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Milano, 20 Mag – Per fornire utili spunti e riflessioni per migliorare la prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici (DMS) lavorativi, o  Work related MusculoSkeletal Disorders (WMSDs), l’eBookAlleggeriamo il carico!” – prodotto dalla Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione ( CIIP) – dedica un intero capitolo (il secondo capitolo) alla raccolta e analisi dei dati.

 

Nel capitolo – dal titolo “I dati sulle patologie WMSDs in Italia” e a cura di Giovanni Falasca, Enrico Occhipinti e Francesca Zanardi – sono presentati dati e statistiche che “delineano, per l’Italia, l’articolato quadro tanto dell’esposizione al rischio di sovraccarico biomeccanico, quanto, e più che altro, dei relativi effetti di salute in termini di diffusione dei disturbi e delle patologie muscoloscheletriche connesse a tali condizioni”. E le principali fonti informative utilizzate hanno riguardato:

  • dati da European Working Conditions Survey (EWCS)
  • dati dei medici competenti di cui all’Allegato 3B D. Lgs. 81/08
  • dati Inail
  • dati Sistema Malprof
  • dati del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS)”.

 

Oltre a fornire questi dati, a cui abbiamo già accennato in un precedente articolo, il capitolo riporta anche un’analisi degli infortuni strettamente connessi alla movimentazione manuale dei carichi, “di gran lunga i maggiori responsabili di WMSDs”.

 

Nell’articolo ci soffermiamo sui seguenti argomenti:

 

Dati sulle patologie WMSDs: sistema Malprof e nuovo sistema informativo

Il capitolo ricorda che un’importante fonte informativa è costituita dal sistema Malprof alimentato dalle ASL e l’Inail ha pubblicato varie statistiche, sui dati raccolti nella banca dati MalProfstat, accessibili a tutti.

L’interesse di questa fonte è “quella di essere complementare a INAIL, contenendo segnalazioni che non necessariamente si traducono in una denuncia di malattia professionale all’istituto assicuratore”.

 

Riprendiamo dal documento una figura che rappresenta alcuni macrogruppi di malattie con nesso di causa positivo (dal 2014 al 2018):

 

 

Il documento fa poi una menzione ai dati del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) del Ministero della Salute, “un sistema informativo ricchissimo di informazioni utili per le WMSDs, anche se difficilmente raggiungibili, anche dagli utenti dei Servizi di Prevenzione delle ASL”.

Si segnala che il sistema NSIS si compone di una serie di “flussi” di dati “provenienti dai sistemi informativi regionali, con tracciati uguali per tutti e aggiornati costantemente, che vanno a costituire i ‘Mattoni’ del Servizio Informativo Sanitario Nazionale. Due di questi Flussi sono di maggior interesse, cioè il Flusso SDO (le schede di dimissione ospedaliera) e il Flusso EMUR (le schede di dimissioni dei reparti di EMergenza e URgenza)”.

 

Riprendiamo dall’eBook una immagine con la sintesi delle attività del 2019 contenuta nel Rapporto SDO 2020 del Ministero della Salute:

 

 

Patologie WMSDs: gli infortuni da esposizione a fattori biomeccanici

Il documento sottolinea poi alcune peculiarità riguardo alle patologie muscolo-scheletriche riconducibili ad infortuni da esposizione a fattori biomeccanici durante l’attività lavorativa.

 

Si indica che, dal punto di vista della durata dell’esposizione, “i quadri patologici muscolo-scheletrici possono essere causati da periodi di esposizione relativamente brevi (ma verosimilmente piuttosto intensi) o al contrario da esposizioni prolungate: le forme cliniche possono anch’esse assumere un aspetto che va dall’acuto al cronico”.

Di fatto – continuano gli autori – i disturbi muscolo scheletrici “sono quadri patologici dinamici: la cronicizzazione di un evento acuto può portare all’instaurarsi di un quadro di malattia e l’esacerbazione sintomatologica di un quadro di malattia può essere diagnosticato per la prima volta come infortunio”.

E per migliorare la prevenzione, l’analisi degli infortuni “può essere rilevante sia per la tipologia delle lesioni, e quindi per le modalità di accadimento, sia per identificare i comparti dove questi si verificano più frequentemente al fine di intraprendere attività di prevenzione mirata e favorire l’emersione di casi di malattie professionali”.

 

Patologie WMSDs: gli infortuni da movimentazione manuale dei carichi

In questo contesto il contributo si sofferma sull’analisi degli infortuni strettamente connessi alla movimentazione manuale dei carichi, “di gran lunga i maggiori responsabili di WMSDs, tralasciando altre possibili modalità di accadimento che, pur causando disturbi muscolo scheletrici, arriverebbero a comprendere qualsiasi caduta o urto, portando a includere quasi tutti gli infortuni”.

 

Sono riportate nell’Book, per questa analisi, vari grafici relativi agli infortuni riconosciuti da movimentazione manuale dei carichi, alla distribuzione per genere, alla natura della lesione e alla modalità di accadimento dell’infortunio.

 

E si rileva, ad esempio, che, relativamente alla natura della lesione e alla modalità di accadimento, “la lesione da sforzo rappresenta l’infortunio più caratteristico in caso di movimentazione manuale dei carichi o di movimentazione effettuata in condizioni non ergonomiche”. Si osserva poi che “nella maggior parte dei casi si tratta di distorsioni, lussazioni e altre lesioni da sforzo”. Dato confermato dalla modalità del contatto (anche in questo caso è presente un grafico) “che per quasi i due terzi degli infortuni è proprio lo sforzo fisico”.

In ogni caso la movimentazione manuale di carichi “può determinare anche infortuni diversi dalla lesione da sforzo, si può scivolare, inciampare, mettere un piede in fallo. Quando si posiziona un oggetto la mano può rimanere stretta fra il carico e altre strutture o schiacciata dal carico. Il carico può cadere, sfuggire di mano e provocare lesioni anche agli arti inferiori, soprattutto se è molto pesante e/o manca di maniglie o sistemi per una presa efficace. Si possono verificare urti contro oggetti e strutture e sono possibili punture, tagli, abrasioni quando spigoli e superfici siano taglienti. Infine, si può essere colpiti o sommersi da un carico e si può cadere dalla postazione dove si sta operando”.

 

Riprendiamo poi una figura relativa al calcolo di un tasso di incidenza per comparto, “ottenuto dividendo la media degli infortuni riconosciuti nel quinquennio 2015-2019 per la media degli addetti dello stesso periodo”:

 

 

In conclusione “la maggior parte degli infortuni da sovraccarico biomeccanico avviene sollevando o trasportando un carico a causa di un eccessivo sforzo del sistema muscolo-scheletrico e per la maggior parte sono lesioni da sforzo, distorsioni e lussazioni a carico della colonna vertebrale o delle spalle”. Inoltre “circa un quarto degli infortuni è grave e si osserva una diversa ripartizione nelle regioni”. Si ipotizza “che vi sia un bias di notifica, cioè che ci si rivolga al pronto soccorso in caso di estrema necessità e che quindi, salvo eccezioni, gli infortuni meno gravi, non siano denunciati”.

 

Si sottolinea poi che “meritano particolare attenzione le attività di raccolta/trasporto rifiuti e di assistenza alla persona. L’attività di prevenzione mirata a questi settori, ad elevato rischio, potrebbe determinare una riduzione complessiva degli infortuni e anche favorire l’emersione di malattie professionali in questi ambiti”.

 

Rimandiamo, infine, alla lettura integrale del documento CIIP e, in particolare, del secondo capitolo che riporta ulteriori indicazioni sulle possibili fonti dei dati sulle patologie WMSDs.

 

 

RTM

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l’articolo:

CIIP, “ Alleggeriamo il carico!”, eBook curato da Laura Bodini, Susanna Cantoni, Enrico Cigada, Enrico Occhipinti, 2022 (formato PDF, 3.91 MB). 

 

 

 

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