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Tra le eredità che Suning lascia a Oaktree nella gestione dell’Inter c’è anche il bond, in carico al club nerazzurro, da 415 milioni che scadrà nel febbraio 2027. Un bond le cui necessità nascono da lontano, ma che ha corposi effetti sul bilancio interista.

L’attuale bond emesso nel febbraio 2022 è infatti conseguenza di un primo finanziamento ottenuto da Erick Thohir nel maggio 2015: l’imprenditore indonesiano per liberare le garanzie concesso da Massimo Moratti si era infatti accordato con Goldman Sachs e Unicredit per un finanziamento da 230 milioni di euro, garantito dai flussi di cassa di Inter Media and Communication (la società in cui confluisono i ricavi da diritti tv e da sponsorizzazioni del club nerazzurro). Nel dicembre 2017, dopo il passaggio della proprietà a Suning, la decisione per ripagare quel finanziamento alla banca d’affari statunitense è stata quella di emettere un primo bond da 300 milioni, con scadenza nel 2022. Per rifinanziare questo primo bond, nel febbraio 2022 l’Inter ha emesso un secondo bond, quello attualmente in carico al club nerazzurro, da 415 milioni con scadenza al febbraio 2027, anch’esso garantito da Inter Media and Communication.

Bond Inter, le scadenze fino al 2027

Un tema che, secondo quanto appreso da fonti finanziarie, per Oaktree non sarebbe qualcosa di cui preoccuparsi nell’immediato futuro, considerando la scadenza che sarà nel 2027. Il piano di rimborso del bond, nel dettaglio, è il seguente:

  • 1 rata da 3,57 milioni di euro il 30 giugno 2024;
  • 1 rata da 3,69 milioni il 30 dicembre 2024;
  • 1 rata da 3,82 milioni il 30 giugno 2025;
  • 1 rata da 3,95 milioni il 30 dicembre 2025;
  • 1 rata da 4,08 milioni il 30 giugno 2026;
  • 1 rata da 4,22 milioni il 30 dicembre 2026;
  • 1 rata finale per 391,67 milioni entro il 9 febbraio 2027.

Bond Inter, le clausole nel prospetto

All’interno del prospetto del bond, inoltre, è presente una clausola di «change of control», ovverosia di cambio di controllo. Cosa significa? In sostanza, quando scatta quello che viene definito «change of control triggering event», un evento scatenante di cambio di controllo, «ciascun detentore avrà il diritto di richiedere all’emittente di riacquistare tutto o parte dei propri titoli al prezzo di acquisto in contanti pari al 101% dell’importo nominale dei titoli, oltre agli interessi maturati e non pagati fino alla data di acquisto (fermo restando il diritto dei detentori registrati alla data di registrazione pertinente di ricevere gli interessi alla data di pagamento degli interessi pertinente) e gli importi aggiuntivi, se presenti». In sostanza, quindi, potrebbe essere richiesto per intero il pagamento.

Quali sono, però, gli eventi che possono far scattare la clausola? Sul tema il prospetto è chiaro: non basta un cambio di controllo semplice legato alla proprietà dell’Inter, ma serve che contemporaneamente avvenga anche quello che viene definito un «change of control negative rating event». In sostanza, cioè, se entro 90 giorni dal cambio di controllo, «il rating assegnato alle Obbligazioni da almeno un’Agenzia di Rating che valuta pubblicamente le Obbligazioni viene ridotto di almeno un gradino di rating rispetto al rating pubblico assegnato alle Obbligazioni da ciascuna di tali Agenzie di Rating il giorno immediatamente precedente l’inizio del Periodo di Cambio di Controllo, e, dopo la data di tale riduzione ma prima della scadenza del Periodo di Cambio di Controllo, oppure il rating viene ritirato e l’Emittente non riesce a ottenere da almeno un’altra Agenzia di Rating un rating pubblico equivalente al rating più alto assegnato alle Obbligazioni da qualsiasi Agenzia di Rating il giorno immediatamente precedente l’inizio del Periodo di Cambio di Controllo».

In sostanza, quindi, la clausola legata al cambio di controllo che porta a dover ripagare interamente il debito legato al bond scatta solo nel caso di un downgrade del rating entro 90 giorni dalla data in cui avviene il cambio di controllo (in questo caso, quindi, oggi), ipotesi che al momento viene ritenuta difficile. L’ultimo aggiornamento legato al rating del bond del club nerazzurro è del dicembre 2023, quando Fitch ha confermato il rating “B+” con outlook stabile, mentre nell’ottobre 2023 Standard and Poor’s aveva di non declassare il rating (oggi fissato a B) grazie ai nuovi sponsor dopo il caso Digitalbits, inoltre sottolineando un outlook stabile per il rating stesso.

Inoltre, all’interno del prospetto, viene sottolineato anche: «I principali azionisti dell’Inter potrebbero vendere tutto o parte delle loro partecipazioni in qualsiasi momento, oppure potrebbero cercare di ridurre le loro quote mediante una vendita a un investitore strategico, un’offerta di azioni o in altro modo. Tali disinvestimenti potrebbero non innescare un “Cambio di Controllo”».

 

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