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Il 2 febbraio 1988 ci lasciava Giuseppe Codacci-Pisanelli, insigne giurista e statista dalla personalità  ricca e complessa[1], indiscusso punto di riferimento anche della diplomazia mondiale e della politica estera italiana in un’epoca di forte contrapposizione ideologica tra l’Occidente e la Russia. Una preziosa testimonianza di fatti e aneddoti riguardanti l’attività politica ed il rapporto familiare con il padre Giuseppe, ripercorrendo i tanti appunti e ricordi, è contenuta nella prosa accattivante del libro di Emanuele Codacci – Pisanelli, Ahimè parlo il francese: storia dello statista Giuseppe Codacci – Pisanelli, edito da Manni nel  2018. Una narrazione agile che cattura il lettore ed ha il merito dell’obiettività[2].

Figlio illustre del Novecento, fondatore dell’Università del Salento, la figura di Giuseppe Codacci-Pisanelli, Maestro di vita dalla forte fede religiosa[3] e uomo politico dallo spiccato senso etico, conserva intatta la sua attualità, come appare evidente da un’ampia letteratura di studi e testimonianze che ne hanno tracciato, con ricchezza di analisi, il profilo[4].

Vittorio  Frosini ha affermato che concentrava in sé “il limpido intelletto della Magna Grecia, l’ingegno giuridico della romanità, il fervore religioso del mondo bizantino, la tempra morale della conquista normanna, il senso di devozione alla cosa pubblica della monarchia meridionale del Settecento, e infine l’apertura dell’animo e della mente distintiva dell’età liberale del Risorgimento[5].

Nato a Roma il 23 marzo 1913, eletto a soli 33 anni deputato all’Assemblea Costituente, nella circoscrizione Lecce- Brindisi – Taranto, quale esterno per la lista della Democrazia italiana, il Codacci-Pisanelli fu designato membro della Commissione dei 75, il Gruppo ristretto a cui fu affidato il compito di elaborare e proporre il Progetto di Costituzione che l’Assemblea avrebbe successivamente esaminato. Fece parte della seconda Sottocommissione, presieduta da Umberto Terracini, a cui fu rimessa l’organizzazione costituzionale dello Stato ed alla quale parteciparono accademici di assoluto prestigio come, per citarne solo alcuni, Piero Calamandrei, Luigi Einaudi, Costantino Mortati, Ezio Vanoni e Giovanni Leone. Fu chiamato ad affrontare le questioni più spinose del rapporto Stato-Regione ed il suo contributo nella stesura del Progetto di ordinamento delle autonomie fu determinante, come anche lo fu il tema della decretazione d’urgenza[6]. Rilevante fu il suo intervento (28 novembre 1947) per l’inserimento della Corte Costituzionale nella Costituzione, per la tutela del singolo contro gli abusi del potere legislativo.

Sostenne con vigore e ricchezza di argomentazioni anche la proposta di istituire la Regione Salento. Proposta non velleitaria ma che non andò a buon fine[7].

Wojtek Pankiewicz, che fu suo assistente nell’Università di Lecce, ereditandone poi la Cattedra di Diritto Pubblico, ha sottolineato che, dopo accurate discussioni, riuscì a far inserire all’articolo 123 del Progetto di Costituzione la creazione di detta Regione. Ma alla fine il Comitato di redazione la soppresse e l’Assemblea recepì tale decisione[8].

Fervente cattolico dalla salda formazione morale, Giuseppe Codacci – Pisanelli si iscrisse, sedicenne, alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma. Dopo aver conseguito la laurea a vent’anni, trascorse ad Oxford sei mesi, frequentando la Oxford Union Society, seminario della classe dirigente per la Gran Bretagna. Laureatosi nel 1935 anche in scienze politiche, si iscrisse alla Facoltà di Filosofia dell’Università Gregoriana esaudendo il desiderio del padre Alfredo, illustre docente di Diritto Amministrativo presso l’Università Sapienza di Roma, il quale reputava essenziali gli studi filosofici per la ricerca scientifica. Conseguita nel 1940 la libera docenza in Diritto Amministrativo, vinse nel 1942 il concorso in magistratura. Tre anni dopo fu inviato a Dachau e a Norimberga, quale osservatore delle Forze Armate italiane. Terminata la guerra, dopo aver ripreso i contatti con l’Università, pubblicò “Analisi delle funzioni sovrane“, in preparazione dell’Assemblea Costituente.  Seguirono saggi e monografie di rilevante interesse. Nel 1953, alcuni anni dopo aver ricoperto l’incarico di Docente di Diritto pubblico all’Università  di Roma, allievo prediletto del Prof. Zanobini, risultò vincitore della Cattedra di Diritto Amministrativo presso la Facoltà di Economia e Commercio di Bari, ove rimase a lungo prima di trasferirsi alla Facoltà di Magistero dell’Università di Lecce. Il suo impegno politico si manifestò in ruoli importanti: Vicepresidente del Gruppo parlamentare dei deputati, Ministro della Difesa nell’ottavo governo De Gasperi e Ministro per i Rapporti col Parlamento nel terzo Governo Fanfani e nel primo Governo Leone. Nel 1955 venne nominato Rettore del Consorzio Universitario Salentino. Due anni dopo, a Londra, gli fu conferito l’incarico di Presidente dell’Unione Interparlamentare, che conservò sino al 1962. In qualità di Presidente dell’Unione Interparlamentare, esercitò un ruolo di assoluto prestigio, finalizzato a tessere la pace ed al rispetto del diritto umano.  Incontrò Kennedy a Washington, De Gaulle a Parigi, Macmillan a Londra,  Krusciov a Mosca,  l’imperatore Hiroito in Giappone, lo scià Mohamar Reza Palevi in Persia, Golda Meir in Israele ed altri Capi di Stato. Per gli studi compiuti e la perfetta padronanza delle lingue più diffuse, circostanza all’epoca molto rara, unitamente alla fiducia di cui godeva negli ambienti politici, potette dare un grande contributo alla diplomazia internazionale, parlando autorevolmente a nome dei parlamentari dei cinque continenti, invitando alla moderazione ed al superamento delle contrapposizioni. Fu il principale sostenitore degli Accordi internazionali di non proliferazione nucleare, incontrando i leader delle grandi potenze. Dell’incontro con John Fitzgerald Kennedy, il 9 gennaio 1962, ne scrisse il “New York Times” ed anche “The Times”, “Le Figaro” e “La Pravda”. Preparò le condizioni di un dialogo fruttuoso fra Kennedy e Krusciov, per dirimere le tensioni determinatesi nella Baia dei Porci. Nel 1962 Giuseppe Codacci-Pisanelli fu eletto Sindaco di Tricase, la sua amata Tricase, incarico poi confermato quattro anni dopo, quando venne anche eletto nella carica di Rettore dell’Università degli Studi di Lecce, statizzata, di cui era stato ideatore con il Presidente della Provincia Luigi Caroli, e primo Rettore del Consorzio Universitario salentino[9]. All’Università ed allo sviluppo delle attività compatibili con la ricerca nella costituenda Facoltà di Fisica volle dare la massima importanza. Con un memorabile intervento a Montecitorio, il 31 gennaio 1967, espose il progetto del super protosincrotone vicino a Nardò. Fece presente che l’esistenza di una Facoltà di Fisica e Matematica a Lecce avrebbe potuto contribuire molto a far accettare la candidatura di Nardò, a Ginevra. Quel progetto, purtroppo, non fu mai realizzato nel Salento, con triste dispiacere per il Magnifico Rettore[10].  Anche in quel ruolo, il Professore Emerito Giuseppe Codacci-Pisanelli non abbandonò mai, neppure nel 1968, durante il travagliato periodo della contestazione studentesca, la sua correttezza e signorilità, assolutamente unici. Sarebbe giusto, come è già stato scritto, che l’attuale Università del Salento rechi il nome dello statista Giuseppe Codacci- Pisanelli, che tanto si adoperò per realizzare quel sogno[11].

Giorgio Mantovano

 

[1] L. Lippolis, Note bio -bibliografiche di Giuseppe Codacci-Pisanelli, in AA. VV., Scritti in onore di Giuseppe Codacci Pisanelli, Tomo I – II, Giuffrè, Milano, 1986.

 

[2] Cfr. H.A. Cavallera, Giuseppe Codacci -Pisanelli. L’Uomo, il Professore e il politico, in AA. VV., Giuseppe Codacci -Pisanelli. Testimonianze e attualità, a cura di Antonio Tarantino, H.A. Cavallera e A. Peluso, Giuffrè Francis Lefebvre, 2019, p.56. Il volume raccoglie anche gli interventi di G. De Giuseppe, A. Tarantino e V. Tondi Della Mura, R. G. Costa, P. Pagliaro, R. Moro e W. Pankiewicz,

 

[3] E. Morciano, Il credente e la sua “pietas”, in A.A.V.V., Giuseppe Codacci – Pisanelli (1913-1988): laico cristiano impegnato nella politica e nella cultura: studi e testimonianze, testi e immagini, a cura di S. Palese, Congedo Editore, 2017, con saggi anche di S. Palese, A. Scarascia, G. De Giuseppe, H.A.Cavallera, V. Serrano e Mon. V. Angiuli, con mostra fotografica a cura di C. V. Morciano.

[4] Tra i vari contributi, senza alcuna pretesa di completezza, vedasi: W. Pankiewicz, Codacci -Pisanelli e la Costituente, E.S.I., 1995; O. Bianco, Giuseppe Codacci Pisanelli, Schena, 1988; G. De Giuseppe, Ricordo di Giuseppe Codacci-Pisanelli, in “Leucadia”, I, 2013/15, pp. 7-24; H.A. Cavallera, Codacci- Pisanelli Giuseppe, in Avvocati e Giuristi illustri salentini dal XVI al XX secolo, a cura di A. Conte, S. Limongelli, S. Vinci, Edizioni Grifo, 2014, pp. 76 -78; Rosario Giorgio Costa (a cura di), Giuseppe Codacci-Pisanelli,. Discorsi Parlamentari, Edizioni Grifo, 2016, con saggio introduttivo “Lo stile di Giuseppe Codacci- Pisanelli”, di H.A. Cavallera, pp.7 -22; G. Sinisi, La Puglia all’Assemblea Costituente. Giuseppe Codacci – Pisanelli, in “Mirra. Il dono del sud”, n. 6, Trani, 2016; O. Confessore, Giuseppe Codacci – Pisanelli (Roma, 28 marzo 1913 – 2 febbraio 1980), in Dizionario storico del movimento cattolico – Aggiornamento 1980 -1995, Marietti, 1997.

[5] In Presentazione agli “Scritti in onore di Giuseppe Codacci Pisanelli”, Tomo I , op. cit., p. VI.

[6] A. Tarantino, Legiferazione d’urgenza: Alfredo Codacci Pisanelli, Santi Romano e Giuseppe Codacci Pisanelli, in AA. VV., Giuseppe Codacci -Pisanelli. Testimonianze e attualità, op.cit., pp.69 -77; Id., Necessità e decreto -legge nell’assemblea costituente: la posizione di Giuseppe Codacci -Pisanelli, in Scritti in onore di Giuseppe Codacci -Pisanelli, Tomo I, pp. 27-50.

[7]  In argomento, cfr. A. Scarascia, Giuseppe Codacci- Pisanelli e il progetto costituzionale sulla Regione Salento, Edizioni Grifo, 2016.

[8] W. Pankiewicz, Codacci- Pisanelli e la Costituente, E.S.I., 1995.

[9] Cfr., H. A. Cavallera, L’uomo che realizzò un sogno. Codacci – Pisanelli e l’Università di Lecce, in AA.VV., Giuseppe Codacci Pisanelli (1913 -1988), cit., pp. 63 – 76;  G. De Giuseppe, Il primo anno, in Vetus et nova. Cinquant’anni delle Facoltà di Magistero e di Scienze della Formazione nell’Università salentina, Torgraf, Galatina, 2009, pp. 113 -114.

[10] Cfr. E. Codacci Pisanelli, Ahimè parlo il francese, cit., pp.119 ss.

[11]  H. A. Cavallera, op.ult., cit., p.76; W. Pankiewicz, L’Unisalento si chiami con il suo nome, perché lui fece la battaglia per aprirla a Lecce, in Corrieresalentino.it, 1 febbraio 2023.

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