per la Commissione Europea, risponde per iscritto a 3 eurodeputati: la Commissione a conoscenza solo del fatto che l’Italia sta conducendo degli studi preparatori e potrebbe co-finanziare fino una quota del 50% degli studi di preparazione. Ma senza conoscere i risultati degli studi preparatori, non possibile fare ipotesi su un potenziale contributo dell’Ue. Insomma, Bruxelles vuol vedere le carte prima di ipotizzare un aiuto economico.

Chi ha fatto davvero bingo

A ottobre 2022 Salvini su Rete4 dice che il ponte creerebbe 120 mila posti di lavoro veri (qui minuto 8’34”). La Societ Stretto di Messina ha corretto il dato: negli otto anni necessari a costruire l’opera, si impiegherebbero da 4.300 a 7.000 unit, a seconda degli anni (qui a pagina 14). L’associazione Invece del Ponte, che ha fatto i conti sul documento costi benefici redatto dalla Stretto di Messina, dice che si arriva a 2.229 all’anno. Si tratta di posti a tempo determinato perch finita la costruzione del Ponte spariranno e andrebbero ad eliminare anche quelli stabili di oggi del collegamento traghetti. In sostanza il progetto pi ampio su cui scommette l’Italia rimasto quello del 2011 rilanciato per decreto, come pure il consorzio che aveva vinto la gara nel 2006 e l’ad della Stretto di Messina. Quello che cambiato il costo: dai 3,9 miliardi di allora ai 13,5 di oggi. La direttiva europea del 2014 (art.72) impone una nuova gara quando un’opera costa il 50% in pi di quella vecchia. Qui le cose si ingarbugliano perch nel 2012 i costi erano gi saliti a 8,5 miliardi. Quindi nella migliore della ipotesi non si pu sforare di un euro altrimenti si torna a nuova gara. Un dato certo: il governo Monti aveva chiuso la partita perch le carte non mostravano la sostenibilit finanziaria. Comunque vadano le cose chi ha fatto bingo l’operatore che tornato in pista: con l’uscita del decreto il titolo di Webuild si impennato del 20%.

27 maggio 2024 | 06:36

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