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Roma, 21 maggio 2024 – L’installazione di un impianto fotovoltaico ha il principale obiettivo di portare a una riduzione dei consumi energetici e, di conseguenza, a un minore impatto sull’ambiente. Spesso, tuttavia, l’avvio di questo processo è decisamente lento, con molti consumatori che subiscono dei ritardi nell’allaccio dell’impianto, malgrado abbiano già iniziato a pagarlo. Il risultato è che nel mentre si attende che il proprio impianto fotovoltaico venga attivato si continuano a ricevere alte bollette della corrente a cui si aggiungono anche le prime rate del finanziamento del fotovoltaico.  

I ritardi nell’allaccio del fotovoltaico

Sono molti i consumatori a ritrovarsi nella situazione di ritardi nell’allaccio del fotovoltaico, visto che l’accelerata di questo settore non sempre è stata accompagnata da efficienza e tempismo dei distributori. Per ottenere la connessione alla rete, infatti, è necessario che i consumatori – o chi per loro – facciano espressa richiesta al proprio distributore di zona una volta che l’impianto fotovoltaico è stato installato.

In tale passaggio, spesso, si registrano dei ritardi, con le bollette che continuano a essere in linea con i vecchi consumi e i consumatori che sono chiamati a pagare nel contempo le prime rate del loro finanziamento. In questo scenario, tuttavia, i consumatori possono ottenere un risarcimento giornaliero del danno economico subito per ogni giorno di ritardo, avendo cura di dimostrare che tale problematica derivi dalla poca efficienza del distributore. I casi esempio sono molti: nel 2009 l’Autorità aveva sanzionato Enel Distribuzione, oggi E-Distribuzione, per un totale di 1.020.000 euro a causa delle sue violazioni di disposizioni relative alla connessione di impianti per la produzione di energia elettrica alle reti di distribuzione.  

Impianto fotovoltaico: quanto ci vuole per attivarlo

Per comprendere quanto il fenomeno dei ritardi nell’allaccio degli impianti fotovoltaici possa essere una realtà, è necessario guardare ai dati del settore. Secondo un’indagine del portale QualEnergia, che si occupa di analizzare il mercato energetico, nel 2022 il ritardo accumulato sulle 130mila pratiche fotovoltaico ha raggiunto in alcuni casi i 700 giorni.

La stessa ricerca, tuttavia, non ha mancato di sottolineare che i ritardi non dipendono sempre dai distributori, ma anche dalla mancanza di tempestive autorizzazioni e dall’invio di documentazione parziale o sbagliata da parte dei consumatori o degli enti preposti. Tale scenario fa sì che circa l’1 per cento dei consumatori, circa 3mila persone, abbia subito ritardi nell’allaccio alla rete. Oggi i tempi per le connessioni sono:

– 30 giorni lavorativi per i lavori più semplici; – 90 giorni lavorativi per i lavori più complessi.  

Come chiedere il risarcimento per i ritardi subiti

Quando, come detto, i ritardi nell’allaccio del fotovoltaico sono causati dalla poca efficienza del distributore, i consumatori hanno diritto a ottenere un risarcimento giornaliero per ogni giorno di protrazione. Nella forma dell’indennizzo automatico, il cliente ha diritto a ricevere un ammontare massimo di 20 euro al giorno e il 5 per cento del totale del corrispettivo per la connessione determinato per ogni giorno lavorativo di ritardo della realizzazione della connessione.

Il tutto per un massimo di 120 giorni lavorativi. I consumatori, inoltre, possono valutare l’ipotesi di avanzare una richiesta di risarcimento del danno subito.  

 

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