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Il programma Resto al Sud punta a stimolare la creazione e la crescita di imprese e professionisti indipendenti nelle regioni meridionali d’Italia. L’obiettivo è sostenere lo sviluppo economico del Mezzogiorno. L’attuazione del programma è affidata a Invitalia, l’agenzia nazionale preposta all’attrazione degli investimenti e allo sviluppo d’impresa.

Il budget assegnato a Resto al Sud ammonta a 1,25 miliardi di euro e non prevede scadenze per la presentazione delle domande, che vengono esaminate secondo l’ordine di arrivo. La portata geografica dell’agevolazione comprende le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, e Sicilia; le aree centrali italiane colpite dai recenti terremoti, inclusi Lazio, Marche, e Umbria. Il programma si estende alle isole marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord.

Con questa misura, il governo mira a invertire la tendenza all’emigrazione dei giovani del Sud e a valorizzare le potenzialità locali attraverso incentivi all’autoimpiego e alla creazione d’impresa. Vediamo meglio:


  • Resto al Sud 2.0 per il 2024-2025, come funziona

  • Quali sono le novità di Resto al Sud 2.0 per il 2024-2025

Resto al Sud 2.0 per il 2024-2025, come funziona

Il programma Resto al Sud, inizialmente rivolto ai giovani tra i 18 e i 35 anni, ha esteso la fascia di età ammissibile fino ai 55 anni per stimolare lo sviluppo imprenditoriale nelle regioni meridionali e in alcune zone del Centro Italia. Nei 24 Comuni del cratere sismico centrale, dove oltre il 50% degli edifici è stato reso inagibile, non vi sono limiti di età per accedere ai fondi.

Il processo di richiesta è snello: non ci sono bandi né scadenze e le domande sono esaminate in ordine di arrivo entro 60 giorni dalla loro presentazione. I contributi del programma supportano un ampio spettro di attività economiche, escludendo soltanto il settore agricolo. Le categorie ammesse includono industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca, acquacoltura, forniture di servizi, turismo, commercio e professioni liberali.

Le spese ammissibili possono essere coperte al 100%, con un tetto massimo di 50.000 euro per i singoli e fino a 200.000 euro per le società con almeno quattro soci. Per le attività individuali, il limite massimo di finanziamento è di 60.000 euro. C’è anche un contributo aggiuntivo per il sostegno al fabbisogno circolante, che varia da 15.000 euro per le ditte individuali a 40mila euro per le società.

Per accedere a Resto al Sud, i richiedenti devono soddisfare alcuni criteri, tra cui: età tra 18 e 55 anni, residenza o trasferimento nei territori coperti dal programma entro 60 giorni dall’approvazione della domanda, assenza di rapporti di lavoro a tempo indeterminato per la durata del finanziamento, e non essere già titolari di altre imprese attive o beneficiari di sostegni simili negli ultimi tre anni. Le imprese devono essere state costituite dopo il 21 giugno 2017 o, se in fase di costituzione, devono essere registrate entro 60 giorni dall’approvazione della domanda (120 giorni per i residenti all’estero).

I liberi professionisti senza partita Iva attiva nei 12 mesi precedenti la richiesta e che non svolgono un’attività simile a quella proposta possono anch’essi beneficiare del programma, a patto che il codice Ateco dell’attività non corrisponda fino alla terza cifra.

Quali sono le novità di Resto al Sud 2.0 per il 2024-2025

Resto al Sud 2.0 incentiva la modernizzazione e l’espansione delle imprese attraverso un supporto economico ben strutturato. Le categorie di spese ammissibili per ottenere i fondi comprendono:

ristrutturazione o manutenzione straordinaria: fino al 30% delle spese può essere destinato alla ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili;


  • acquisto di nuovi macchinari e attrezzature: la spesa per macchinari, impianti e attrezzature nuove è completamente coperta;

  • tecnologie informatiche e di comunicazione: investimenti in software e servizi ICT sono ammessi nei costi finanziabili.

Dopodiché fino al 20% dei fondi può essere utilizzato per coprire le spese di gestione quotidiana, che comprendono:


  • materie prime;

  • materiali di consumo;

  • utenze;

  • canoni di locazione e di leasing;

  • costi assicurativi.

Le spese per la progettazione, le attività promozionali, le consulenze esterne e i salari del personale dipendente non rientrano tra le voci finanziabili.

La struttura delle agevolazioni è pensata per coprire il 100% delle spese ammissibili, suddivise equamente tra:


  • 50% di contributo a fondo perduto: questa parte di finanziamento non richiede restituzione.

  • 50% di finanziamento bancario: questo segmento è supportato da una garanzia del Fondo di Garanzia per le Pmi e gli interessi sono completamente a carico di Invitalia.

Per quanto riguarda i tempi di erogazione dei fondi, i finanziamenti sono processati entro 30 giorni dal ricevimento di un’istanza completa di tutta la documentazione necessaria. Per i pagamenti finali, il termine è di 60 giorni, dato che questi richiedono una verifica attraverso un sopralluogo per accertare che gli investimenti e le spese dichiarate siano stati realizzati.

 

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