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diRuggiero Corcella

Lo annuncia Sania Nishtar, nuova amministratrice delegata di Gavi Alliance. Nei prossimi cinque anni, l’ente di cooperazione amplierà l’offerta di protezioni vaccinali per la prevenzione di oltre 20 malattie

«In questo momento cruciale per la salute globale, siamo di fronte a un’opportunità fondamentale per riaffermare il nostro impegno per l’equità e la resilienza del sistema salute».
Sania Nishtar è una figura di rilievo nell’ambito della salute globale (si veda la scheda). Pakistana, 61 anni, è medico cardiologo. Eletta senatrice, è stata ministra federale e presidente di Ehsaas , il più grande programma di protezione sociale nella storia del Paese. Nel 2017, è stata candidata dal Pakistan alla carica di Direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità ed era nella rosa dei tre candidati finali.  Oggi guida Gavi Alliance, l’alleanza per i vaccini dedicata a migliorare l’accesso alle vaccinazioni nei Paesi in via di sviluppo. Sania Nishtar, 

L’amministratrice delegata (Ceo) di Gavi è in Italia per il G7 dell’Economia a Stresa. In questa intervista esclusiva al Corriere della Sera, illustra le linee strategiche del futuro.
«I vaccini sono davvero uno dei più grandi successi dell’umanità. Esorto i leader di tutto il mondo a cogliere questo momento come un’opportunità per riaffermare il loro impegno per la sicurezza sanitaria globale, gli obiettivi di sviluppo sostenibile, l’impatto economico e un futuro più sano per tutti», sottolinea.




















































E aggiunge:«Il nostro compito è tutt’altro che concluso. Le sfide all’orizzonte, dall’affrontare l’impatto del cambiamento climatico al raggiungere le persone più difficili da raggiungere, prevenire focolai e prepararsi a future pandemie richiedono supporto e collaborazione continui. Dobbiamo anche impegnarci a costruire sistemi sanitari resilienti che possano resistere alle sfide di oggi e di domani e scegliere un futuro in cui la salute sia un diritto universale, non un privilegio».

Che cos’è Gavi Alliance

Gavi, the Vaccine Alliance è una partnership pubblico-privata che aiuta a vaccinare più della metà dei bambini del mondo contro alcune delle malattie più mortali del mondo. La Vaccine Alliance riunisce i governi dei Paesi in via di sviluppo e dei donatori, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Unicef, la Banca Mondiale, l’industria dei vaccini, le agenzie tecniche, la società civile, la Fondazione Bill & Melinda Gates e altri partner del settore privato. Fin dalla sua istituzione nel 2000, Gavi ha contribuito a vaccinare un’intera generazione – oltre 1 miliardo di bambini – e a prevenire più di 17,3 milioni di morti, contribuendo a dimezzare la mortalità infantile in 78 Stati a basso reddito. Gavi svolge inoltre un ruolo chiave nel miglioramento della sicurezza sanitaria globale, sostenendo i sistemi sanitari e finanziando le scorte globali di vaccini contro l’ebola, il colera, il meningococco e la febbre gialla.

Il motivo dell’impegno 

Dottoressa Nishtar perché ha accettato di diventare amministratrice delegata di Gavi?
«L’esperienza in Pakistan mi ha spinto a garantire che Gavi raggiunga milioni di bambini nei Paesi a basso reddito con vaccini salvavita. Il mio obiettivo principale è lanciare la nostra Investment Opportunity (Opportunità di Investimento) il 20 giugno a Parigi, per garantire supporto sufficiente dai donatori fino al 2030. Questo evento segna l’inizio di un periodo di intenso impegno con i donatori provenienti dal governo, dal mondo degli affari e della filantropia, per assicurare il finanziamento necessario alla nostra missione».

L’azione di Gavi e il ruolo dell’Italia

Potrebbe darci una panoramica su Gavi e la sua azione?
«La missione di Gavi è salvare vite e proteggere la salute aumentando l’uso equo e sostenibile dei vaccini nei paesi a basso reddito. Collaboriamo con i Paesi per garantire che abbiano accesso ai vaccini che hanno maggiore impatto. Anche l’Italia è partner di Gavi dal 2006, con contributi significativi da parte dei Ministeri dell’Economia e degli Esteri ». 

«In particolare, ha dimostrato una leadership eccezionale nel sostenere soluzioni di finanza innovativa per affrontare le sfide della salute globale», sottolinea Sania Nishtar. «Con un impegno totale di oltre 1,5 miliardi di euro dal 2006 al 2030, l’Italia è tra i nostri principali donatori e svolge un forte ruolo di leadership nei nostri meccanismi di finanza innovativa». «L’Italia è stata un membro fondatore del Fondo Internazionale per la Finanza dell’Immunizzazione (IFFIm). L’Italia è stata il principale creatore e il maggior donatore dell’Advance Market Commitment (AMC) per i vaccini pneumococcici di Gavi, rendendo disponibili vaccini complessi contro lo pneumococco ai Paesi a basso reddito a una frazione del loro costo».

Le aspettative sul G7

Che cosa vi aspettate realisticcamente di ottenere dal G7?
«Siamo stati invitati specificamente a parlare dell’acceleratore di produzione di vaccini africani. Spiegheremo di cosa si tratta, cosa si intende ottenere e, naturalmente, ci aspettiamo supporto in merito a quel particolare programma e strumento». 

«Il G7 è  già in corso e abbiamo incontrato la leadership in diverse occasioni. Abbiamo incontrato diversi colleghi tecnici. Si tratta quindi di un modo per dialogare con i ministri delle Finanze. E rafforzando l’importanza di Gavi e di tutti i vari attributi di cui ho parlato. La riunione dei ministri delle Finanze del G7 è quindi un’occasione molto importante perché normalmente ci rivolgiamo ai ministri dello Sviluppo internazionale o degli Esteri o della Sanità, ma non sono loro a tenere il portafoglio. Andare quindi dai ministri delle Finanze è un’opportunità molto importante e voglio davvero ringraziare il governo italiano per averci dato questa piattaforma. Detto questo, siamo molto incoraggiati, molto onorati. Spero che questo sarà un impegno molto importante per me e per i miei colleghi e attendo con impazienza il supporto».

I risultati: più di 1 miliardo di bambini protetti da malattie

Quali sono i maggiori risultati finora ottenuti?
«Abbiamo protetto oltre un miliardo di bambini da varie malattie, e i decessi per malattie prevenibili con vaccino nei bambini sotto i 5 anni sono diminuiti del 70%. Le nostre scorte di vaccini contro Ebola, colera, febbre gialla e meningite hanno protetto il mondo dai focolai delle infezioni. In alcuni casi, abbiamo contribuito a eliminare malattie (meningite A). I Paesi a basso reddito possono accedere a vaccini a prezzi accessibili, adatti ai loro contesti. E oggi, 19 di questi hanno programmi vaccinali autonomi».

La produzione dei vaccini

Negli Stati Uniti preoccupa la diffusione dell’influenza aviaria H5N1: come si sta preparando Gavi a questa come a future epidemie e potenziali pandemie?
«Oltre alla necessità di rafforzare la vaccinazione di routine, la pandemia di Covid-19 ha fatto capire l’importanza strategica dell’accesso alla produzione di vaccini. I Paesi con i più forti ecosistemi di ricerca, produzione e regolamentazione sono stati i primi ad accedere ai vaccini contro il Covid-19. Altri, invece, sono stati esclusi durante i primi giorni della pandemia poiché il nazionalismo vaccinale e il fallimento del mercato inizialmente hanno prevalso».

«Nessuna zona del mondo ha sentito gli effetti negativi dell’iniquità nell’accesso al vaccino Covid-19 più dell’Africa. E nessun’altra ha da guadagnare di più dalla crescita sostenibile del suo settore di produzione di vaccini. Attualmente la domanda di vaccini in Africa è valutata in oltre 1 miliardo di dollari l’anno, cifra destinata a crescere insieme alla popolazione del continente nei prossimi decenni. L’Africa rappresenta già circa il 20% della popolazione mondiale, eppure l’industria dei vaccini del continente offre solo circa lo 0,2% della fornitura globale».

Il progetto in Africa

«Un’espansione sostenibile della capacità di produzione di vaccini in Africa avrebbe un doppio vantaggio per il continente: in primo luogo contribuire alla crescita di un settore biotecnologico di alto valore, supportando allo stesso tempo la prevenzione e la risposta pandemica. Un settore forte di produzione di vaccini in Africa, inoltre, potrebbe portare benefici alla “salute” generale dei mercati dei vaccini a livello globale».

«La nuova strategia di Gavi offrirà il più ampio portafoglio di vaccini nella sua storia, prevenendo oltre 20 malattie rispetto alle sole sei del 2000. Miriamo a proteggere più persone più rapidamente che mai. Gavi continuerà a svolgere un ruolo chiave nella sicurezza sanitaria globale, fornendo il più grande ventaglio mai realizzato di scorte di emergenza in risposta al crescente numero di focolai di malattie mortali come colera, Ebola e febbre gialla.

Il programma di investimento: 2,5 miliardi di dollari

«I Paesi sostenitori faranno il loro più grande investimento di sempre nel programma vaccinale nei prossimi 5 anni: un finanziamento da 2,5 miliardi di dollari per il “Day Zero”, supportato da finanza innovativa, farà parte del kit di strumenti di risposta all’emergenza globale per la prossima pandemia. Entro il 2030 cercheremo di raggiungere più persone e famiglie più spesso con vaccinazione e assistenza sanitaria primaria. Supportare Gavi è tra i migliori investimenti nello sviluppo. Ogni dollaro investito ne produce 54 in termini di benefici. Il lavoro di Gavi tra il 2025-2030 continuerà a generare miliardi di benefici economici, aiutando i Paesi e le comunità a prosperare».

L’impatto delle nuove tecnologie: dai droni all’AI

Come sta sfruttando Gavi le innovazioni tecnologiche come la telemedicina, i droni e l’intelligenza artificiale per migliorare la distribuzione e l’accessibilità dei vaccini?
«Gavi ha costruito una comunità di innovatori concentrati sulla risoluzione delle sfide più ostinate nella consegna dei vaccini. Faccio alcuni esempi.
Droni: dal 2016 supportiamo la consegna di vaccini tramite droni con Zipline. Insieme, abbiamo consegnato più di 15 milioni di vaccini in Ghana, Kenya, Nigeria e Ruanda. La consegna tramite Zipline aumenta l’indipendenza dei programmi vaccinali dalle infrastrutture che possono essere facilmente impattate da eventi climatici, riducendo le emissioni di carbonio delle consegne del 97% rispetto alle auto a benzina».

Sensori di temperatura per i vaccini e gestione della catena di approvvigionamento e monitoraggio remoto: per aiutare a prevenire danni ai vaccini causati da calore o freddo eccessivi, abbiamo collaborato con Nexleaf Analytics e Parsyl per distribuire tecnologie avanzate di sensori e sfruttare i dati per la gestione della catena di approvvigionamento e delle attrezzature. Oggi Nexleaf monitora la fornitura di vaccini per 1 bambino su 11 nato globalmente ogni anno e ha distribuito oltre 34.000 dispositivi di monitoraggio remoto della temperatura.

Identificazione delle comunità “mancanti”: per aiutare i paesi a meglio indirizzare i bambini sottovaccinati, Zenysis Technologies ha lavorato in Pakistan e Mozambico per triangolare grandi set di dati e dare ai pianificatori di vaccini una maggiore accuratezza su dove potrebbero trovarsi questi bambini. In Pakistan, gli strumenti di micro-pianificazione e duplicazione di Zenysis hanno supportato alcuni Consigli dell’Unione nella provincia del Sindh nell’aumentare la copertura dei “Bambini Zero-Dose” fino a tre volte.

Biometria per mantenere l’immunizzazione continua e i registri: per garantire che ogni bambino sia registrato nel sistema sanitario e possa ricevere vaccini, la startup tecnologica Simprints sta lavorando in Bangladesh e Ghana per sperimentare l’applicazione della biometria infantile alle vaccinazioni. Abbiamo supportato questi e altri innovatori distribuendo capitale e competenze per creare soluzioni scalabili. Abbiamo mobilitato investimenti e supporto da entità commerciali e filantropiche, inclusi Google.org, NEC, Tencent, UPS Foundation. I nostri investimenti iniziali ammontavano a più di 60 milioni di dollari, consentendo così agli innovatori di ottenere oltre 200 milioni di dollari in finanziamenti successivi da investitori esterni». 

«Adesso sono nelle fasi finali della definizione del mio piano per i prossimi 6 mesi. Uno dei pilastri  è quello di utilizzare le innovazioni per la fase di consegna del nostro processo e in particolare l’Intelligenza artificiale. L’AI può ridurre i nostri tempi, può aiutare con l’ottimizzazione delle catene di approvvigionamento. Può aiutarci a identificare quelli che chiamiamo “bambini a dose zero”, perché ci sono sacche all’interno di ogni paese che sono difficili da raggiungere. Ci sono registri nei paesi che sono mantenuti sui libri mastri.  L’AI può aiutarti anche durante le pandemie».

 «Poi, naturalmente, c’è un altro gruppo che sto mettendo insieme sulla blockchain (una tecnologia che consente lo scambio di dati in maniera sicura, ndr). Perché la blockchain è molto importante, è come un sistema ferroviario su cui corrono i dati ed è molto utile per l’efficienza, per l’ottimizzazione, per ridurre le emorragie e le perdite dal sistema, per ridurre la frammentazione, la duplicazione».

La risposta alle critiche sulla disparità di accesso ai vaccini

Per quanto riguarda il modello di Advanced Market Commitment (AMC) utilizzato per il vaccino antipneumococcico, come intende Gavi affrontare le preoccupazioni sollevate riguardo ai prezzi elevati dei vaccini negoziati con le aziende farmaceutiche, che hanno ostacolato un accesso più ampio nei paesi a basso e medio reddito? 
«Per quanto riguarda la questione dei prezzi, se confrontiamo il prezzo dei vaccini che acquistiamo con quelli dei vaccini acquistati dai Paesi sviluppati, si noterà una differenza molto marcata. Quindi, se il costo della vaccinazione di un bambino con l’immunizzazione di routine nel mondo sviluppato è di circa 1.000 dollari, Gavi procura gli stessi vaccini per 20 dollari e li consegna nei paesi per 23 dollari. Non c’è davvero paragone.

Nel contesto dell’uso del meccanismo AMC, quali misure sta implementando Gavi per garantire una maggiore trasparenza e una distribuzione equa, in particolare data la percezione di favoritismo verso i Paesi che hanno investito più fondi e le conseguenti ineguaglianze nell’accesso ai vaccini?
«Gavi ha un certo modello perché gli impone grandi impegni di mercato e mette in moto il principio delle economie di scala. E, in questo processo, ridurre i costi.  La differenza tra il costo di acquisto dei Paesi sviluppati e quelli dei Paesi in via di sviluppo è molto diversa. Così in Africa, attraverso l’acceleratore africano per la produzione di vaccini, abbiamo preso un impegno. E abbiamo stanziato un miliardo di dollari per questo scopo, per catalizzare il mercato, per investire in quell’area. Segnalando al mercato che, quando ci sarà la capacità di produrre vaccini, ci faremo avanti con il nostro AMC per sovvenzionare, per capitalizzare il mercato».

I passi per garantire più trasparenza  ed equità

Quali passi sta compiendo per negoziare prezzi più favorevoli e garantire una maggiore trasparenza ed equità nella distribuzione dei vaccini, soprattutto a livello locale? Da questo punto di vista, state prendendo iniziative particolari per fare di più?
«Sono un Ceo, fresca di nomina: questa è la mia ottava settimana in carica. Da quando ho iniziato, ho visitato l’Africa. Sono andato nella Repubblica Centrafricana,  in Nigeria,  in tutte le capitali dei donatori occidentali. Insomma una “full immersion” con le istituzioni, i sistemi e i processi. E ho  fatto un bilancio. Sarò in grado di migliorare la trasparenza all’interno dell’organizzazione e, naturalmente, esaminerò i sistemi e i processi esistenti. Devo dire che una carica ben governata è un’organizzazione ben governata con sistemi e processi giudiziari, ma ogni nuovo Ceo guarda le cose con la propria lente; quindi, ne esaminerò molte. Compreso il modo in cui negoziamo i prezzi, il modo in cui trattiamo con i produttori, con l’obiettivo, al fine di migliorare l’efficienza, al fine di migliorare la trasparenza al fine di ottenere un trattamento migliore per i bambini poveri di questo mondo».

Sicurezza dei vaccini

Parliamo di sicurezza dei vaccini: quali misure sono in atto per garantire che i vaccini distribuiti da Gavi abbiano queste caratteristiche?
«Prima che un vaccino possa essere distribuito da qualsiasi agenzia delle Nazioni Unite o organizzazione internazionale che acquista vaccini come Gavi e il Global Fund, deve ottenere le approvazioni scientifiche e regolatorie dell’Oms. Questo significa che un comitato di esperti esamina tutti i dati esistenti, inclusi quelli provenienti da enti regolatori nazionali di alta qualità dove disponibili, e fornisce una raccomandazione ufficiale per il vaccino, la sua efficacia e i migliori metodi di utilizzo». 

«Tutti i vaccini passano anche attraverso una procedura di “prequalificazione” che spesso dura diversi mesi, al fine di garantire che siano soddisfatti i requisiti di sicurezza ed efficacia nella produzione. Una volta completata la prequalificazione, i paesi – specialmente quelli senza autorità regolatorie nazionali – possono fare affidamento su questa valutazione per approvare la distribuzione del vaccino. La somministrazione è anche continuamente monitorata dai Paesi, dall’Oms e dai partner come Gavi».

Come si combatte l’«esitazione vaccinale»

Come affronta Gavi l’esitazione vaccinale e la disinformazione, che sono significative barriere agli sforzi di vaccinazione?
«Per affrontare l’esitazione vaccinale dobbiamo affrontarne le cause profonde. Possiamo guardare al modello delle “tre C” che suggerisce che dobbiamo massimizzare la convenienza (rendere i vaccini di facile accesso) e minimizzare l’eccessivo entusiasmo, comunicando adeguatamente i rischi delle malattie. La terza “C” è la fiducia. Cerchiamo di affrontare tutte e tre le tematiche. Le prime due, lavorando con i Paesi e i partner per garantire che facciano parte della preparazione per qualsiasi introduzione di un nuovo vaccino o  diuna campagna.

«Per aumentare la fiducia nei vaccini lavoriamo a stretto contatto con le piattaforme dei social media per combattere la disinformazione investendo nella promozione di informazioni accurate. I nostri partner, Oms e Unicef, fanno lo stesso e, cosa cruciale, per aumentare la fiducia dobbiamo combattere l’esitazione vaccinale causata dalla disinformazione. I nostri partner lavorano per monitorare e affrontare la disinformazione a livello nazionale e comunitario, e Gavi spesso finanzia questo lavoro. Il coinvolgimento della comunità, lavorando con leader di fiducia, comprese le organizzazioni sociali e quelle religiose, è assolutamente fondamentale per aumentare con successo la fiducia».
«Le persone dovrebbero essere consapevoli del fatto che i vaccini salvano effettivamente la vita, che i vaccini esistono per proteggerle dalle malattie e devono apprezzare chiaramente il valore dei vaccini.  Sono nata e cresciuta in Pakistan, sono un medico. Lavoravamo negli ospedali e negli ambulatori e, direi ogni giorno, vedevamo come i bambini morivano inutilmente  per malattie che avrebbero potuto essere facilmente prevenute con la vaccinazione. I bambini non hanno bisogno di morire a causa di queste cose. Perché abbiamo la possibilità di impedirlo. Ma, chiaramente, c’è la necessità di creare consapevolezza del valore dei vaccini. E, naturalmente, c’è disinformazione al riguardo: governi, società civile e tutti i partner devono collaborare perché questo problema sia risolto».

25 maggio 2024 ( modifica il 25 maggio 2024 | 18:53)

 

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