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Per orientarsi nel mare magnum del sistema pensionistico italiano occorre conoscere la differenza tra contributi obbligatori e figurativi

Nel vasto mondo dei contributi previdenziali, ci sono due categorie principali: quelli obbligatori e quelli figurativi. Questi contributi costituiscono la base per la futura pensione dei lavoratori, ma le loro modalità di versamento e i relativi diritti sono diversi. Oggi analizzeremo analiticamente i contributi che sono inutili ai fini pensionistici.

Pensione: la distinzione tra contributi obbligatori e figurativi – (ilciriaco.it)

I contributi obbligatori sono quelli che vanno versati dai lavoratori e dai datori di lavoro, con quote distinte. Per i lavoratori autonomi, è il proprio dovere effettuare i calcoli, mentre per i dipendenti questa pratica è gestita dal datore di lavoro.

Essi costituiscono la base su cui si basa il diritto alla pensione, sia in termini di durata che di ammontare. Al contrario, i contributi figurativi sono quelli derivanti da situazioni assistenziali, non obbligatori e che non richiedono il versamento da parte del lavoratore o del datore di lavoro.

Queste di cui vi parleremo di qui a breve solo alcune delle sottigliezze del sistema previdenziale italiano, che richiedono una comprensione approfondita per pianificare con successo la propria pensione.

I contributi figurativi e, quindi, inutili

Un esempio comune di contributo figurativo è la Naspi. Questi contributi sono riconosciuti in determinate situazioni di assenza o sospensione dal lavoro, garantendo comunque la maturazione dei requisiti pensionistici e di altre prestazioni previdenziali e assistenziali. Ma, come detto, ecco in maniera analitica e schematica, quali sono i contributi figurativi più comuni.

Pensione, contributi inutili
Quali sono i contributi figurativi? – (ilciriaco.it)

Congedo per maternità e congedo parentale: durante i periodi di congedo per maternità o parentale, ai lavoratori viene riconosciuta la contribuzione figurativa.

Cassa integrazione guadagni (CIG): ai lavoratori in CIG viene riconosciuta la contribuzione figurativa.

Disoccupazione indennizzata: ai lavoratori in disoccupazione indennizzata viene riconosciuta la contribuzione figurativa.

Servizio militare: ai lavoratori che hanno svolto il servizio militare è riconosciuta la contribuzione figurativa.

Cariche pubbliche elettive: ai lavoratori che ricoprono cariche pubbliche elettive è riconosciuta la contribuzione figurativa.

Tuttavia, ci sono alcune limitazioni. Ad esempio, per le pensioni anticipate come Opzione Donna, solo le settimane con contribuzione effettiva sono considerate ai fini del calcolo pensionistico. Ciò significa che periodi di disoccupazione, malattia o congedo di maternità non vengono presi in considerazione. Inoltre, per le pensioni anticipate come Quota 100 e Quota 102, esiste una regola che prevede che almeno il 90% dei contributi deve derivare da versamenti obbligatori, con un massimo del 10% da contribuzione figurativa.

 

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