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Manuel Poletti* – Il 16 e 17 maggio 2023 in Romagna è successa una tragedia enorme, senza precedenti, che i numeri delineano fedelmente. E’ stato un evento epocale, che non ha pari nell’intero Paese, per tipologia dei fenomeni tra frane e alluvioni. Con 350 milioni di metri cubi d’acqua caduti nell’areale più colpito (800 kmq di territorio), 100 comuni coinvolti, 23 fiumi e corsi d’acqua esondati, altri 13 che hanno visto superamenti del livello d’allarme, migliaia di frane (376 le principali) tra collina e montagna.
Alla fine sono stati 15 i morti, quasi 40mila sfollati, 23 fiumi esondati contemporaneamente, oltre 280 frane, di cui 120 particolarmente importanti, più di 100 comuni coinvolti, quasi 5mila uomini della protezione civile impegnati giorno e notte ad assistere la popolazione. Attività mai tentate prima come quella di «invertire» le acque del Cer, il Canale emiliano romagnolo, per portarle nel Po al fine di salvare la città di Ravenna dall’allagamento. Causa inondazioni e frane, sono risultate totalmente chiuse 544 strade tra comunali e provinciali. Ammontavano a 9 miliardi di euro la stima dei danni totali che Protezione civile nazionale ha trasmesso  nell’estate 2023 a Bruxelles per chiedere l’accesso ai Fondi di solidarietà dell’Unione Europea. Erano così divisi: 3,8 miliardi per il patrimonio pubblico come strade, scuole, canali; 2,2 miliardi per i danni alle abitazioni; 1,8 miliardi per i danni alle attività produttive, comprese le aziende agricole. A questa cifra vanno aggiunti 682 milioni già spesi per fronteggiare la somma urgenza e per la messa in sicurezza del territorio, di cui 412 anticipati da Comuni, Province, Regioni e consorzi di bonifica. Un anno fa il disastro, che dodici mesi dopo possiamo raccontare tappa per tappa, fra visite istituzionali dei vertici europei e nazionali, manifestazioni di protesta dei Comitati di cittadini alluvionati e associazioni economiche, l’arrivo del Commissario straordinario Figliuolo e l’attività della sua struttura, i sindaci in prima linea sempre, le centinaia di cantieri regionali per mettere in sicurezza corsi d’acqua e ripristinare strade, l’ondata di solidarietà da tutta Italia e non solo.

MARTEDI’ 23 MAGGIO
«Complessivamente questo primo provvedimento prevede uno stanziamento di oltre 2 miliardi di euro per le zone colpite dall’alluvione – sottolineò la premier Meloni, dopo la visita di domenica 21 in Romagna, in camicia verde e stivali, di ritorno da un G7 – . Credo sia giusto ringraziare tuti i ministri. Nella situazione attuale in cui si trova l’Italia, trovare 2 miliardi di euro in qualche giorno non è una cosa facile. Va dato atto a tutto il governo di essersi dedicato all’emergenza con il massimo della concentrazione, disponibilità e operatività possibile».

MARTEDI’ 30 MAGGIO
«Tutta l’Italia vi è vicina e non sarete soli nella ricostruzione che deve essere veloce». Lo sottolineò il presidente della Repubblica Sergio Mattarella parlando da Forlì. Bagno di folla per il presidente che scelse la piccola Modigliana come prima tappa della sua visita in Romagna, per testimoniare la solidarietà dello Stato alle terre alluvionate, poi passaggi anche a Ravenna, Lugo e infine Faenza, dove parlò a tutti i sindaci romagnoli riuniti nella sala consiliare.

MERCOLEDI’ 7 GIUGNO
«Questo è un tavolo operativo che serve per stabilire gli interventi necessari per fronteggiare i danni, per discutere su cosa fare e su come agire al meglio». Lo sottolineò mercoledì 7 giugno la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aprendo l’incontro con sindaci presidenti di Regione e delle Province colpite dall’alluvione in Emilia Romagna, Marche e Toscana, spiegando che «sarà un tavolo permanente che, in attesa della definizione della struttura commissariale, sarà coordinato all’interno del governo dal ministro Musumeci. Più siamo precisi nella ricognizione dei territori per dare a chi ha bisogno e non disperdere quelle risorse, più quelle risorse andranno dove devono andare. Così come più si sarà capaci di distinguere quello che è il frutto dell’evento alluvionale dai problemi che erano preesistenti, più si avranno risorse per avvicinarsi a indennizzi che siano il più possibile alti con l’obiettivo del 100% – ha sottolineato Meloni -. Siccome le risorse non sono infinite, anzi, tutti siamo chiamati a un lavoro di grande accuratezza e responsabilità».

LUNEDI’ 19 GIUGNO
«Il tema delle risorse e dei tempi delle coperture è cruciale, per mettere in sicurezza le comunità dal ripetersi di simili eventi. E abbiamo bisogno che la ricostruzione parta al più presto. Così come è cruciale il tema dei rimborsi, perché vanno garantite famiglie e imprese – sottolineò il presidente della Regione E-R Bonaccini -. Riteniamo occorra immediatamente individuare norme, governance e risorse che presiedono al percorso di emergenza e ripartenza. Non spetta a me dire se il Governo debba dare risposta in questo provvedimento o in un altro provvedimento di urgenza che potrà assumere. Mi corre l’obbligo di ricordare come tali risposte arrivarono con il decreto 74/2012, questa ascoltatela bene, a una settimana dai due drammatici terremoti da 12 miliardi di euro di danni. Penso che stesso dovrebbe avvenire oggi e, anzi, sarebbe già dovuto avvenire».

MARTEDI’ 27 GIUGNO
Nel tardo pomeriggio di martedì 27 il Consiglio dei Ministri sciolse le riserve – a oltre 40 giorni dall’alluvione, una tempistica oltremodo dilatata, che aveva innescato dure polemiche nelle settimane precedenti -, nominando il generale Figliuolo come Commissario per la ricostruzione. Il nome arrivò a metà di una settimana complessa, partita dalla protesta dei rappresentanti degli enti locali emiliano-romagnoli, con il testa il presidente Stefano Bonaccini, in merito al fatto di essere stati convocati dal Governo una sola volta al tavolo sulle misure post alluvione.

LUNEDI’ 3 LUGLIO
«Ho sorvolato con il presidente Bonaccini le aree colpite. Vedere questo territorio che porta ancora cicatrici, e in molte parti l’operosità dei concittadini emiliano-romagnoli ha messo a posto tanto, vederlo sfregiato e così lesionato mi provoca forti sentimenti emotivi». Lo disse il generale Francesco Figliuolo, neo Commissario all’alluvione, incontrando la stampa in Regione Emilia-Romagna, lunedì 3 luglio. «Il mio pensiero va a vittime e sfollati e a quanti ovviamente stanno soffrendo dal punto di vista morale e materiale per la tragedia. Ho deciso di venire subito in Emilia-Romagna, perché è la regione più colpita dall’ondata di maltempo dello scorso maggio – sottolineò ancora il generale Figliuolo -. Sono qui per ascoltare le necessità e mettermi a disposizione, con la volontà di lavorare insieme fin da subito. Il mio impegno è mettere a punto in tempi brevi un piano di lavoro. E questa non sarà una visita isolata, ma tornerò presto sul territorio per visitare le province coinvolte, perché ritengo sia giusto rendersi conto di persona della situazione».

MERCOLEDI’ 19 LUGLIO
«Sulla base delle indicazioni ricevute dalla presidente Meloni e visto il quadro e le attività fatte con la Regione, ho dato l’indicazione che copriremo le spese sostenute e da sostenere per l’esecuzione dei lavori di somma urgenza». Il Commissario Figliuolo è tornato in Romagna, dopo la visita della scorsa settimana a Ravenna e provincia, mercoledì 19 a Forlì, per incontrare i sindaci del territorio. E nel fare il punto sulla ricostruzione, ha annunciato che presto verranno risarciti gli enti locali per gli interventi sostenuti in somma urgenza, per  una cifra stimata di 400-500 milioni di euro, dopodiché verranno calendarizzati gli altri interventi urgenti.

MARTEDI 25 LUGLIO
La Giunta regionale stanziò martedì 25 luglio 3 milioni di euro per cittadini e attività economiche danneggiati dal maltempo che sabato scorso ha colpito diverse aree dell’Emilia-Romagna, con vento superiore ai 100 chilometri orari insieme a violentissime piogge e grandinate. «Dopo lo stato di emergenza regionale –  spiegarono il presidente Stefano Bonaccini e l’assessore regionale al Bilancio, Paolo Calvano, al termine della seduta di Giunta riunitasi a fine mattinata – chiederemo lo stato di emergenza nazionale, inviando la documentazione al Governo entro il fine settimana. Tante persone e imprese colpite di tutti i comparti, a partire da quello agricolo, si trovano nelle zone della Romagna già drammaticamente colpite dalle alluvioni di maggio».

MARTEDI’ 8 AGOSTO
L’8 agosto fu il presidente Stefano Bonaccini ad inviare una lettera alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni in cui si segnalava che, nell’ultimo decreto varato dal Governo non vi erano né risposta sull’alluvione, né fondi per indennizzi a cittadini e imprese. Bonaccini aveva chiesto alla premier un «incontro urgente» con alcune proposte per la ricostruzione delle zone colpite dall’alluvione. La lettera era stata condivisa e firmata anche da Matteo Lepore, sindaco della Città Metropolitana di Bologna, Michele De Pascale, presidente della Provincia di Ravenna e Enzo Lattuca, Presidente della Provincia di Forlì-Cesena.

SABATO 12 AGOSTO
Arriva la risposta piccata della premier Meloni alla lettera di Bonaccini. «Il governo ha già stanziato 4,5 miliardi per la ricostruzione delle zone alluvionate e questa iniziativa non si esaurisce qui. Uno degli obiettivi dell’Esecutivo è anche quello, oltre alla messa in sicurezza e alla ricostruzione delle infrastrutture, di risarcire tutti i privati che hanno subito danni». Sono alcuni passaggi della lettera che la premier Giorgia Meloni ha inviato al governatore dell’Emilia Romagna e sub commissario alla ricostruzione Stefano Bonaccini. «Per questo motivo non sarebbe corretta – secondo Meloni – l’informazione secondo la quale non si sarebbe visto un euro».

MERCOLEDI’ 30 AGOSTO
Gli interventi urgenti realizzati fino a questo momento furono pagati dalle amministrazioni locali e solo mercoledì 30 agosto il Governo sbloccò 289 milioni di euro per sostenere tali interventi, tramite un’ordinanza firmata dal commissario straordinario alla ricostruzione, il generale Francesco Paolo Figliuolo, lo stesso che aveva gestito la campagna vaccinale durante la pandemia.

SABATO 16 SETTEMBRE
In centinaia sabato 16 settembre a Ravenna, terreni Cab, per la manifestazione organizzata da Legacoop, con l’obiettivo di tenere alta l’attenzione sulla drammatica situazione che il territorio stava vivendo. Il sito scelto, nei pressi di via degli Zingari, era simbolico: proprio di fronte al punto in cui i soci della Cab Terra diedero il permesso di allagare i loro campi per salvare la città e i suoi monumenti millenari. In quei giorni, gesti simili videro protagoniste anche le altre sei cooperative braccianti della provincia: Agrisfera, Bagnacavallo e Faenza, Cervia, Campiano, Massari e Fusignano. In quei luoghi saranno affissi dei cartelli, come ricordo e monito per le future generazioni. Alla manifestazione hanno preso parte il presidente nazionale Simone Gamberini, quello presidente regionale Daniele Montroni e quello della Romagna Paolo Lucchi. Per le cooperative agricole braccianti interverranno Gabriele Tonnini (Cab Massari), Fabrizio Galavotti (Cab Terra) e Rudy Maiani (Agrisfera). Tra le autorità il presidente della Provincia di Ravenna, Michele de Pascale e tanti altri sindaci erano presenti.

GIOVEDI’ 12 OTTOBRE
Dal 12 ottobre fu possibile chiedere il rimborso del bollo auto da parte di chi, nei territori colpiti dall’alluvione del maggio scorso, aveva dovuto rottamare la propria auto. Nella seduta di mercoledì 11 pomeriggio, la Giunta regionale, guidata dal presidente Stefano Bonaccini, approvò la delibera che, per l’anno di imposta 2023, fissò il rimborso della tassa automobilistica già pagata a partire dal 1^ gennaio 2023. Operazione per la quale fu stato stanziato 1 milione di euro dal bilancio regionale. La delibera approvata dalla Giunta riguardò i territori dei Comuni (o frazioni di Comuni) ricompresi dal Governo nel Decreto 61, che prevedevano i provvedimenti di sospensione dei termini dei tributi.

SABATO  14 OTTOBRE
In quasi 3mila al corteo di sabato 14 ottobre partito da piazzale della Vittoria, a Forlì, fino a piazza Ordelaffi. Comitati dei cittadini, sindacati, associazioni e alcuni partiti politici, oltre che molto sindaci romagnoli, erano presenti al corteo, che ha fatto seguito al pubblico appello lanciato il 30 settembre. Per l’occasione si costituì il Comitato promotore per la «Manifestazione Generale delle Terre Alluvionate» con le realtà di Appello per l’Appennino Romagnolo, Forlì Città Aperta, Associazione La Parola, Cgil Emilia-Romagna, Camere del Lavoro di Forlì Cesena, Ravenna, Imola e Bologna, il Comitato Unitario delle Vittime del Fango, Anpi, Arci e Libera.

MERCOLEDI’ 15 NOVEMBRE
Da mercoledì 15 novembre, famiglie e imprese poterono richiedere il contributo per i danni causati dalle alluvioni che a maggio hanno colpito l’Emilia-Romagna. In quella data è stata infatti attivata la piattaforma informatica «Sfinge alluvione 2023», versione aggiornata di quella voluta e realizzata dalla Regione nel 2012 per i danni dovuti al sisma in Emilia. Fu infatti frutto della collaborazione tra la Regione Emilia-Romagna e la Struttura commissariale per la Ricostruzione ed fu riconfigurata sulla base dei parametri e requisiti indicati nelle ordinanze firmate dal Commissario straordinario per l’alluvione, il generale Francesco Paolo Figliuolo, d’intesa col presidente Stefano Bonaccini che riveste il ruolo di subcommissario: la numero 11/2023 che indica le modalità da seguire per le domande provenienti alle attività produttive e la 14/2023 dedicata a quelle per cittadini e famiglie.

SABATO 16 DICEMBRE
«Uno spartiacque tra passato e futuro nel settore della difesa idraulica e idrogeologica del territorio». A maggio l’Emilia-Romagna è stata colpita da un evento che per portata, intensità e vastità del territorio interessato, «non ha precedenti nel passato», da quando cioè nel 1921 si sono iniziati a raccogliere i dati idrologici, con una «maggiore severità anche rispetto all’alluvione del 1939». È quanto è emerso dal corposo rapporto della Commissione tecnico-scientifica, che è stata incaricata dalla Regione – prima della nomina a commissario per la ricostruzione del generale Figliuolo – sugli eventi meteorologici estremi del mese di maggio 2023. Un dossier da quasi 150 pagine con un’approfondita analisi di quanto accaduto: 23 fiumi esondati contemporaneamente, per un volume di esondazione stimato in circa 350 milioni di metri cubi, pari a 11 volte la diga di Ridracoli. Una mole d’acqua che ha provocato allagamenti in pianura su circa 540 chilometri quadrati quadrati di territorio. Quasi 66mila le frane – scivolamenti rapidi in terra o detrito, colate di fango, scivolamenti in roccia – censite su un’area di 72,21 chilometri quadrati. Oltre 1.900 infrastrutture stradali coinvolte da dissesto. «Un evento senza precedenti nella storia osservata» hanno scritto gli esperti, con tempi di ritorno – una grandezza statistica che esprime la probabilità che un evento accada – «in alcuni casi molto superiori ai 500 anni dove le esondazioni sono state più significative». Ancora più alta, quasi inestimabile e nell’ordine di qualche migliaio di anni, la probabilità di accadimento dei due eventi come quello del 2-3 maggio e quello del 16-17 maggio.

MERCOLEDI’ 17 GENNAIO 2024
«È molto toccante essere di nuovo qui in Emilia Romagna dopo le devastazioni dell’alluvione. Quel che mi ricordo di più è questa enorme massa di fango e l’enorme solidarietà di uomini e donne che si aiutavano l’un con l’altro. La Ue è stata dalla vostra parte, questo è il messaggio, e continueremo ad esserlo. La cooperazione è stata eccezionale, abbiamo dedicato un miliardo e 200 milioni a questa regione. Vogliamo aiutarvi a rimettervi in piedi e ad essere più resilienti. Lo stiamo facendo e lo faremo ancora di più». Lo affermò la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, in occasione della visita alle zone colpite dall’alluvione, per la seconda volta dopo il maggio 2023, insieme alla premier Giorgia Meloni. «Quando sono venuta qui a maggio vi ho detto che dovevate rimanere forti e che l’Europa sarebbe stata a fianco a voi. Adesso voglio dirvi che continueremo a stare al vostro fianco per tutto il tempo necessario alla vostra ripresa. Tin bota, l’Europa rimane con voi!», ha aggiunto.

VENERDI 16 FEBBRAIO
I numeri non sono completi ma parlano comunque chiarissimo: in un comprensorio duramente colpito dall’alluvione come quello bassoromagnolo (dove per lo meno nei comuni di Conselice, Sant’Agata sul Santerno, Lugo e Bagnacavallo si può tranquillamente parlare di «catastrofe»), allo stato attuale solo 27 cittadini hanno inoltrato una richiesta formale di risarcimento alla piattaforma Sfinge, quella creata dalla Struttura Commissariale del generale Figliuolo per ottemperare alla promessa dei risarcimenti al 100% per gli alluvionati dell’Emilia-Romagna. Nell’intero comprensorio faentino solo 14 famiglie 5 imprese hanno inoltrato formale domanda attraverso Sfinge. Parliamo di un territorio nel quale i Cis (Contributi di Immediato Sostegno) richiesti sono stati oltre 6.300 (3.888 da Faenza, ma sono significative anche le 1.208 richieste da Castel Bolognese e le 901 da Solarolo). Parliamo quindi del grosso del risorse che dovrà stanziare il Governo, dunque non i fondi arrivati grazie alla solidarietà, alle campagne di sensibilizzazione o da enti privati o amministrativi (dal sistema delle Coop alle Camere di Commercio, per non fare che due esempi).

MARTEDI’ 5 MARZO
Sportelli di assistenza per cittadini, tecnici e periti alle prese con le domande per i rimborsi per i danni subiti durante le alluvioni di quasi un anno fa: entreranno in funzione a Cesena, Faenza, Forlì e Ravenna-Lugo, saranno operativi tre giorni a settimana e forniranno supporto per la compilazione e la presentazione delle domande di contributi. Li ha disposti il Commissario alla ricostruzione, generale Francesco Figliuolo come ulteriore misura per velocizzare l’erogazione dei contributi per imprese e famiglie. Questo tipo di aiuto, spiegò la struttura commissariale, era un’esigenza fortemente sentita dai cittadini emersa dagli ultimi incontri sul territorio. Iniziativa, quest’ultima che sarà condotta anche nei comuni alluvionati di Toscana e Marche. La funzione principale di questi sportelli è quella di assistere e aiutare le persone per l’istruttoria di primo livello a favore dei responsabili unici del procedimento dei Comuni, per la redazione delle perizie asseverate a favore dei tecnici abilitati, utili per la compilazione e l’inoltro delle domande di contributi da parte di famiglie e imprese tramite la piattaforma informatica »Sfinge Alluvione 2023» della Regione Emilia-Romagna. Dietro gli sportelli c’è personale della struttura commissariale e tecnici di Invitalia, agenzia del Ministero dell’Economia deputata alla fase istruttoria di secondo livello.

LUNEDI’ 8 APRILE
Dai primi interventi urgentissimi sugli argini dei fiumi ai lavori di consolidamento dei versanti in dissesto a ridosso degli abitati, fino al miglioramento delle condizioni di deflusso dei corsi d’acqua. Si continua a lavorare senza sosta nei territori colpiti dall’alluvione dello scorso maggio: nel complesso, sono 402 i cantieri in capo all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile che interessano le province colpite di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini, Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. Di questi, 130 sono già stati completati, 158 quelli in corso e 114 in progettazione. Il tutto per un investimento totale di circa 343 milioni di euro, tra somme urgenze, urgenze, programmazione regionale anticipata e programmazione da altre fonti. A poche settimane dal primo anniversario dai drammatici fatti del maggio 2023, in Regione è stato fatto il punto su undici mesi di lavoro non stop per la messa in sicurezza del territorio.

VENERDI’ 19 APRILE
Faenza, a distanza di quasi un anno esatto dalla seconda alluvione che ha colpito il territorio, il centro della città e il Borgo Durbecco torneranno finalmente a essere collegati. Venerdì 19, alla presenza del Commissario Figliuolo e delle autorità locali, infatti, è stato aperto al traffico sia il ponte provvisorio del tipo Bailey recentemente realizzato, sia il Ponte delle Grazie, oggetto di un intervento di manutenzione straordinaria che ha portato a rinforzare la struttura gravemente indebolita dalle alluvioni.  Era l’8 novembre 2023 quando sono partiti i lavori per la realizzazione del ponte Bailey. Prima la costruzione delle due rampe di accesso, poi è arrivato l’impalcato da montare sul posto e infine la realizzazione delle strade di immissione da entrambe le parti della struttura temporanea. Per la sua realizzazione sono stati investiti circa 800mila euro. Il ponte è stato realizzato dalla ditta Janson Bridging di Brescia ed è ungo 78 metri, a campata unica. Per quanto riguarda la ricostruzione del Ponte delle Grazie, questi lavori sono serviti solo per permettere un transito momentaneo perché la struttura dovrà comunque essere rifatta completamente con una spesa preventivata di almeno 4,5 milioni di euro.

MARTEDI’ 24 APRILE
Dare più spazio ai fiumi, potenziando il contenimento delle piene a monte, «arretrando» le attuali arginature e rendendole resistenti alla tracimazione. Elaborare e attuare strategie innovative per i fenomeni di dissesto dei versanti, visto l’elevato numero delle frane (oltre 80mila), in gran parte di nuova attivazione in seguito agli eventi dello scorso maggio. Ancora: misure temporanee di salvaguardia per impedire l’aumento del carico urbanistico, escludendo nuove costruzioni nelle aree allagate, o a rischio frana, al di fuori del perimetro urbanizzato, in attesa dell’aggiornamento dei Piani di Bacino. Sono, in estrema sintesi, alcune delle linee di indirizzo contenute nel Piano speciale preliminare, documento previsto dal decreto per fronteggiare l’emergenza provocata dagli eventi alluvionali del maggio 2023, convertito nella legge 100/2023. La norma prevede la predisposizione di cinque Piani speciali, tematici; questo, relativo agli interventi sulle situazioni di dissesto idrogeologico, è il driver di tutti gli altri.

 



 

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