Dopo le oltre 30 modifiche della disciplina del super bonus è in arrivo l’allungamento da 5 a 10 anni del periodo in cui sarà possibile recuperare il credito d’imposta. Chi ha in mano questi crediti nei confronti dello Stato grida allo scandalo perché non si modificano le regole del gioco dopo che la partita è iniziata. Chi ha in mano in cordone della borsa, il Ministro Giancarlo Giorgetti, mette per la prima volta il carico da 11: la sua presenza al Ministero dell’economia è incompatibile con il mantenimento delle attuali regole.
Il punto. È certamente vero che imporre leggi retroattive è contrario ai principi più elementari di civiltà giuridica, ma ormai dovremmo esserci abituati. Come scriveva Leonardo Sciascia oltre trent’anni fa: «questo nostro Paese si dichiara culla del diritto, ma in realtà ne è la bara».
È altrettanto vero, però, che esistono dei principi invalicabili di civiltà economica di cui il super bonus ha fatto scempio:
1) non si trasforma una “detrazione” in un “credito” (cedibile): con la finzione di avvantaggiare chi non pagava le tasse in quanto indigente, si è finito per avvantaggiare i condomini di lusso e i furbi e forti che hanno pagato 70-80 un credito verso lo Stato che vale 100;
2) non si concede un’agevolazione così assurdamente generosa anche a chi non ne ha bisogno, senza minimamente destinarla a scuole, ospedali e case popolari.
3) mai e poi mai, si può fare una norma di spesa pubblica senza fissare la cifra massima spendibile. Mai. “Guidare a fari spenti nella notte” cantava il poeta.
Due considerazioni di più ampio respiro.
La prima. Spalmare, come appare inevitabile, i crediti in un arco temporale più lungo, altro non è che una ristrutturazione del debito pubblico (lo Stato non è in grado di far fronte ai propri impegni).
La seconda. In questi giorni di caos sulle bollette, sull’uscita o sul rientro dal mercato tutelato di milioni di consumatori, immaginiamo quale sarebbe oggi la prospettiva dell’Italia se i 140/150 miliardi (non si riesce più neanche a tenere il conto!) spesi per il super bonus fossero stati investiti in progetti per l’indipendenza energetica del Paese: nucleare, eolico, solare. Scegliete voi quali, non importa.
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